FESTIVAL PUCCINI 2019 / 2. Intervista ad Amarilli Nizza, per la prima volta nel ruolo della principessa di ghiaccio. Appuntamento con Turandot sabato 13 luglio a Torre del Lago

di LISA DOMENICI

Ed ecco Turandot, ultima (per ora ) incursione nel repertorio pucciniano di Amarilli Nizza (sopra il titolo, foto dal sito web). “Un ruolo che  da tempo mi chiedevano di debuttare, ma io ho sempre rimandato finché é arrivato il tempo giusto”, spiega la cantante milanese che sabato 13 luglio 2019 debutterà al Gran Teatro all’aperto  del Festival Puccini di Torre del Lago (*), in questo affascinante personaggio che il Maestro lasciò incompiuto. Poteva forse resistere Amarilli Nizza al fascino di Turandot?  “A parte che ogni eroina pucciniana ha un proprio irresistibile fascino, quello di Turandot è però di  particolare intensità” precisa. Evidentemente come lo è  quello di Madama Butterfly, l’opera preferita di Amarilli della quale  a Torre del Lago, qualche anno fa ,  ha lasciato la traccia di una superba  interpretazione.

turandot

Ora  è arrivato l’anno di Turandot. Come affronterà Amarilli Nizza questo soggiogante personaggio pucciniano?

 “Attraverso il canto e le movenze. Turandot è elegante, nobile, ma anche glaciale e crudele. Se c’è umanità nella principessa si rivela nei momenti di cedimento,  come quando Calaf inizia a  sciogliere gli enigmi o quando ormai sconfitta, implora il padre di non consegnarla allo straniero. In conclusione, grande ghiaccio all’inizio ed esplosione di umanità alla fine”.

Turandot è simbolo di  un lungo e sottile combattimento interiore che richiede una lettura costantemente  sorvegliata.

 “Sì, è necessaria  una lettura attenta a tutte le piccole frasi, alle sfumature  con le quali  Puccini racconta la vicenda della sua ultima eroina.  Ad esempio “In questa reggia”, l’aria che Turandot canta quando entra in scena, è molto varia. Dalla mia interpretazione uscirà un  personaggio il più fedele possibile  alla volontà dell’autore.  L’unica parte che mi ha impegnato di più è stato il finale di Alfano,  non riuscivo a impararlo a memoria. Troppo diverso dal linguaggio  di Puccini”.

 Un accenno alle altre eroine pucciniane. Che dire di Minnie (La Fanciulla del West, ndr) e di Butterfly?

 “Minnie mi ha ricordato per la scrittura musicale Giorgetta del Tabarro. Entrambe collocate in ambienti duri, di lavoratori che guadagno il pane con grande sudore, la prima nella California dei minatori, l’altra sul barcone degli scaricatori ancorato nelle acque della Senna. Le due  donne  portano la freschezza della giovane età e l’amore.  Minnie raggiunge un lieto fine, l’altra purtroppo no.  Anche Turandot  potrebbe intercettare un lieto fine, se non fosse oscurato dal suicidio di Liù. Madama Butterfly è l’opera che amo di più e ho cantato di più.”.

 Quali titoli mancano per completare il catalogo pucciniano?

“Mi mancano  “La rondine” e “Le Villi”. Spero di poterli inserirli presto in repertorio”.

Dopo il Festival Puccini, Amarilli Nizza volerà a Pechino, per riproporre la sua “Fanciulla del West”. Certo quando canta Puccini a lei sembra di giocare in casa, perché è l’autore che “amo follemente”. Lo  aveva ben intuito la sua celebre nonna Claudia Biadi,  sua prima inseganante di canto e pianoforte, che ricordava di aver fatto debuttare la ventunenne Milli, in “Madama  Butterfly”. E aggiungeva con orgoglio che Milli discende da una dinastia di cantanti.  “Mia nonna – diceva Claudia Biadi – ha cantato per  venticinque anni  al teatro Mariinskj di San Pietroburgo”.  Si riferiva alla grande cantante, Medea Mej Figner, trisavola di Amarilli Nizza.

(*) Turandot, dopo il debutto del 13 luglio 2019, sarà replicata sul palcoscenico del Gran teatro all’aperto di Torre del Lago durante l’edizione 2019 del Festival Puccini il 19 luglio e poi il 17 agosto. Si tratta di un allestimento del festival puccini, con la regia di Giandomenico Vaccari; maestro concertatore e direttore Marcello Mottadelli. Cast: Turandot / Amarilli Nizza (Lubov Stuchevskaya 17 agosto); Liù / Valeria Sepe (Claire Coolen 17 agosto); Principe Ignoto (Calaf) / Amadi Lagha (Eduardo Aladren – 19 luglio e 17 agosto); Timur / George Andguladze; Ping / Luca Bruno, Pan / Marco Voleri, Pong / Tiziano Barontini; l’imperatore Altoum / Alberto Petricca; un Mandarino / Claudio Ottino; prima ancella / Micaela Sarah D’Alessandro; seconda ancella / Anna Russo. Orchestra e coro del Festival Puccini, Maestro del coro Roberto Ardigò. Coro delle Voci Bianche del Festival Puccini. Maestro del coro delle Voci Bianche Viviana Apicella.