Dieci minuti di applausi al Teatro Goldoni di Livorno per “Il trovatore” in versione under 35. Un cast di giovani, ma dalle voci potenti e promettenti. Un allestimento di qualità e costumi bellissimi. Un’opera da non perdere. Con una breve intervista al musicologo Fulvio Venturi

Un’opera da non perdere. Da andare a vedere, per immergersi in un mondo di emozioni sceniche, e soprattutto da ascoltare. “Il trovatore” di venerdì 19 gennaio 2024 al Teatro Goldoni di Livorno è una di quelle opere – parliamo del titolo – da inserire comunque nel bagaglio di conoscenze di chi ama la musica e la lirica. Fa parte della famosa trilogia popolare di Giuseppe Verdi (con Rigoletto e Traviata) e le note del grande compositore di Busseto sono come sempre capaci di travolgere chi ascolta. (Tutte le foto che accompagnano il post sono di Augusto Bizzi).

L’allestimento livornese (una coproduzione con Fondazione Teatri di Piacenza, Fondazione Teatro Comunale Pavarotti-Freni di Modena, Azienda Teatro del Giglio di Lucca e Teatro dell’Opera Giocosa di Savona) ha il merito di aver portato all’attenzione del pubblico (palchi e platea praticamente sold out) le voci di cantanti giovani, ma già pronti a seguire carriere radiose. Un bel cast, che ha messo il cuore oltre l’ostacolo, ed ha convinto il pubblico. Già molti applausi a scena aperta (con qualche “bravo” e “brava” gridati qua e là), per arrivare ad un finale di almeno dieci minuti. Quasi una standing ovation meritata perché questo Trovatore ha il fascino degli allestimenti sontuosi della “grande lirica”. Partiamo dalle scene: bellissime come i costumi. Questi ultimi portano la firma di Stefano Monti, anche regista, che dà il suo contributo anche alle scene insieme ad Allegra Bernacchioni. 

Tornando al cast vocale ecco il coro del Teatro Goldoni istruito da un ottimo Maestro, Maurizio Preziosi. Abbiamo ascoltato in platea tantissimi commenti positivi: veramente una bella prova. Come ottima è stata l’esecuzione musicale da parte dell’Orchestra del Teatro Goldoni diretta dal Maestro Giovanni Di Stefano.

Chi non vuole perdere l’occasione di ascoltare questo Trovatore, può approfittare della replica di domenica 21 gennaio, con inizio al Teatro Goldoni di Livorno alle ore 16.

E ora una breve intervista a Fulvio Venturi, musicologo, critico musicale (scrive anche per www.toscanaeventinews.it) e autore, al quale abbiamo chiesto qualche impressione dopo la serata di debutto a Livorno di questo “nuovo” Trovatore.

Qual è il suo giudizio sull’allestimento?

“Un allestimento bello, molto lineare, pulito, ma classico, da parte del regista Stefano Monti, un professionista con una grande e solida preparazione teatrale. Come abbiamo visto, ci sono scene molto funzionali e bellissimi costumi. Un allestimento, quindi, che si evidenzia proprio perché di qualità”.

Che sensazione ha avuto nell’ascoltare questo Trovatore?

“In scena abbiamo visto un cast di giovani, con cinque elementi di valore. Giovani, tutti sotto i 35 anni, ancora in formazione ma, ripeto, già di buon livello. Sono cinque belle voci, ci metto anche il basso, arrivate in palcoscenico dopo una  serie di audizioni fatte in parte a Livorno e in parte fuori città.  Qui da noi in precedenza ha già cantato Min Kim, che nell’opera verdiana di questi giorni  è il conte di Luna. A Livorno Non Kim ha già interpretato il personaggio del Capitano nelle Maschere andate in scena durante passata stagione lirica ed è stato Alfio nella Cavalleria rusticana dello scorso 31 dicembre. È un giovane coreano che parla benissimo la nostra lingua, ha vinto il Premio Voci Mascagnane al primo concorso che risale a due anni fa, ed è toscano di adozione visto che vive a Firenze”

Chi sono gli altri interpreti?

“Victoria Pitts, che interpreta Azucena, è brasiliana e vive anche lei a Firenze, Matteo Desole – che veste panni di Manrico – è di Sassari, il basso Yonghen Dong è cinese, e il soprano Claire de Monteil, che dà voce a Leonora, è francese. Un cast che sarà protagonista anche della replica di domenica 21 gennaio”.

Il Trovatore mancava da Livorno da parecchi anni…

“Sì, l’ultima rappresentazione risale alla metà degli anni Novanta, quando il Goldoni era chiuso per il restauro e la stagione lirica veniva fatta alla Gran Guardia. In precedenza – parlo degli anni Settanta – vi fu un allestimento del vecchio Cel (Comitato Estate Livornese) e un altro da parte dei romeni del Teatro di Cluji. Comunque fu proprio a Livorno, al Teatro San Marco, che nel 1853 venne data la seconda produzione assoluta dell’opera verdiana. Poi nel corso dell’Ottocento e fino all’inizio della seconda guerra mondiale, Il Trovatore è sempre stato molto rappresentato anche a Livorno”.

E cosa può dirci del direttore d’orchestra?

“Il Maestro Giovanni Di Stefano ha diretto varie volte a Livorno,  da quando nel 1995 venne per  l’Orfeo ed Euridice di Gluck. Barese di origine, è attualmente direttore artistico del Teatro Chiabrera di Savona”.

(Elisabetta Arrighi)