Al “Mascagni” di Livorno l’anno accademico 2018/2019 comincia con un grande concerto e il saluto a cinque prof (i pianisti Rivera e Cecchi, la violinista Sfriso, il basso Polidori, il flautista Rossi) che lasciano la docenza

Lunedì 3 dicembre 2018, alle 17:30, nell’Auditorium Cesare Chiti dell’Istituto superiore di studi musicali Pietro Mascagni, si tiene la cerimonia inaugurale dell’Anno accademico 2018-2019, alla presenza del presidente e del direttore del Conservatorio livornese, Marco Luise e Stefano Guidi, che, nell’occasione, saluteranno i professori che in questa data terminano la loro esperienza di docenti. Quella di lunedì 3 sarà anche l’occasione per presentare il nuovo logo dell’Istituto, che troveremo presto anche in diversi prodotti di merchandising, che la scuola si prepara a mettere prossimamente a disposizione del pubblico (foto sopra il titolo: il pianista Daniel Rivera con Martha Agerich, foto Lucia Ceriani).

“Inizia un nuovo anno di lavoro e di sfida – afferma Stefano Guidi, direttore del Mascagni – Terminano il loro impegno con noi cinque docenti, che sono stati colonne portanti dell’edificio di prestigio e credibilità che il Mascagni ha costruito nei decenni della sua storia. Ci lasciano un’eredità preziosa e il compito di raccogliere il testimone della loro esperienza. Ma credo che il legame con la nostra scuola non si reciderà del tutto. Di certo noi daremo, comunque, continuità all’ottimo lavoro che li ha visti formare decine e decine di giovani musicisti, oggi collocati in formazioni artistiche di prestigio e nelle istituzioni scolastiche”.

RENATA SFRISO VIOLINISTA
La violinista Renata Sfriso

I cinque docenti, insieme con gli studenti, sono fra gli interpreti del bel concerto (al quale i cittadini sono invitati) che chiude la cerimonia d’inaugurazione.
L’Ensemble diretto da Mauro Rossi – di cui fanno parte i flauti Giovanni Cavicchia, Alice Creatini, Martina Gremignai, Sofia Pieraccini, Benedetta Nacci, Matilde Di Rienzo, Lucio Di Marzio, Shideh Massai, Simone Dei al contrabbasso e la prof. Tullia Niccolini al clavicembalo – esegue, di Domenico Cimarosa (1749-1801), il Concerto in sol maggiore per due flauti e orchestra, nella trascrizione di Alice Creatini, e la Serenata per un satellite di Bruno Maderna (1920-1973).

A seguire, accompagnati da Stefano Galli al pianoforte, il basso Graziano Polidori e il tenore Leonardo Gramegna sono interpreti di due pagine verdiane, rispettivamente “Il lacerato spirito” dal Simon Boccanegra e “Niun mi tema” da Otello.

Il duo Renata Sfriso, al violino, Rossana Chiti al pianoforte, esegue, poi, Claire de lune, dal terzo movimento della Suite Bergamasque di Claude Debussy (1862-1918), pubblicata nella sua versione definitiva nel 1905; e, dell’inglese Edward Elgar (1857-1934), Salut d’amour op. 12, per violino e pianoforte del 1888.

Una pagina di grande virtuosismo pianistico, ma anche di ammirevole eleganza di scrittura, è la Paraphrase de Concert S 434 (1859 circa), composta Franz Liszt (1811-1886) sul quartetto “Bella figlia dell’amore” dall’ultimo atto del Rigoletto verdiano, che si ascolta da Daniel Rivera, mentre si cimentano di nuovo con Giuseppe Verdi (1813-1901) Graziano Polidori e Leonardo Gramegna che sono Don Carlo, baritono, e Don Alvaro, tenore, nel duetto “Solenne in quest’ora” da La forza del destino del maestro di Busseto.

L’ensemble composto da docenti e allievi del Mascagni chiude il programma con l’esecuzione di Lagrange Point for spatialized chamber ensemble, di J. Nobles, una pagina ispirata alla questione di meccanica celeste che definisce le posizioni – i punti – di distanza costante relativa tra corpi celesti di massa diversa, calcolati nel 1772 dal matematico Joseph-Louis del Lagrange.

Artisti e docenti. Chi lascia il Mascagni
Sono cinque i professori che quest’anno lasciano il Mascagni, dove hanno formato alla professione musicale decine e decine di giovani, portando nella lunga esperienza didattica il valore aggiunto di una carriera professionale artistica di alto profilo.
Sono i pianisti Daniel Rivera, argentino naturalizzato italiano, allievo a Firenze di Alessandro Specchi e Maria Tipo, vincitore di concorsi internazionali, solista apprezzato a livello internazionale, che vanta un’intensa collaborazione artistica con la grande pianista argentina Martha Argerich; e, con lui, Monica Cecchi, formatasi a sua volta alla scuola fiorentina del Cherubini sotto la guida di Maria Tipo, con una specifica vocazione solistica e cameristica e un profondo interesse al pianoforte “a quattro mani”.

GRAZIANO POLIDORI BASSO1 foto d.bertuccelli
Il basso Graziano Polidori

Lascia il Mascagni anche il flautista Mauro Rossi, che, dopo il diploma al Boccherini di Lucca, vince una borsa di Studio dell’Accademia Chigiana, dove si perfeziona con Severino Gazzelloni, conseguendo il diploma d’onore. Si specializza ancora con Conrad Klemm, uno dei più insigni maestri di strumento del ‘900, e in musica da camera col pianista Piernarciso Masi, tra i massimi esponenti della cameristica con pianoforte.

 

Chiude la sua parabola al Conservatorio livornese anche la violinista Renata Sfriso, che ha vinto concorsi di strumentista in diverse orchestre di grandi teatri – il Comunale di Firenze, il Carlo Felice di Genova, il Teatro dell’Opera di Roma – suonando per alcuni anni nell’Orchestra della Toscana. È stata l’anima di diverse formazioni cameristiche, in particolare di quartetto, e si è dedicata tanto alla musica contemporanea quanto all’interpretazione della musica barocca.
C’è, infine, il passaggio di testimone anche nella Classe di Canto. Il basso Graziano Polidori lascia l’Istituto, dove ha profuso l’esperienza di una lunga carriera nei teatri più prestigiosi: dal Teatro alla Scala al Regio di Torino; dall’Arena di Verona al Festival Pucciniano di Torre del Lago, all’Anfiteatro Romano di Cagliari, al Teatro Greco di Taormina. E poi il Comunale a Firenze, il Verdi di Trieste, il Massimo di Palermo, il Teatro dell’Opera di Roma e molti altri.