MASCAGNI FESTIVAL 2021. Tra dolci declivi, macchia e le docili acque del Lago Alberto scenario ideale per l’ambientazione dell’opera “L’amico Fritz”. Direzione vitale ed estroversa di Gianna Fratta, disinvolti i cantanti della Mascagni Academy. Molto bene il baritono Luca Bruno, fresca Carmen Lopez. La recensione di Fulvio Venturi

di FULVIO VENTURI

Et in Arcadia ego. Il luogo è molto piacevole. Dolci declivi, piccole vallee, macchie più folte, men folte, un laghetto sulle cui rive ti aspetti che irrompano ninfe e satiri. Questo è il Lago Alberto della tenuta Bellavista Insuese di Guasticce, quindici minuti in automobile da Livorno. Un teatro di verzura naturale dove un’opera d’ambientazione villereccia come L’amico Fritz trova una cornice ideale.

Così il Festival Mascagni, giunto al suo secondo anno, ha inaugurato la produzione operistica che dovrebbe portare all’indagine sui titoli considerati maggiori del musicista livornese e a sottrarli da un lungo oblio. Operazione fascinosa, ma difficile, che necessita di adeguati supporti culturali ed economici.
La produzione, gradevole, ha fatto leva sulla direzione vitale ed estroversa di Gianna Fratta, che ha condotto con sicurezza e partecipazione l’Orchestra del Teatro Goldoni. Tempi serrati, tutti volti ad una narrazione spedita senza cedimenti a possibili languori. Ne ha tratto giovamento soprattutto il primo atto, spesso relegato a distratte vacuità nella lettura di altri musicisti, sacrificando forse certe nuances del fraseggio che ci sembrano irrinunciabili in un’opera che si pone alla base della commedia lirica (siamo nel 1891), ma a questo riguardo si deve tenere in conto l’effetto dell’amplificazione, efficace, sì, ma pure uniformante.
Estroversa anche la regia di Giulia Bonghi, con l’allestimento scenico di Immersiva srl (scenografo Andrea Comotti), dove non è emerso quello spleen, né quell’erotico languore, proprio arcadico in questo caso, che ci sembra il tratto più interessante di questa partitura. Un lavoro comunque diligente, non privo di eleganza e che senz’altro è stato realizzato in tempi ristretti. Belli i costumi di Diego Fiorini e dell’Accademia Ligustica di Genova, un’istituzione che nel campo fugurativo, in passato, si è occupata di Plinio Nomellini e dei pittori divisionisti livornesi con studi di grande interesse.
In palcoscenico i giovani cantanti provenienti dalle masterclass della Mascagni Academy si sono mossi con disinvoltura e adeguatezza. Molto bene il baritono Luca Bruno nei panni del Rabbino David, un cantante sicuro, musicalissimo, timbricamente pastoso e brillante, pronto per una brillante carriera. Bene anche, a parte qualche incertezza nel registro acuto, il soprano Carmen Lopez, una Suzel stilizzata, fresca, animata da una vaga malinconia. Fabio Serani, il protagonista Fritz Kobus, ha una voce robusta e squillante di tenore lirico. Non tragga in inganno certa retorica giovanilistica che farebbe di Fritz un personaggio facile. La parte è molto difficile come tutte quelle articolate sul canto di conversazione, i cui i momenti discorsivi si alternano con le emissioni a fior di labbro e con impennate tipicamente mascagnane che recano ad un periglioso terzo atto. Fabio Serani ha risolto con disinvoltura, solo a tratti enunciando qualche durezza che ci sembra emendabile con qualche altro anno di studio. Vocalmente ottimo anche il Beppe di Mana Yamakawa, ombroso ed introverso. Fra i solisti cito anche il violinista Brad Repp che ha eseguito con grande capacità l’assolo del primo atto. Centrate le figure di Federico e Hanezò, gli amici scapoloni di Fritz, interpretati da Tiziano Barontini e Alessandro Martinello, così come bene ha fatto Raffaella Marongiu nei panni di Caterina. Buono il coro Schola Cantorum Labronica, guidato da Maurizio Preziosi.
Pubblico plaudente. Coproduzione Mascagni Festival e Fondazione Teatro Goldoni in collaborazione con Immersiva srl e Accademia Ligustica di Genova con il patrocinio del Comune di Collesalvetti.
:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

“L’amico Fritz” di Pietro Mascagni replicadomenica 1 agosto 2021, ore 21.30

Dirige Gianna Fratta – regia Giulia Bonghi