Energia, pensiero e bellezza: Firenze (con “Ytalia”) diventa un museo diffuso. 100 opere per dire che “tutto è connesso”

 “Italia. Energia Pensiero Bellezza. Tutto è connesso”. Eccole le opere di Mario Merz, Giovanni Anselmo, Jannis Kounellis, Luciano Fabro, Alighiero Boetti, Giulio Paolini, Gino De Dominicis, Remo Salvadori, Mimmo Paladino, Marco Bagnoli, Nunzio, Domenico Bianchi per la grande mostra a Forte Belvedere (già annunciata dal sito www.toscanaeventinews.it) dal 2 giugno al primo ottobre 2017. La mostra è promossa dal Comune di Firenze mentre l’ideazione e direzione artistica sono di Sergio Risaliti. Organizzazione Mus.e.

L’Italia è una repubblica fondata sull’arte e la bellezza; si potrebbe perfino affermare che è una repubblica fondata e rifondata dagli artisti. In Assisi, in una delle volte della Basilica Superiore, Cimabue ha scritto Ytalia a margine di una rappresentazione di città, sicuramente Roma, nella quale si riconoscono alcuni edifici: Castel Santangelo, forse San Pietro o San Giovanni in Laterano, il Pantheon, il Palazzo Senatorio e la torre dei Conti. La città eterna, vista dall’alto e racchiusa entro la cerchia di mura, rappresenta per quell’artista una primissima affermazione dell’esistenza della civiltà italiana, a cui guardare, di cui sentirsi parte e farsi promotore. Con quella segnaletica, Cimabue sancisce che i confini nazionali -siamo tra il 1280 e il 1290- sono prima artistici che politici, e che l’identità nazionale è fatta di cultura classica e umanistica, di bellezza pagana e spiritualità cristiana. In fondo poco è cambiato nel corso dei secoli. L’Italia è ancora  oggi il paese dell’arte e della bellezza.  Così è stato dal Trecento al Seicento, secoli di massimo splendore, e fino al Novecento. In tal senso, all’interno della comunità artistica internazionale, l’arte italiana – da Giotto a Piero della Francesca, da Michelangelo a Caravaggio, e da questi fino ai Futuristi e oltre – ha fatto scuola, è stata di modello per il mondo intero, perché nei nostri manufatti artistici si è potuto apprezzare il perfetto equilibrio di classicità e anticlassicità, di eclettismo e purismo, d’invenzione e citazione, d’immanenza e trascendenza. Una mostra, che offra al pubblico nazionale e internazionale, l’opportunità di confrontarsi con le opere di alcuni tra i maggiori artisti italiani del nostro tempo è sempre un fatto importante, anche per le discussioni che suscita, oltre che per le emozioni e le riflessioni che rigenera.

Partendo dalla citazione medievale di Cimabue, e in concomitanza con lo svolgimento della 57ma Biennale di Venezia, periodo di massima attenzione intorno al contemporaneo nel nostro paese, la città di Firenze ospita “Italia”, imponente mostra collettiva sull’arte italiana contemporanea. Un progetto che nasce in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi, l’Opera di Santa Croce e  il Museo Marino Marini. Per Dario Nardella, sindaco di Firenze : “La mostra Ytalia è una nuova grande sfida per Firenze: con le opere di dodici tra i maggiori artisti del nostro tempo facciamo vivere ancora il Forte Belvedere per un’altra stagione di arte contemporanea, ma soprattutto mettiamo in rete – insieme al Forte – 8 spazi straordinari tra musei, giardini e luoghi dell’architettura civile e religiosa dove il passato convive con il contemporaneo per un’esperienza unica che coinvolgerà fiorentini e turisti”.

Dopo le grandi retrospettive monografiche di Giuseppe Penone, Antony Gormley e Jan Fabre, l’esposizione ha il suo fulcro nella superba cornice di Forte di Belvedere, ormai palcoscenico dell’arte internazionale, e accogliele opere di dodici artisti che hanno ottenuto riconoscimenti internazionali e che sono stati, in molti casi, protagonisti assoluti – se non pionieri – del contemporaneo, e le cui opere sono esposte e collezionate nei grandi musei del mondo: Mario Merz (1925-2003),  Giovanni Anselmo (1934), Jannis Kounellis (1936-2017), Luciano Fabro (1936-2007), Alighiero Boetti (1940-1994), Giulio Paolini (1940), Gino De Dominicis (1947-1998), Remo Salvadori (1947), Mimmo Paladino (1948), Marco Bagnoli (1949), Nunzio (1954), Domenico Bianchi (1955).  Una costellazione che include nei suoi ampi confini tre generazioni artistiche, dalle neo-avanguardie al post-moderno e oltre.

L’esposizione inoltre, per marcare il rapporto delle opere con il tempo presente, la storia passata, gli ambienti e i manufatti più antichi, avrà delle appendici nei più importanti edifici pubblici e museali della città: Palazzo Vecchio e le Gallerie degli Uffizi, Santa Croce e il Museo Marino Marini, il Giardino di Boboli e il Museo Novecento. “E’ un grande piacere continuare la collaborazione con il Comune di Firenze per offrire alla città e al mondo esposizioni  di importanza  internazionale come la mostra Ytalia che vede riuniti, per la prima volta, in molti luoghi della città, i più importanti artisti italiani dagli anni Sessanta a oggi. In occasione dell’esposizione saranno installate, in alcuni dei più rinomati ambienti delle Gallerie degli Uffizi e del Giardino di Boboli, opere di Mario Merz, Jannis Kounellis, Luciano Fabro, Giulio Paolini, Alighiero Boetti, Mimmo Paladino e  Domenico Bianchi che dialogheranno con i grandi maestri del passato. Con lo stesso obiettivo il Giardino di Boboli ospiterà questa estate una grande monografica dedicata al maestro contemporaneo  Helidon Xhixha”  ha detto Eike Schmidt, direttore Gallerie degli Uffizi.

Entusiasmo espresso anche da parte della presidente dell’Opera di Santa Croce, Irene Sanesi : “Con Ytalia a Santa Croce, l’arte ‘alla maniera d’oggi’ – come Vasari chiamava l’arte contemporanea nel suo tempo – torna a dialogare con i simboli architettonici artistici e spirituali di un passato che trasforma il ricordo in memoria e si fa testimonianza viva dei valori universali nel solco della storia” e da Patrizia Asproni, presidente del Museo Marino Marini: “È un segno importante la partecipazione del Museo Marino Marini di Firenze alla mostra Ytalia. Un dialogo fra antico e contemporaneo che intende creare una connessione innovativa fra istituzioni cittadine, in una semplice complessità che rende percepibili eventi ed evoluzioni che diversamente sfuggirebbero, e che culminano , nel loro insieme, in uno “sbilanciamento” della fruizione. Un time-lapse della produzione artistica italiana che trova nella sede del Marini una sua dimensione “olistica” , rafforzata dalla stratificazione naturale di un museo che è stato, ed è ancora, chiesa, fabbrica, rifugio, comunità”. 

Circa un centinaio di opere (nella fotogallery alcuni esempi), esposte in alcuni dei luoghi simbolo del nostro patrimonio, luoghi conosciuti, frequentati e ammirati ogni giorno da migliaia di persone di nazionalità diversa. L’idea di base è quella di dare vita a un vero e proprio museo del contemporaneo diffuso nel centro storico della città tra interno ed esterno, tra medioevo e rinascimento, tra musei e giardini, cappelle funerarie e spazi della vita politica, gallerie e studioli, chiostri e cripte, per dare continuità nella dialettica di forme e concetti alla comune koinè figurativa, quella che si è affermata entro i confini italiani nel corso di molti secoli.

A Forte di Belvedere, su uno dei bastioni affacciato sulla città, il pubblico scoprirà Calamita Cosmica di Gino De Dominicis (nella foto sopra il titolo un particolare e nella fotogallery l’opera per intero), eccezionalmente prestato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, dove l’opera è conservata ormai da alcuni anni. Si tratta di uno scheletro di dimensioni monumentali (24 metri circa), che, allineato idealmente con la cupola di Santa Maria del Fiore, proietta immediatamente ogni umana considerazione e percezione nei confini infiniti della natura cosmica e dello spirito divino, dell’eternità e dell’immortalità. Immagine di un tempo ancora più remoto di ogni nostro passato, già in connessione con un futuro avvenire, a cui gli artisti di Ytalia guardano ripartendo dalle esperienze del nostro passato, tra umanesimo, rinascimento e moderno. 
In occasione di Ytalia, è stato proposto ad alcuni artisti di creare opere site-specific, che andranno a dialogare con il contesto prescelto, come nel caso di Giovanni Anselmo, Giulio Paolini, Remo Salvadori, Mimmo Paladino, Marco Bagnoli, Nunzio, Domenico Bianchi. In altri casi saranno presentati degli  allestimenti comunque inediti mostrando opere già storicizzate o di nuova invenzione in ambienti di straordinaria evidenza storico-artistica.

Vedremo: Senza titolo  con terra, cactus e piombo di Jannis Kounellis, esposta a Palazzo Vecchio, nella sala dei Gigli, a poca distanza della Giuditta e Oloferne, gruppo bronzeo  di Donatello; Spirato di Luciano Fabro e Particolare di Giovanni Anselmo, installate eccezionalmente a Santa Croce nella Cappella Pazzi progettata da Brunelleschi; Elegia di Giulio Paolini posizionata nella Sala di Venere della Galleria Palatina di Palazzo Pitti, in dialogo con il capolavoro marmoreo della “ Venere Italica” di Antonio Canova; sei Kilim (Da uno a mille e viceversa) e due Mappe di Alighiero Boetti nella Sala delle Nicchie in Palazzo Pitti; il monumentale dipinto Giganti boscaioli e Verso lo Zenith di Mario Merz in Galleria d’Arte Moderna sempre a Palazzo Pitti; Deriva di Mimmo Paladino, adagiata sullo specchio d’acqua della Fontana di Nettuno nel Giardino di Boboli e Canto geometrico, sempre di Paladino, in stretto dialogo con l’architettura di Leon Battista Alberti nella Cappella Rucellai; infine Antimateria, un quadro in legno e palladio di Domenico Bianchi in Galleria Palatina, presentato nella cornice lasciata temporaneamente vuota dalla Madonna dell’Impannata di Raffaello, dipinto attualmente in restauro. Così al Museo Marino Marini, nella cripta e in alcune sale adiacenti,  Mimmo Paladino e Nunzio realizzeranno alcuni interventi site-specific a parete, mentre nelle nuove sale del Museo Novecento verrà ospitato un inedito confronto tra le opere di Alighiero Boetti e quelle di Gino De Dominicis, tra cui Sei sensi e Mettere al mondo il mondo  del primo e Sfinge e Risata del secondo.  Continuando il percorso, citiamo, altresì, le opere di Remo Salvadori – due nuove sculture Anfora e modello e Uomo che ode in metallo di grandi dimensioni pensate appositamente per uno dei bastioni di Forte di Nelvedere – e Nel momento – forme geometriche in piombo, stagno, rame, argento installate sulle quattro pareti di facciata della Palazzina del Buontalenti. Sempre al Forte di Belvedere, ma nel giardino retrostante e in linea con la facciata di san Miniato al Monte, Marco Bagnoli posizionerà Noli me tangere, una fontana, composta da una vasca paraboloide in acciaio lucidato a specchio e da una monumentale figura sbozzata in marmo puro di Carrara.

“Ytalia” è resa possibile grazie al contributo e al sostegno di numerosi sponsor e donor. Il main sponsor Edizione Property S.p.a. è una società immobiliare interamente controllata dalla holding Edizione (famiglia Benetton), specializzata nello sviluppo di negozi, department stores e hotel.            
In occasione della mostra verrà pubblicato, un catalogo ( Forma edizioni) ricco di una puntuale e ampia documentazione sui singoli artisti, sulle installazioni e i luoghi, con un’operazione di coinvolgimento della critica italiana, e una serie di saggi tematici: agli interventi di Sergio Risaliti (curatore della mostra), Marco Bazzini, Michele Bonuomo, Rudi Fuchs, Giovanni Iovane, Italo Tomassoni si aggiungono i saggi propedeutici dedicati alle singole personalità artistiche firmati da Carolyn Christov-Bakargiev, Valentino Catricalà, Lara Conte, Lorenzo Giusti, Elena Magini, Gianfranco Maraniello, Gaspare Luigi Marcone, Helga Marsala, Arabella Natalini, Bartolomeo Pietromarchi, Ludovico Pratesi, Andrea Viliani. 

LA MODA INCONTRA L’ARTE. Alberta Ferretti ha collaborato con l’artista Mimmo Paladino alla realizzazione dei paramenti sacri dedicati alla storica Cappella Rucellai di Firenze, recentemente riaperta alla celebrazione del rito liturgico della Santa Messa. Un progetto ideato da Sergio Risaliti, curatore della mostra “Italia”, e realizzato da Mimmo Paladino a quattro mani con la stilista nella creazione dei magnifici ornamenti di questo autentico gioiello dell’arte italiana del XIV secolo, che fa parte del Museo Marino Marini e che oggi svela le sue bellezze alla città di Firenze, instaurando un legame inedito tra arte, moda, cultura e spiritualità. I paramenti di Mimmo Paladino e Alberta Ferretti saranno utilizzati dal celebrante durante la Messa e successivamente esposti come opera “site-specific” all’interno della cappella Rucellai in occasione della mostra “Italia” a partire dal 2 giugno.