Il filo rosso che lega Mascagni alla “Patetica” di Čiajkovskij. Successo al Teatro Goldoni della sinfonia che per primo il compositore livornese diresse in Italia. Sul podio un appassionato Mario Menicagli. La recensione di Fulvio Venturi

di FULVIO VENTURI
Un filo rosso lega Pietro Mascagni alla Sinfonia in SI Min op. 74 “Patetica” di Piotr Il’ič Čiajkovskij. Fu infatti Pietro Mascagni, il 12 aprile 1898 al Teatro alla Scala, a dirigere per primo in Italia la postrema sinfonia ciaikovskiana, a mantenerla quindi in repertorio durante la lunga carriera direttoriale, e a dirigerne anche, il 22 agosto 1936, la prima esecuzione livornese in un memorabile concerto che si tenne nel Giardino dell’Albergo Palazzo con l’Orchestra romana dell’Augusteo.
In questo modo la Fondazione Goldoni ha inteso ricordare i due musicisti facendo precedere alla esecuzione della “Patetica”, quella della Sinfonia delle “Maschere”, ovvero la pagina più intensa e forse più tragica di Čiajkovskij con quella più solenne, più gaia e forse più riuscita di Pietro Mascagni.
Ideatore di questo percorso è stato il direttore della serata, e direttore amministrativo del Teatro Goldoni, Mario Menicagli, il quale, con il consueto piglio entusiastico e appassionato ha guidato la nutrita orchestra della Fondazione che segue il suo percorso di crescita. È una iniziativa veramente lodevole quella del Goldoni volta a proporre titoli di gran repertorio e di grande organico ad un pubblico non troppo avvezzo a tali scelte. E la risposta dei presenti, calorosissima, e abbastanza cospicua al borderò, ripaga il laborioso intento. Per la cronaca la “Patetica” era assente dai cartelloni del Goldoni da oltre dieci anni quando, il 28 gennaio 2012, fu eseguita dall’Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova con un giovane e molto promettente Andrea Battistoni sul podio.
Il programma della serata è stato completato da un brano di Alexey Shor per bandoneon e orchestra, dal titolo Carpe Diem che ha posto in bella evidenza il solista Fabio Furia. Ad esso è seguito come encore l’evergreen di Astor Piazzola Oblivion elegantemente reso da direttore, orchestra e solista.
Come già registrato, bellissimo successo con Mario Menicagli sugli scudi.