“Note al Museo” dell’Opera del Duomo di Firenze, un dialogo fra arte e musica. Fra gli ospiti anche il soprano Sumi Jo. Primo appuntamento il 27 ottobre

Giunge alla sua terza edizione Note al Museo (27 ottobre 2017-23 marzo 2018, ore 21), la rassegna concertistica realizzata dall’Opera di Santa Maria del Fiore e che si tiene, a regolare cadenza annuale, nella spettacolare Sala del Paradiso del Museo dell’Opera del Duomo. Una vera e propria stagione concertistica, nata per l’inaugurazione (2015) del nuovo Museo dell’Opera del Duomo e che da allora si è imposta all’attenzione degli appassionati di musica per la qualità e la particolarità delle proposte. Fin dall’inizio ne è ideatore e direttore artistico Francesco Ermini Polacci, che ha disegnato la nuova programmazione con il pieno sostegno del presidente dell’Opera del Duomo Luca Bagnoli. Artisti di fama internazionale, ma assai di rado presenti nei consueti circuiti concertistici, e programmi appositamente studiati rendono unici i concerti di Note al Museo, che si propongono anche come momento di dialogo fra opere d’arte e musica, nel nome della bellezza. Un valore aggiunto a quei principi di valorizzazione e promozione culturale che da sempre guidano l’Opera di Santa Maria del Fiore.

I concerti sono ad ingresso libero con prenotazione obbligatoria (fino ad esaurimento dei posti disponibili), ma per venire incontro alle sempre più numerose richieste del pubblico fuori da Firenze, da quest’anno sarà possibile prenotarsi ai concerti secondo due modalità: recandosi di persona alla portineria del Centro Arte e Cultura (piazza San Giovanni 7) o online compilando l’apposito form al link https://operaduomo.firenze.it/eventi, in entrambi i casi a partire dal giovedì della settimana precedente la data del concerto (ore 9.00 – 12.00).

Edgar Moreau pour son premier album, PLAY
Edgar Moreau (ph. Julien Mignot)

Venerdì 27 ottobre 2017. A varare l’edizione 2017-18 di Note al Museo è il concerto di venerdì 27 ottobre, nella ricorrenza annuale dell’inaugurazione del Museo dell’Opera del Duomo. Occasione per conoscere un formidabile, giovane talento: il violoncellista francese Edgar Moreau, 23 anni ma già acclamato in tutto il mondo per la tecnica smagliante e la travolgente comunicativa affidate a un violoncello David Tecchler del 1711. Impostosi giovanissimo al Concorso Rostropovich di Parigi (2009) e vincitore del secondo premio al Concorso Čajkovskij di Mosca (2011), per il suo debutto toscano Moreau è affiancato dall’ensemble Il Pomo d’Oro (dal titolo di una spettacolare opera di Antonio Cesti), gruppo di strumenti d’epoca costituitosi nel 2012 e che vanta importanti presenze alla Wigmore Hall di Londra, al Theater an der Wien, al Théâtre des Champs Elysées di Parigi. Tutto dedicato al fascino senza tempo della musica barocca è il programma, dove accanto a brani di Hasse, Platti, Durante, Telemann, spicca la proposta di due Concerti per violoncello e orchestra di Vivaldi e Boccherini.

Giovedì 16 novembre. Dalla giovanile Sonata op. 6 di Richard Strauss all’ammaliante virtuosismo della Sonata op. 19 di Segej Rachmaninov, passando per un piccolo gioiello, di raro ascolto, di Francesco Cilea, noto ai più esclusivamente come autore dell’opera Adriana Lecouvreur: nell’appuntamento di giovedì 16 novembre, Note al Museo propone un insolito panorama sulla letteratura per violoncello e pianoforte, fra fine Ottocento e primo Novecento, intitolato “Fin de siécle, verso il futuro”. A proporlo è il duo formato dal pianista Maurizio Baglini e dalla violoncellista Silvia Chiesa, coppia nella vita e nella musica, legati da un profondo e rinomato sodalizio artistico che li ha portati ad esibirsi con successo in tutto il mondo e a realizzare importanti cd. Maurizio Baglini, nato a Pisa, ha al suo attivo un’intensa carriera solistica (Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Teatro alla Scala di Milano, Salle Gaveau di Parigi, Kennedy Center di Washington) ed è docente all’Accademia Stauffer di Cremona. Silvia Chiesa, milanese, ha realizzato le prime incisioni mondiali di alcuni capolavori del Novecento, è la dedicataria di diversi brani contemporanei, ed insegna all’Istituto Superiore Monteverdi di Cremona.

Giovedì 14 dicembre. Sono gli strumenti musicali raffigurati nelle opere conservate nel Museo dell’Opera del Duomo i protagonisti dell’appuntamento di giovedì 14 dicembre. Trombe, arpe, flauti, liuti, tamburi, cimbali, come quelli che si ammirano scolpiti nelle splendide cantorie di Donatello e di Luca della Robbia e nel maestoso gruppo marmoreo degli angeli musicanti che adornavano la prima facciata della Cattedrale di Santa Maria del Fiore. A farli rivivere, ma spiegando anche al pubblico le loro caratteristiche sonore e tecniche in quello che sarà un concerto-conversazione, sono i musicisti dell’Ensemble Micrologus: gruppo di fama internazionale che ha contribuito alla riscoperta della musica medievale restituendone lo spirito attraverso gli strumenti del tempo e un attento lavoro di ricerca e studio delle fonti, e noti anche per aver partecipato alla realizzazione di colonne sonore come Ragazzi fuori di Marco Risi e Mediterraneo di Gabriele Salvatores. Sonorità antiche e suggestive, riproposte al pubblico di oggi grazie ad un programma apposito e intitolato “Venite amanti alla festa leggiadra” (dall’incipit del madrigale Bella granata del Codice Rossi, manoscritto conservato nella Biblioteca Vaticana), che riunisce madrigali, ballate e danze del XIV secolo in un’atmosfera dal carattere festoso.

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Il Quartetto Prometeo

Giovedì 25 gennaio 2018. Musica e recitazione dialogano con intensa drammaticità in Lettera a mio padre, concerto-spettacolo che Note al Museo propone come quarto appuntamento, giovedì 25 gennaio. Le parole sono quelle di Franz Kafka e della sua Lettera al padre, scritta nel 1919, mai consegnata e pubblicata solo nel 1952, contrappuntate e commentate dalla musica di Leóš Janácek (in particolare il suo Quartetto n. 2 “Lettere intime”), connazionale e contemporaneo del celebre scrittore. Costruito sulla drammaturgia di Maurizio Cardillo, Lettera a mio padre vede il grande Ugo Pagliai, attore che ha fatto la storia del teatro italiano, dar voce alle paure, ai rimorsi e ai conflitti descritti da Kafka, mentre ad interpretare i brani di Janácek è il Quartetto Prometeo (vincitore del Prague Spring International Competition nel 1998, Leone d’argento alla Biennale Musica di Venezia nel 2012), formazione tutta italiana, fra i quartetti d’archi oggi più acclamati a livello internazionale.

Giovedì 15 febbraio. Con il concerto di giovedì 15 febbraio, Note al Museo prosegue l’omaggio a Mario Castelnuovo Tedesco, compositore fiorentino di nascita e figura di primo piano del Novecento musicale, non solo italiano. Nell’anno del cinquantesimo anniversario della scomparsa, viene presentato il suo Quintetto per pianoforte e archi n. 2, di rarissimo ascolto: scritto nel 1951, durante gli anni dell’esilio americano cui il musicista era stato costretto dalle leggi razziali, è una pagina di serena nostalgia, di gusto pittorico, per la lontana e amatissima Toscana (“Ricordi della campagna toscana” è il suo eloquente sottotitolo). Già interpreti di una felicissima incisione di questa pagina, ad eseguirla – per la prima volta in assoluto nella città natale di Castelnuovo Tedesco – sono l’Aron Quartett, rinomato gruppo di archi espressione della cultura musicale squisitamente viennese (si è formato sotto l’ala protettrice del leggendario Alban Berg Quartett), e il raffinato, versatile pianista Massimo Giuseppe Bianchi. L’insolito programma è completato dal Quintetto per pianoforte op. 34 di Brahms, pagina di potente respiro e pietra miliare della letteratura cameristica.

Sumi-Jo
Il soprano Sumi Jo

Venerdì 23 marzo. È con un omaggio a Gioacchino Rossini che si conclude l’edizione 2017-18 di Note al Museo: nel centocinquantesimo anniversario della scomparsa del grande compositore, il programma appositamente ideato per venerdì 23 marzo impagina arie e duetti che emblematicamente ne ripercorrono le tappe artistiche nei generi differenti della musica da camera (pagine dalle Soirées musicales), del repertorio sacro (Stabat Mater), dell’opera buffa (Il Turco in Italia, L’occasione fa il ladro) e di quella seria (Armida, L’assedio di Corinto, Otello, Elisabetta, regina d’Inghilterra). E l’appuntamento assume un significato di particolare pregio perché, in esclusiva per Note al Museo e nell’unico recital italiano ad oggi annunciato, ne è protagonista il soprano Sumi Jo, acclamata star della vocalità a livello mondiale, da oltre venticinque anni sulle scene, scelta da Herbert von Karajan per interpretare Un ballo in maschera di Verdi e da allora protagonista di successo al Metropolitan di New York, alla Royal Opera House di Londra, al Festival di Salisburgo, alla Staatsoper di Vienna, alla Scala di Milano e al Maggio Musicale Fiorentino. Con lei, al suo debutto in Toscana, l’Amakheru Duo (nome derivato dall’antica lingua egizia, unione di termini che indicano la voce e l’armonia cosmica), con il tenore Francesco Santoli e il pianista Simone Di Crescenzo, uniti da un riuscito sodalizio artistico con lo scopo di valorizzare il repertorio vocale nel solco della grande tradizione belcantistica italiana.

Informazioni: Opera di Santa Maria del Fiore Tel. 055 2302885
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