Plinio Nomellini verso la libertà del colore. Al Palazzo Mediceo di Seravezza in mostra 90 dipinti (dal 13 luglio)

A quasi vent’anni dall’ultima esposizione monografica, riflettori di nuovo puntati su Plinio Nomellini, maestro della pittura italiana, con una mostra tra le più interessanti dell’estate in Toscana. Teatro di questo atteso ritorno è il Palazzo Mediceo di Seravezza, patrimonio mondiale Unesco, al cuore di una terra, la Versilia, che l’artista livornese frequentò ed amò in uno dei periodi più fecondi della sua vita (nella fotocopia il titolo “Baci di sole”, 1908 olio su tela, cm. 93×119, Novara, Galleria d’Arte Moderna Giannoni)

La mostra – “Plinio Nomellini – Dal Divisionismo al Simbolismo verso la libertà del colore”, a cura di Nadia Marchioni – si potrà visitare dal 13 luglio al 5 novembre 2017. In esposizione oltre novanta dipinti, suddivisi in sette sezioni, che ricostruiscono l’intero percorso artistico di Nomellini contestualizzandolo per la prima volta nella vitale atmosfera della sua epoca e facendo emergere il dialogo che legò il pittore ai maestri e agli artisti che lo accompagnarono negli anni della formazione e della prima maturità. Una prospettiva originale, che intende riaprire il discorso critico su un artista di straordinaria rilevanza nel panorama figurativo fra Otto e Novecento, destinata ad offrire nuovi stimoli alla comprensione dell’opera di Nomellini. In esposizione, molti capolavori ed opere inedite.

(Plinio Nomellini, “Baci di sole”, 1908 olio su tela, cm. 93×119, Novara, Galleria d’Arte Moderna Giannoni)

 

 

IL CATALOGO

I colori puri come veicolo di emozione e luce, accostati, mai mescolati, da pennellate brevi e regolari in cerca di una visione d’insieme. Sono pagine d’arte e di straordinario vissuto quelle del catalogo curato da Maschietto Editore (184 pag., 32€) che accompagna la mostra Plinio Nomellini, Dal Divisionismo al Simbolismo, verso la libertà del colore, in programma dal 13 luglio al 5 novembre presso il Palazzo Mediceo di Seravezza, già patrimonio dell’Unesco e cuore della Versilia.

Di questo viaggio per immagini, che recupera gli anni della formazione giovanile dell’autore toscano, prima accanto a Giovanni Fattori, poi al centro della bohème fiorentina alla Trattoria Volturno animata da Silvestro Lega, che racconta del periodo genovese e del ritorno in Versilia, il volume restituisce il medesimo ordine cronologico voluto in mostra dalla curatrice Nadia Marchioni, tra i massimi studiosi dell’artista (Livorno 1866 – Firenze 1943). Sono soprattutto i legami con i vecchi maestri, i giovani amici sperimentatori, il circolo di letterati italiani, a tracciare la rotta tra i vari registri narrativi e a condurre l’osservatore alla scoperta del “caposcuola dell’impressionismo artistico”. La geografia espressiva di Nomellini, che una serie di testi critici firmati da noti storici dell’arte contribuisce a rendere manifesta, ha nel dialogo con gli artisti e intellettuali dell’epoca la linfa creativa più importante: Fattori, Lega, Signorini, Kienerk, Müller, Pellizza da Volpedo, Torchi, e ancora Puccini, Pascoli, D’Annunzio e Deledda, il contesto culturale nel quale affonda il lirismo cromatico dell’autore è raccontato nel catalogo anche attraverso originali carteggi, articoli di giornale, versi poetici, illustrazioni, fotografie e disegni preparatori. Per quanto difficile sia stato ricomporre i passaggi tra i vari linguaggi – macchiaolo, naturalistico, divisionismo, simbolismo – il risultato è un volume capace di confrontarsi con un’epoca e le visioni culturali, politiche e sociali dei suoi protagonisti.

Incastonate tra le riflessioni di Nadia Marchioni, Vincenzo Farinella, Silvio Balloni, Mattia Patti, Aurora Scotti Tosini, scorrono le immagini delle opere di Nomellini, oltre 90 dipinti riprodotti uno per pagina a colori e messi spesso a confronto con i contemporanei, per primo l’amico Pellizza da Volpedo, la cui ciociara (L’attesa, 1888) torna, dopo oltre un secolo, a ricongiungersi con quella del pittore livornese (Ciociara, 1888) formando quasi un dittico. Esercizio di stile che impegnava i giovani studenti di pittura sulla fine dell’Ottocento, le due figure di donna offrono all’occhio del lettore una “perfetta e parallela testimonianza” del lavoro dei due artisti.

Ogni fase della vita di Nomellini – il periodo macchiaiolo tra Livorno e Firenze, il trasferimento a Genova in cerca di nuove suggestioni, l’arte sociale e la virata anarchica, il rapporto con i poeti, l’approdo a Torre del Lago e alle derive simboliste, infine Viareggio – viene minuziosamente documentata con l’intento di traghettare il visitatore verso una maggiore comprensione di quella natura che rappresenta il leit motiv di tutte le sperimentazioni e chiede attenzione in un trionfo di luce e di colori. Ne è un manifesto esemplare il dipinto scelto come copertina del catalogo, “Baci di sole” (1908, olio su tela, 93cmx119), proveniente dalla Galleria Giannoni di Novara e risalente ai primi anni versiliesi. I colori accesi dell’acqua, della veste della madre e del glicine, il vitalismo cromatico parla della grande sintonia con il territorio e coglie il momento più felice dell’artista, celebrato dopo molti anni in uno dei più suggestivi patrimoni architettonici dell’Unesco, il Palazzo Mediceo di Seravezza.

“Abbiamo puntato sulla qualità”, sottolinea il sindaco di Seravezza Riccardo Tarabella, “per questo abbiamo scelto di presentare nuovamente al pubblico Plinio Nomellini che, oltre a rappresentare una corrente artistica e un’epoca, racconta magnificamente il nostro territorio”. Il riferimento è a quel distretto culturale che Tarabella si è posto come obiettivo e, come per la pittura dell’artista toscano, è ancora da conoscere ed esplorare sotto ogni punto di vista.

 

One thought on “Plinio Nomellini verso la libertà del colore. Al Palazzo Mediceo di Seravezza in mostra 90 dipinti (dal 13 luglio)

  • COME TUTTI I DIVISIONISTI, NOMELLINI E’ STATO UN PITTORE DELLA LUCE, PURTROPPO messo al buio da 4
    antiestetici faretti di luce gialla!!! CHE OLTRETUTTO FOCALIZZANO SOLO ALCUNI PUNTI DEL QUADRO ELIMINANDO COSI’ LA TOTALITA’ DELL’OPERA. POVERO PLINIO CHE FINE!!!! SUGGERIREI AL QUEL “GENIO” IDEATORE, DI ANDARE A VENDERE I CO-OMERI A VIAREGGIO!!! PECCATO, PERCHE’ ORGANIZZATE DELLE BELLE MOSTRE!!! ALLA PROSSIMA.

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