“Parigi 1900-1906. Il primo Soffici”: è uscito per Edifir il volume – catalogo della mostra organizzata dal Museo Soffici e del 900 italiano di Poggio a Caiano
«Abbiamo ora dedicato una manifestazione, Parigi 1900-1906, al primo Soffici, con circa ottanta opere fra disegni, incisioni, dipinti, pagine a stampa, e qualche lavoro a riscontro di altri artisti, Costetti, De Groux, Forain, Toulouse-Lautrec, Willette, Gosé Rovira. È l’omaggio al promotore del Museo, Luigi Corsetti, scomparso nel 2019. Egli ebbe passione di studioso e di collezionista per ciò che Ardengo Soffici aveva prodotto in quel tempo, collaborazioni con vignette alle pubblicazioni parigine, sia umoristiche, L’Assiette au Beurre, Le Rire, Sans-G ne, Gil Blas, ecc., sia culturali, La Plume, L’Europe Artiste, che avevano prestigiosi collaboratori. Un capitolo – si legge in una nota – che attende ancora una sistemazione storico-critica. Qui si è cercato di incrementare la documentazione figurativa apparsa sulle riviste e di metterla in linea con quanto veniva concepito da Soffici, sul piano di una autonomia creativa, non soggetta alle esigenze del mercato degli ebdomadari. Quanto fu travagliato per Soffici quel primo tempo parigino lo sappiamo dalle pagine autobiografiche, in parte qui riportate. Riprendere in mano quel racconto così partecipato può essere fecondo, in questi momenti nei quali sembrano affossati gli interessi per il nostro illustre passato prossimo; pubblicato nel 1954, Il salto vitale è uno dei più vivaci libri di Soffici, resta il miglior commento, la più appropriata cornice all’insieme del Soffici vignettista che si può senz’altro apprezzare sul versante umano e giustificare su quello professionale. Le condizioni di un giovane determinato a farsi valere nelle cose dell’arte, che aveva scelto di vivere nella Ville lumière, erano tutt’altro che agevoli, piene di feroci incertezze e di prove umilianti, ed è appunto come superare quegli scogli, procedere nel proprio impegno, quanto narrato da Soffici; il bene e il male di una vicenda che ha riguardato diversi altri artisti italiani che si trovarono in quel tempo a Parigi, da Severini a Viani a Modigliani. Povertà e illusioni, privazioni e illuminazioni. Per Soffici possiamo dire che Parigi fu la miniera di conoscenze e di partecipazioni che gli permise di realizzare, di porre in valore la sua profonda essenza di poeta, di scrittore, di pittore italiano.»