“La mia Via Crucis”, il quaderno di Leopoldo Belli racconta la tragedia della guerra. Il libro sarà presentato a Querceta il 27 gennaio, Giorno della Memoria

Le sventure di una famiglia ‘inseguita’ dalla guerra, costretta ad abbandonare casa e averi per fuggire il più lontano possibile dal fronte, verso la salvezza e la libertà. Lo scenario non è la Siria dei nostri giorni, ma la Versilia del 1944, attraversata dalla Linea Gotica, martoriata dai bombardamenti, teatro di uno scontro senza quartiere (e senza pietà) pagato a caro prezzo dalla popolazione civile. E la storia è quella di una famiglia strettoiese e del suo patriarca, Leopoldo Belli, che per dodici lunghi mesi annota e registra con dovizia di particolari quella che a tutti gli effetti – per lui e per i suoi congiunti – è un’autentica Via Crucis.

“La mia Via Crucis – Quaderno di Belli Leopoldo e le sue sventure durante la guerra Russa Inglese Americana 1939-1945”, è il titolo del volume che il Circolo Culturale “Sirio Giannini”, con il patrocinio del Comune di Seravezza e della Fondazione Terre Medicee, presenta domenica 27 gennaio 2019 alle 17:00 presso la sala conferenze della Croce Bianca di Querceta. Con le autorità comunali e con il presidente della Pubblica Assistenza Paolo Giannarelli interverranno il presidente del Circolo “Sirio Giannini” Giuseppe Tartarini, il pronipote e omonimo dell’autore Leopoldo Belli, il giovane storico Federico Bertozzi. Coordinerà gli interventi e leggerà alcuni brani Ezio Marcucci. Ingresso libero.

Questa seconda presentazione del libro fa seguito a quella, affollatissima, fatta di recente nella chiesa di Strettoia. Non a caso a avviene nel Giorno della Memoria. “Raccontata in modo semplice e spontaneo dal protagonista sotto forma di diario giornaliero, la storia si snoda sotto gli occhi del lettore con una linearità avvincente – scrive Tartarini presentando il Diario – Le pagine, dense di tragedia e di umanità, percorrono i terribili eventi che per circa un anno coinvolsero la Versilia, procedendo con un tono basso ed umile, ma ricco di una dignitosa nobiltà d’animo. Il vecchio Poldo, dinanzi alla irrazionale e sconvolgente barbarie della guerra, riesce ugualmente a mantenere una propria compostezza ed a narrare la sue sventure e quelle dei membri della sua famiglia con una semplice ed accorata immediatezza, tale da suscitare nel lettore una profonda risonanza di sentimenti”.

Colpisce il parallelo con i nostri giorni e il fatto che, purtroppo, storie di guerra e di fuga sono ancora di tragica attualità. “Invito il lettore a riflettere su quanto ancora oggi siano profondi, a vari livelli ed in diverse parti del mondo, i conflitti, le crisi e soprattutto le grandi sofferenze di popolazioni innocenti ed inermi che devono subire violenze e sopraffazioni di ogni genere”, scrive il curatore Leopoldo Belli nell’introduzione. “Ed infine lo invito a meditare su quanto questi attuali eventi, l’eco dei quali ci raggiunge talvolta in forma incompleta o fuggevole, siano invece molto più vicini e più temibili di quanto ci appaia, vivendo oggi in un mondo nel quale le distanze si stanno accorciando ed i rapporti tra persone o tra popoli sono sempre più frequenti ed interdipendenti”.

Il Diario dell’umile Poldo indica nella quotidiana pratica del rispetto reciproco, della semplicità degli affetti ed anche nel dialogo, nella comprensione e nella tolleranza la via maestra che conduce a un equilibrio armonico tra gli uomini.