SPECIALE “IRIS” / 4. È arrivato il giorno del debutto: l’opera di Mascagni compie 120 anni e riparte da Livorno (con fotogallery)

Per la prima volta assoluta, a quasi 120 anni dalla sua première avvenuta a Roma nel 1898, “Iris” di Pietro Mascagni torna sulle scene con una coproduzione tra Italia e Giappone: a volerlo il Teatro della sua città natale, il Goldoni di Livorno che insieme agli altri due Teatri di Tradizione della Toscana (Verdi di Pisa e Giglio di Lucca) ha trovato nel Kansai Nikikai Opera Theater di Osaka un partner entusiasta ad affrontare il primo titolo del melodramma italiano ambientato in Giappone, ma pressoché sconosciuto nel loro paese. Soltanto due rappresentazioni, entrambe a Tokyo e prodotte dai giapponesi: la prima nel Teatro Nissei nell’agosto 1985 e poi trenta anni dopo, nel 2015 (ma in forma di concerto) diretta dal M° Andrea Battiston, direttore principale della Tokyo Philharmonic Orchestra. Una rarità, quindi, ma che ha riscosso un grande successo di pubblico ad Osaka nell’anteprima di fine maggio, con due rappresentazioni sold out accolte da oltre 4.000 spettatori.
Non resta ora che seguirla nella tournée nei nostri teatri: il debutto è sabato 16 dicembre 2017, alle ore 20.30 (con replica domenica 17, alle ore 16.30) al Teatro Goldoni di Livorno a cui seguirà ad inizio anno il Verdi di Pisa (13 e 14 gennaio 2018) ed il Giglio di Lucca (10 e 11 febbraio 2018).

Altra rarità anche per i nostri palcoscenici: per la prima volta in un teatro italiano, l’opera giapponese di Mascagni è firmata da un regista proveniente dal paese del Sol Levante, Hiroki Ihara (nella foto sopra il titolo, ph. Augusto Bizzi)), uomo di teatro già noto in Italia per alcune produzioni operistiche di successo (tra cui le pucciniane Butterfly e Turandot), mentre la parte musicale è curata da un interprete di grande esperienza verista quale il milanese Daniele Agiman, direttore principale per il repertorio italiano proprio all’Opera di Osaka (nella foto a destra).Il Direttore d_orchestra Daniele Agiman

Il cast è il risultato del Mascagni Opera Studio, il progetto del Teatro Goldoni che si è avvalso della preziosa collaborazione del Rotary Club Livorno e si è concluso con una masterclass condotta dal soprano di fama internazionale Paoletta Marrocu, che sarà la prima Iris sul palcoscenico.

Nasce così una Iris caratterizzata dalla raffinata sensibilità interpretativa tutta italiana con la fedeltà alle indicazioni mascagnane del maestro Daniele Agiman che proporrà una versione integrale dell’opera, senza alcun taglio della partitura e l’elegante, pittorica stilizzazione drammaturgica giapponese della lettura registica di Ihara, incline a sottolineare le atmosfere di favola crudele proprio dell’opera mascagnana e la solitudine visionaria della figura della protagonista, vittima predestinata della cattiveria spregiudicata del mondo degli adulti.

“Orientalismo, Impressionismo e Decadentismo sono le parole chiavi da utilizzare per questo capolavoro Iris – spiega il regista – a tratti mi sembra che Iris sia più vicina alla Turandot che alla Butterfly. Liù, grande eroina pucciniana della Turandot, ci ha fatto conoscere la forza del sacrificio. Iris ci mostra l’arma più forte del sacrificio: la resistenza passiva dell’innocenza. Alla fine Iris diviene veramente la grande eroina rappresentante la vittima di ogni tipo di sfruttamento e maltrattamento nella vita degli esseri umani”. “Un teatro certo difficile quello di Iris – afferma il direttore d’orchestra Agiman – ma che ripaga ascoltatori e interpreti delle fatiche con una contemplazione rara sul senso ultimo delle cose…”

Interamente nipponica la parte visiva della produzione, affidata scenografie di Sumiko Masuda, i costumi originali di Tamao Asuka e le coreografie di Rina Ikoma.

UN WORK IN PROGRESS

di Alberto Paloscia (direttore artistico della stagione lirica del Goldoni)

Iris (prima rappresentazione assoluta: Roma, 22 ottobre 1898) può essere considerata a buon diritto una delle creazioni di Pietro Mascagni più rappresentate nel mondo dopo l’opera prima, la mediterranea Cavalleria rusticana (1890) e l’idillio agreste e intimistico del suo secondo lavoro teatrale, L’amico Fritz (1891). Basti pensare alla cadenza decennale con cui è stata rappresentata nella nostra città nell’ultimo trentennio: 1988 nella cornice estiva del Teatro all’Aperto di Villa Mimbelli; 1998 con l’edizione celebrativa del centenario al Teatro La Gran Guardia, diretta dal compianto Massimo De Bernart e la regia di Lindsay Kemp; 2006 con l’acclamato ritorno al Teatro Goldoni dopo la forzata chiusura, direttore Lukas Karitynos, regista Federico Tiezzi ed oggi con questa nuova produzione. Senza dimenticare, nell’ultimo decennio, le apparizioni italiane al Teatro Verdi di Trieste, al Teatro Filarmonico di Verona – sempre con la stessa produzione targata Livorno firmata da Tiezzi – e la riproposta, nell’estate del 2016 all’Holland Park Festival di Londra. Un’opera ‘quasi’ di repertorio, che segna l’adesione definitiva, dopo l’esperimento del parnassiano Zanetto (1896), alla temperie simbolista e decadentista che proseguirà con gli altri due ‘pannelli’ di una vera e propria trilogia: Isabeau su libretto di Illica (Buenos Aires, 1911) e la dannunziana Parisina (Milano, 1913).

La nuova edizione rappresenta il coronamento di un vero e proprio work in progress iniziato due anni fa con l’ampliamento e il consolidamento del Progetto Mascagni della Fondazione Teatro Goldoni nel panorama internazionale attraverso i rapporti con prestigiose realtà europee ed extra-europee ed alla muova veste conferita al corso di alto perfezionamento per interpreti mascagnani e veristi denominato “Mascagni Opera Studio”. Il Teatro della città natale di Mascagni si configura così come un autentico punto di riferimento internazionale per il rilancio della sua figura ed opera, tramite interazioni e coproduzioni con altre realtà fuori dal nostro Paese e grazie alla ricerca di nuovi talenti vocali che possano rinverdire i fasti della vocalità mascagnana di un tempo. Un progetto che vede risultati tangibili proprio con la nuova proposta di Iris: un ritorno dell’opera mascagnana – il primo titolo del repertorio italiano ambientato in Giappone, ben sei anni prima della più popolare Butterfly pucciniana – alle sue radici esotiche e nipponiche. Il tutto grazie al connubio con una delle più antiche e prestigiose compagnie d’opera del paese del Sol Levante, la Kansai Nikikai Opera di Osaka, con cui Iris è stata coprodotta, approdando in Italia sui nostri palcoscenici dopo le due trionfali recite tenute nella città giapponese nello scorso maggio (…).

Nasce così una Iris caratterizzata dalla raffinata sensibilità interpretativa tutta italiana con la fedeltà alle indicazioni mascagnane del maestro Agiman e l’elegante, pittorica stilizzazione drammaturgica giapponese della lettura registica di Ihara, incline a sottolineare le atmosfere di favola crudele proprio dell’opera mascagnana e la solitudine visionaria della figura della protagonista, vittima predestinata della cattiveria spregiudicata del mondo degli adulti. Il loro lavoro troverà una nuova e significativa impronta, dopo l’esperienza di Osaka, nel nutrito cast selezionato dopo un lungo lavoro di formazione del Mascagni Opera Studio, guidato da docenti di chiara fama e capeggiato da un’autentica ‘fuoriclasse’ quale il soprano Paletta Marrocu (…). 

Biglietti presso il botteghino del Goldoni (tel. 0586 204209) aperto il martedì e giovedì con orario 10-13 ed il mercoledì, venerdì e sabato ore 17-20, oltre che sul sito www.goldoniteatro.it