Scuola Fenysia, una casa in cui si fa cultura. Eventi, appuntamenti, incontri: il programma di marzo, aprile e maggio 2019 e i nuovi corsi

Una casa della cultura: compie un anno Fenysia (Palazzo Pucci, via de’ Pucci / Firenze) e in questo anno è diventata proprio una casa. Oggi, mentre si svolge il corso di giornalismo culturale, annuncia il suo programma dei prossimi mesi, variegato e diretto ad un pubblico di età diversa, ma sempre con l’obbiettivo di riparare la catastrofe di un sapere che si va sempre più dissipando. Naturalmente accanto ai corsi e agli eventi che presentiamo, dopo la pausa estiva riprenderanno i corsi base: editoria e comunicazione, traduzione letteraria, giornalismo culturale. Ecco, invece, le novità.

Alba Donati e Giulia Martini_foto di Leonardo Pasquinelli.
Alba Donati e Giulia Martini (ph. di Leonardo Pasquinelli)

EVENTI SCUOLA FENYSIA

MARZO – MAGGIO 2019

2 marzo, ore 11.00

L’importanza della calligrafia oggi

Incontro con il maestro di calligrafia Vincenzo Rizzonelli presso l’Archivio storico di Palazzo Pucci

Vincenzo Rizzonelli, nato a Roncone, frequenta le Magistrali a Trento. A 21 anni è già di ruolo come maestro elementare in un sobborgo della città di Trento. Nel frattempo si laurea in Materie Letterarie all’Università di Padova. Ama definirsi un “medico della calligrafia”, si dedica con passione a scrittura gotica e miniature (capitali e versali).

5 marzo, ore 17.30

Maria Concetta Salemi, Mangiare nel Medioevo. Alimentazione e cultura gastronomica nell’età di mezzo (Sarnus)

Interviene Franco Cardini 

Le abitudini alimentari di oggi derivano dalla cultura gastronomica del Medioevo, un’epoca in cui non esistevano supermercati, le pietanze erano strettamente legate alla stagionalità e la disponibilità di cibo era incerta a causa delle grandi calamità – carestie, guerre, epidemie – che si succedevano nei secoli. Nel suo saggio, l’autrice mostra come l’evolversi del gusto sia stato influenzato dal progressivo integrarsi di usi mediterranei e usi nordici, con forti differenze a seconda delle aree geografiche ma anche degli usi e dei costumi. Sono inoltre approfonditi i vari metodi di preparazione e cottura dei cibi, con particolare attenzione ai condimenti e all’uso delle spezie, nonché le abitudini di consumo: servizio in tavola, utensili di uso comune, comportamento dei commensali. Chiude l’opera un’apposita sezione dedicata alla ricette medievali, tratte dai testi degli antichi gastronomi, suddivise per portate – dagli “aperitivi” ai dolci – e pronte per essere riproposte ai giorni nostri.

Maria Concetta Salemi si è occupata di cultura del cibo. Oltre a numerosi articoli su riviste specialistiche, tra le sue pubblicazioni ricordiamo Le spezie. La virtù e la magia negli intensi sapori del lontano Oriente (Nardini, Fiesole 1997), Gli agrumi. Simboli della giovinezza, profumati piaceri del gusto (Nardini, Fiesole 1999), Il Martini: da Hemingway a James Bond (Nardini, Fiesole 2000), La cucina medievale / La cucina rinascimentale (Libriliberi, Firenze 2002), La cucina liberty / La cucina futurista (Libriliberi, Firenze 2003), Mangiare nel Medioevo (Sarnus, Firenze 2018), molti dei quali editi anche in inglese.

7 marzo, ore 11.00

Premiazione dei tre vincitori del Progetto Pinocchio dedicato alle scuole medie per il miglior racconto originale ispirato alla storia del burattino

Intervengono in qualità di giurate Alba Donati direttrice Fenysia, Titti Giuliani Foti giornalista «La Nazione» e Ilaria Giannini scrittrice

Il progetto è iniziato con la mostra di Edward Carey “Nel ventre della balena” e con una lezione di Vanni Santoni sulla possibilità di “riscrivere” un classico. I ragazzi della prima e seconda media dell’Istituto San Giuseppe, coordinati dalla Preside Lucia Rossi, hanno lavorato in classe a partire da questi due punti elaborando storie parallele a quella di Pinocchio. Ai tre vincitori sarà consegnato un attestato di merito.

11 marzo, ore 17.30

Filippo La Porta, Disorganici. Maestri involontari del Novecento (Civitas)

Presenta Marino Biondi

«Se l’insegnamento è soprattutto oralità, come può il maestro parlare al discepolo se non lo conosce? Probabilmente quel “faccia a faccia” si può ricreare attraverso lo stile dell’autore. (…) Quando leggo Camus, Orwell, Simone Weil, Nicola Chiaromonte, Carlo Levi o Pasolini – alcune grandi figure di irregolari del ‘900, potremmo dire maestri assai poco disciplinati, intellettuali più dilettanteschi che specialistici – sento che si rivolgono proprio a me. Perché? Probabilmente perché il loro stile ha a che fare, sia pure indirettamente, con la poesia, con una soggettività esibita, con un pensiero emotivo». 

Filippo La Porta critico letterario e saggista, collabora a numerose testate tra cui «Il Sole24ore», «Il Messaggero», «l’Immaginazione», «Left», «Radio3». È autore, tra gli altri, di La nuova narrativa italiana. Travestimenti e stili di fine secolo (Torino 1999); Maestri irregolari (Torino 2007); Dizionario della critica militante, con Giuseppe Leonelli (Milano 2007); Il bene e gli altri. Dante e un’etica per il nuovo millennio (Milano 2018).

14 marzo, ore 20.45

Colui che leggerissimo era, Paolo Hendel legge Italo Calvino

(Replica)

Reading su testi di Italo Calvino a cura di Paolo Hendel e Marco Vicari.

Musiche eseguite dal vivo da Alessandro Bruno

Lo scrittore e poeta argentino Luis Borges ha detto: “La letteratura è una delle forme della felicità. Chi non legge è masochista.” Mettere in scena un reading di testi di Italo Calvino è un modo per condividere questa felicità. Leggere e commentare in pubblico le più belle e divertenti pagine del Barone Rampante e del Cavaliere Inesistente, con la meravigliosa leggerezza, la straordinaria ironia che tocca punte di squisita comicità e la commovente intensità di cui sono pervase, è una esperienza collettiva che coinvolge e amplifica gli effetti di quelle pagine. La lettura di alcuni brani dalle Cosmicomiche è l’occasione per una riflessione giocosa sui misteri dell’Universo e sui nostri limiti, nel tentativo di comprenderli, illudendoci a volte di poterli in qualche modo governare.

19 marzo, ore 17.30

Giuseppe Grattacaso, Il mondo che farà (Elliot)

Presenta Luigi Oldani, interviene Alba Donati 

Il tempo, che apparentemente procede in modo lineare, ci turba con le sue incongruenze: dove finisce il passato e cosa diventa una volta a contatto con il presente? La poesia di questa nuova raccolta di Giuseppe Grattacaso nasce a partire da queste considerazioni. Ad animarla possono essere la frutta di un mercato cittadino, le stelle o i pianeti che popolano i cieli. È una poesia scritta in una lingua che cerca nel lettore un complice, privilegiando l’uso di un endecasillabo disincantato, musicale, che si pone come strumento di un’interrogazione continua, insieme concreta e metafisica. 

Giuseppe Grattacaso, vive a Pistoia. Ha pubblicato i libri di poesia Devozioni (1982), con una nota introduttiva di Renzo Paris, Se fosse pronto un cielo (1991), introduzione di Alessandro Parronchi, Confidenze da un luogo familiare (2010). Con La vita dei bicchieri e delle stelle nel 2013 ha vinto il premio Pontedilegno Poesia. Ha un blog di poesia www.giuseppegrattacaso.it. Collabora al web magazine “Succedeoggi”.

25 marzo, ore 17.30

Heddi Goodrich, Perduti nei quartieri spagnoli (Giunti)

Presenta Raffaele Palumbo

Il caso di Heddi Goodrich è unico: americana, venuta in Italia sedicenne, per uno scambio culturale, ha vissuto a Napoli per quasi dieci anni coltivando una padronanza dell’italiano impressionante. Il suo stile è colto, raffinatissimo. Il libro: una ragazza americana a Napoli, ma non una delle tante. Heddi, studentessa di glottologia all’Istituto Universitario Orientale, non è venuta per un rapido giro nel folclore, ma per un’immersione che la porta ad avere della città, della lingua, del dialetto una conoscenza profonda, che nasce dall’empatia, da un bisogno di radicamento. Questo romanzo è una doppia storia d’amore: per una città e per un giovane uomo. Pietro è studente di geologia, figlio di una famiglia contadina della provincia di Avellino, gente avvinta alla terra da un legame ostinato, arcaico. Anche il ritratto della madre di lui, apparentemente fragile e depressa, in realtà custode feroce dell’ordine familiare, è di spietata esattezza. 

Heddi Goodrich è nata a Washington nel 1971. Arriva per la prima volta a Napoli nel 1987 per uno scambio culturale e, tranne brevi periodi di ritorno negli Stati Uniti, vi soggiorna fino al 1998. Si laurea in Lingue e Letterature Straniere all’Istituto Universitario Orientale. Insegnante, tiene un blog bilingue su traduzioni, letteratura e curiosità dell’italiano e dell’inglese (Il buono, il brutto e l’ulivo). Vive a Auckland, Nuova Zelanda, con il marito e due figli. Perduti nei Quartieri Spagnoli è il suo primo romanzo.

26 marzo, ore 17.30

Stefano Crespi, Immagine, voce femminile. Arte e poesia (Le Lettere)

Presenta Alba Donati 

Nel cambiamento in atto nell’orizzonte del contemporaneo, l’immagine femminile (in arte), la voce femminile (in poesia) vengono a rappresentare l’intuizione profonda dell’esistenza rispetto allo scenario dei linguaggi. Nelle testimonianze dell’arte, l’immagine femminile diventa corpo, luce (Modigliani, Giacometti, Balthus). La voce femminile è la voce non abdicante dell’interiorità nella più varia esplorazione (da Ingeborg Bachmann a Simone Weil, da Antonia Pozzi ad Alda Merini).  Siamo immersi nella cultura empirica del «vedere». La correlazione tra arte e poesia nel femminile apre la dimensione senza fine dello «sguardo»: l’inconscio, la memoria di ciò che è stato amato, ciò che non è accaduto.

Stefano Crespi è nato a Magnago. Dal 1972 al 1976 è stato consigliere d’amministrazione del Piccolo Teatro della Città di Milano sotto la direzione di Giorgio Strehler. Ha collaborato con varie testate giornalistiche, scrivendo di poesia e di arte: «Il Sole 24 Ore», «Corriere della Sera», «Corriere del Ticino». Per la casa editrice Le Lettere dirige la collana “Atelier” che conta finora ventisei titoli, in un orizzonte tra arte e letteratura (de Pisis, de Chirico, de Staël, Testori, Bonnefoy). 

29 marzo, ore 17.30

Presentazione dell’antologia Poeti italiani nati negli anni ’80 e ’90 (Interno Poesia) a cura di Giulia Martini

Intervengono Giulia Martini e alcuni degli autori 

Il primo volume di poesia italiana contemporanea dedicato alle generazioni nate tra gli anni Ottanta e Novanta del ’900, a cura di Giulia Martini. Dodici poeti, dei quali si pubblicano i principali lavori inediti e editi, introdotti da altrettanti prefatori, per un viaggio dentro la poesia di oggi e di domani.

Poeti antologizzati: Maria Borio, Clery Celeste, Damiana De Gennaro, Manuel Giacometti, Anita Guarino, Giovanni Ibello, Demetrio Marra, Dimitri Milleri, Bernardo Pacini, Eleonora Rimolo, Damiano Sinfonico, Francesco Vasarri.

Giulia Martini è nata a Pistoia e vive a Firenze, dove si è laureata in Letteratura italiana contemporanea con una tesi su “Pigre divinità e pigra sorte” di Patrizia Cavalli. Ha esordito nel 2015 raccogliendo trentotto componimenti sotto il titolo “Manuale d’Istruzioni” (Gruppo Albatros Il Filo). A giugno 2018 è uscita la sua seconda raccolta di testi poetici, “Coppie minime” (Interno Poesia). Sempre per Interno Poesia ha curato l’antologia “Poeti italiani nati negli anni ’80 e ’90”. Alcuni inediti sono usciti sulla rivista “Paragone Letteratura”, fondata da Roberto Longhi.

10 aprile, ore 17.30

Elisabetta Rasy, Le disobbedienti. Storie di sei donne che hanno cambiato l’arte (Mondadori) 

Presenta Chiara Dino, giornalista Corriere Fiorentino

Artemisia Gentileschi, che in Giuditta che decapita Oloferne diede forma alla violenza subita nel 1611, quando era giovanissima, dal pittore Agostino Tassi, e i cui successivi autoritratti sono il pieno riscatto di se stessa e l’immagine della sua affermazione. Elisabeth Vigée Le Brun, bellissima e talentuosa ritrattista, prediletta di Maria Antonietta, che, dopo essere fuggita dalla Parigi rivoluzionaria con la figlia avuta da un marito sfaccendato e profittatore, continuò a dipingere nelle più importanti corti di tutta Europa e molto anche in Italia. Berthe Morisot, la musa di Manet, che osò competere con il maestro (e forse amante), unica donna ammessa nel 1874 alla mostra degli espressionisti nello studio fotografico di Nadar. Suzanne Valadon, modella di Degas, Renoir, Toulouse Lautrec, amante di molti pittori della loro cerchia e madre di Maurice Utrillo, il cui Nudi (1919) raffigura la nudità femminile in modo straordinariamente inedito e anticonvenzionale. E poi, Frida Kahlo la cui intera opera è un’autobiografia per immagini. Elisabetta Rasy traccia i ritratti di sei straordinarie pittrici indomite e ostinate, per le quali la pratica dell’arte è stata una ribellione alle congiunture sfavorevoli della vita femminile. 

Elisabetta Rasy ha pubblicato romanzi, racconti e saggi di argomento letterario, molti dei quali dedicati alla scrittura femminile. Ha vinto numerosi premi letterari, fra cui il Selezione Campiello nel 1997 con Posillipo. Collabora al «Sole-24 Ore». Tra i suoi ultimi titoli ricordiamo: Memorie di una lettrice notturna, Scrivimi, L’estranea, La scienza degli addii, L’ombra della luna. 

12 aprile, ore 17.30

Viola Di Grado, Fuoco al cielo (La nave di Teseo)

Presenta Alba Donati 

Febbraio 1996. Tamara e Vladimir vivono a Musljumovo, remoto villaggio al confine con la Siberia, tra caseggiati in rovina e fabbriche abbandonate, uniti da un amore ormai logoro ma incapaci di lasciarselo alle spalle. Vivono in un’area geografica per decenni assente dalle mappe, quella della “città segreta”, luogo sinistro da cui era vietato uscire e comunicare con l’esterno, legato alla produzione di plutonio e responsabile negli anni ‘50 e ‘60 di ben tre catastrofi nucleari. Vivono nel luogo più radioattivo del pianeta, ignorati dal governo e circondati da una natura satura di veleno, consumando i resti di una passione claustrofobica, finché un evento prodigioso sconvolgerà le loro vite e le loro certezze. Ispirata a uno scioccante fatto di cronaca che disorientò il mondo, una storia d’amore in cui il male è ubiquo: perchè la “città segreta” non è solo un luogo reale di distruzione e di segregazione forzata, i cui danni superano Chernobyl, ma anche il nodo più intimo e pericoloso di ogni rapporto d’amore, dove i confini tra il sé e l’altro si perdono e basta una parola, un gesto, un grumo di silenzio per far crollare ogni cosa o metterla per sempre in salvo. 

Viola di Grado è l’autrice di Settanta acrilico trenta lana (2011) – vincitore del premio Campiello Opera Prima, del premio Rapallo Carige Opera Prima e finalista all’IMPAC Dublin Literary Award – di Cuore Cavo (2013), finalista al PEN Literary Award, e di Bambini di ferro (2016). Ha vissuto a Kyoto, Leeds e Londra, dove si è laureata in Filosofie dell’Asia orientale. I suoi libri sono tradotti in otto Paesi. 

18 maggio, ore 17.30

Dacia Maraini, Corpo Felice (La nave di Teseo)

Presenta Chiara Dino giornalista Corriere Fiorentino

A più di quarant’anni dai versi che hanno disegnato i contorni di un cambiamento possibile – “Libere infine di essere noi / intere, forti, sicure, donne senza paura” – Dacia Maraini riavvolge il filo di una storia tempestosa, quella al femminile, attraverso le parole di una madre a un figlio perduto, il suo, che cammina verso la maturità pur abitando solo nei ricordi. È così che l’immaginazione si fa più vera della realtà, come accade per tutte le donne che popolano i suoi libri – Marianna, Colomba, Isolina, Teresa – e sono arrivate a noi con le loro voci e i loro corpi. Corpi che non hanno mai smesso di cercare la propria via per la felicità, pieni di vita o disperati per la sua assenza, amati o violati, santificati o temuti, quasi sempre dagli altri, gli uomini. Ed è proprio a loro che parlano queste pagine. Agli occhi di un bambino maschio non ancora uomo. Per ricordare a lui e a tutti noi, sul filo sottile ma resistente della memoria, che solo quando l’amore arriva a illuminare le nostre vite, quello tra i sessi non sarà più uno scontro ma l’incontro capace di cambiare le regole del gioco.

Dacia Maraini è autrice di romanzi, racconti, opere teatrali, poesie e saggi, editi da Rizzoli e tradotti in oltre venti Paesi. Nel 1990 ha vinto il Premio Campiello con La lunga vita di Marianna Ucrìa e nel 1999 il Premio Strega con Buio. 

NUOVI CORSI

Dal 6 marzo al 27 novembre 

8 LEZIONI DI CINEMA LETTERATURA FILOSOFIA

con Giovanni Bogani, Marino Biondi, Sergio Givone

Dal 6 aprile al 30 giugno 

WEEKEND DI SCRITTURA, CUCINA E POESIA

con Luca Ricci, Michela Murgia, Alba Donati e Giulia Martini

Dal 27 aprile al 5 maggio 

WORKSHOP DI DRAMMATURGIA E LETTURA

con Chiara Guarducci e Laura Cioni

Dal 13 al 17 maggio 

CORSO DI SEO

Dalle basi teoriche alla pratica

con Filippo Maria De Matteis

Dal 10 al 14 giugno 

CORSO DI SEM

Dall’analisi delle ricerche alla realizzazione delle campagne Adwords

con Filippo Maria De Matteis

7 e 8 giugno 

TIM PARKS

Leggere meglio per tradurre meglio

Corso per traduttori italiani dall’inglese

Dal 4 al 26 ottobre

COME AFFRONTARE IL MOSTRO

LA PAROLA CHE CURA

con Alessandra Sarchi e Geraldina Fiechter

Corso di scrittura 

***Fenysia – Scuola di Linguaggi della Cultura

Nata nel 2017 da un’idea di Alba Donati, poetessa e presidente del Gabinetto Vieusseux, fondata e diretta con Pierpaolo Orlando, Fenysia è la prima scuola di linguaggi dedicata alla cultura. La Scuola, che ha sede a Firenze, in Palazzo Pucci, organizza corsi bimestrali e trimestrali sui linguaggi delle diverse discipline culturali: arte, cinema, narrazione, musica, giornalismo culturale, editoria e comunicazione, traduzione di testi letterari. 

Nata con il patrocinio del MiBact, del Comune di Firenze, del Gabinetto Vieusseux e di Montedomini, Scuola Fenysia si avvale dell’importante contributo della Fondazione CR Firenze finalizzato ad offrire borse di studio per studenti meritevoli e in difficoltà economiche. 

Scuola Fenysia

Palazzo Pucci, Via De’ Pucci 4, Firenze

t. 055 2052548 info@scuolafenysia.it

Programma dettagliato dei corsi al sito: www.scuolafenysia.it

Responsabile coordinamento corsi Francesca Ordiligi