Da Livorno a Torino, tre opere di Pollastrini, Fattori e De Tivoli “prestate” dal Museo civico di Villa Mimbelli alla grande mostra “I Macchiaioli. Arte italiana verso la modernità”

Tre importanti opere della collezione civica del Museo Fattori di Livorno sono state inviate alla GAM (Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea) di Torino per entrare a far parte del percorso espositivo della mostra ”I Macchiaioli. Arte italiana verso la modernità” che sarà inaugurata venerdì 26 ottobre 2018.

signora martelli

Si tratta nelle specifico dei dipinti: “I novellieri del Decameron” di Enrico Pollastri (in basso a destra), “La Signora Martelli a Castiglioncello” di Giovanni Fattori (foto a sinistra) e “Paesaggio con bovi” di Serafino De Tivoli (particolare, sopra il titolo). I dipinti rimarranno esposti fino al 24 marzo 2019 andando ad arricchire una mostra italiana importante, capace di riunire capolavori assoluti della pittura macchiaiola provenienti dalle più prestigiose collezioni.

“Sono orgoglioso del fatto che tre importanti opere della nostra collezione entrino a far parte del racconto di questa grande esposizione –  ha sottolineato l’assessore alla cultura Francesco Belais, che sarà tra l’altro presente all’inaugurazione della mostra. “ Il prestito alla GAM rappresenta una notevole valorizzazione del nostro patrimonio artistico che, voglio ricordare, è ricchissimo per l’arte macchiaiola con opere significative che segnano la storia del movimento”.

Pollastrini

“ Le opere in prestito ne sono una testimonianza – ha aggiunto l’assessore – a cominciare dal dipinto di Enrico Pollastrini, di gusto romantico, ma fondamentale per capire la stagione iniziale della formazione macchiaiola; e poi il capolavoro della Signora Martelli di Fattori che documenterà appieno le sperimentazioni sul colore-luce condotte en plein air nelle movimentate estati a Castiglioncello. Infine un altro capolavoro con “Paesaggio con Bovi” di Serafino de Tivoli importante per capire l’interesse al rinnovamento del linguaggio figurativo applicato al paesaggio. Opere dunque fondamentali per ripercorrere l’evoluzione del movimento macchiaiolo, come la mostra torinese si prefigge, e per capire il contributo che la scuola toscana ha offerto nella ricerca di modernità”.