Pietro Mascagni come non l’avete mai conosciuto. Nel nuovo libro di Fulvio Venturi (autore e critico musicale) la storia affascinante del rapporto del compositore con Livorno e con la musica

(…) Il 9 febbraio 1881 si esegue all’Istituto Cherubini la cantata In Filanda di Pietro Mascagni, L’autore del libretto (il testo della cantata) è Alfredo Soffredini il quale, in puro stile “scapigliato”, prende a soggetto una tenue storia d’amore ambientandola tra le operaie dei primi insediamenti industriali lombardi. La partitura, che Mascagni data in calce all’ultima pagina 29 gennaio 1881, locandola “di casa”, è dedicata “Al celebre Maestro cav. Amilcare Ponchielli” e lo stesso Soffredini dirige l’esecuzione che riscuote un notevole successo.

Mascagni riceve onori a bizzeffe e un sacco di regali: orologi d’oro, catene, anelli e corone d’alloro. Un suo ritratto fotografico è venduto per strada a due soldi la copia. In Filanda si replica il 30 marzo in occasione di una serata di beneficio per i terremotati di Casamicciola nella cosiddetta “Sala dell’Ademollo” nel Casino del Teatro San Marco. In Filanda quindi è allestita all’Esposizione Musicale di Milano, dove consegue la menzione d’onore (di prima della classe). (…)

(da “Mascagni e Livorno. Un caso internazionale” di Fulvio Venturi, 2019)

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di ELISABETTA ARRIGHI

Eccolo, Pietro Mascagni. Sembra di vederlo, di toccarlo, di ascoltare in sottofondo la sua voce e la sua musica. C’è il suo genio creativo che si libra nell’aria, fa giri immensi per poi scendere nella buca dell’orchestra, salire sul palco… da Livorno al resto del mondo. Nei più importanti teatri, per ricevere gli applausi che ogni volta ricordano la sua grandezza di compositore. C’è un libro, uscito proprio in questi giorni che precedono il Natale 2019, dedicato a Mascagni che ce lo racconta – forse per la prima volta – a viso aperto, senza fronzoli, ma con scientifico rigore storico e musicale. Un libro – autore Fulvio Venturi – che, forse, è la prima piccola grande pietra sulla quale cominciare a costruire quello di cui a Livorno, già dall’estate del 2019, si parla, grazie alla nuova giunta comunale insediatasi a metà anno. Ovvero arrivare finalmente all’allestimento di un festival dedicato al compositore di casa. Un festival che non sia una meteora, ma qualcosa di solido, destinato a incardinarsi stabilmente nei luoghi mascagnani di Livorno, a partire dal Teatro Goldoni. Un festival che abbia lo scopo di celebrare sì il compositore, ma anche quello di andare oltre gli stereotipi storici e certa critica che per anni non ha perdonato a Mascagni l’adesione al fascismo.

Dalla prefazione di Federico Maria Sardelli: (…) “In fondo Mascagni era un uomo troppo intelligente per credere alle pagliacciate sanguinarie di quella cupa stagione politica e se fu fascista lo fu solo per convenienza e quieto vivere. Lo testimonia il sollievo con cui salutò il crollo del regime: ‘Il fascismo è finito, torna su di noi il sole della libertà’ (lettera ad Anna Lolli del 26 luglio 1943)”.

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Fulvio Venturi

 “Mascagni e Livorno. Un caso internazionale” di Fulvio Venturi (collana Chiave di Do, dreamBOOK edizioni, 20 euro) è un bel libro (circa 500 pagine, fra testo, note, schede, prefazione, introduzione, postfazione) che l’autore dedica “A Livorno, la mia città”, quella dov’è nato anche Mascagni.

Come nasce l’idea di questo nuovo libro dedicato al compositore di Cavalleria rusticana? chiediamo a Venturi. “Non lo so. O meglio – sorride l’autore – dall’amore per Mascagni e per Livorno. Un rapporto, fra l’uomo e la sua città, sicuramente molto affettuoso e corrisposto, ma caratterizzato anche da fraintendimenti e litigi. Ecco, un anno fa, partendo da una vecchia idea e riprendendo fra le mani il molto materiale raccolto nel tempo, ha cominciato a far germogliare questo libro, che comunque ne ha altri alle spalle, in primis “L’opera lirica a Livorno” (Debatte editore, 1999), e poi altre due pubblicazioni (una con Debatte e un’altra – Mascagni e le sue opere – con Sillabe nel 2017, nda)”.

La struttura del volume è importante. C’è un primo focus, la biografia – ricorda Venturi – che tende a collocare Mascagni in mezzo agli eventi del periodo”. C’è quindi la musica e ci sono i compositori italiani ed europei, c’è la letteratura (D’Annunzio, Illica, i simbolisti, i decadentisti), c’è la pittura (dal livornese Plinio Nomellini a Pellizza da Volpedo, ma anche Monet con le sue ninfee, una delle fonti di ispirazione per Iris). Il secondo focus, invece, inquadra Mascagni e Livorno, la sua città, che rappresenta l’humus della sua formazione giovanile.

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Pietro Mascagni in veste di direttore d’orchestra al Teatro Goldoni di Livorno

Non è un romanzo “Mascagni e Livorno”, ma un libro dettato dalla storia, quella con la lettera maiuscola. Rigore scientifico e passione si fondono nelle pagine, ricche di date, riferimenti, citazioni, note, che permettono di seguire un percorso e di poter attingere al tempo stesso ad una serie di approfondimenti. L’introduzione è di Federico Maria Sardelli, artista, musicista, autore livornese di grandissima cultura e preparazione. La prefazione è di Giorgio Mandalis mentre la postfazione è a firma di Marco Marchi. Si tratta in maniera analitica il dipanarsi delle prime rappresentazioni delle opere mascagnane e molto interessante è la cronologia delle rappresentazioni a Livorno.

“L’incontro con Fulvio Venturi – sottolinea Stefano Mecenate, editore di dreamBOOK – è stato proficuo. Ne ho apprezzato il rigore scientifico e la passione di chi ama la musica. È un bravo saggista ed un personaggio, un autore che concede al lettore un margine attivo, quello di essere al contempo anche protagonista. Credo che questo libro segnerà un punto di partenza per riparlare, molto, di Pietro Mascagni. Spero quindi in un risveglio dell’interesse in maniera ampia e l’idea è quella di creare attorno al volume un tour nazionale di presentazioni”.

Note biografiche / Fulvio Venturi è nato nel 1954 a Livorno, città dove è cresciuto e dove svolge un’intesa attività di saggista, essenzialmente per quanto riguarda la musica. “Specializzato nel teatro ‘verista’ e novecentesco – si legge nella scheda biografica del libro edito da dreamBOOK – ha perlustrato l’intero repertorio mascagnano, ma ha anche scritto di autori quali Giordano, Puccini, Pietri, Respighi, Zandonai, Cilea, Strauss, Massenet, Leoncavallo, Gabriele D’Annunzio. In precedenza si è occupato di pittura, arte e arte applicata. Autore teatrale, ha scritto le pièces “Tramontata è la Luna. Omaggio a Maria Callas”; “Estate” ispirata dall’Alcyone dannunziano ed “Elvira, povera donna” dedicata a Giacomo Puccini”. Autore di numerosi libri (pubblicati con varie case editrici) e collaboratore di www.toscanaeventinews.it, ha collaborato con il Maggio Musicale, con il Wexford Opera Festival, il Teatro dell’Opera di Roma, l’Opera di Monte Carlo, il Teatro Lirico di Cagliari, il Festival Pucciniano di Torre del Lago e la Fondazione Goldoni di Livorno.