Michele Campanella, pianista e direttore. Il 21 e il 22 ottobre al Teatro Verdi di Firenze insieme all’ORT. In programma Mozart e Beethoven
Un omaggio al classicismo viennese con Michele Campanella (sopra il titolo, ph. di Irene Trancossi) intellettuale della musica e maestro di pianismo mercoledì 21 e giovedì 22 ottobre 2020 il maestro napoletano dirige e interpreta con l’Orchestra della Toscana due autentici capolavori: il concerto k 467 di Mozart e l’Imperatore di Beethoven
- Michele Campanella è un maestro di pianismo e uno straordinario interprete “severissimo e solare” di molti tra i grandi compositori dell’Occidente della musica. Si dichiara “con consapevolezza napoletano, figlio cioè di un modo di suonare e di un modo di pensare la musica”. Torna a collaborare con l’Orchestra della Toscana e suona e dirige allo stesso momento, come è sua abitudine negli ultimi tempi. Perché, quando siede al piano, non accetta compromessi di alcun genere. Sostiene, infatti, che la situazione ideale per un solista al lavoro con un’orchestra sia quando lui stesso si prende l’intera responsabilità dell’esecuzione. In tal modo si evitano fraintendimenti con il direttore, che potrebbe avere una visione diversa del pezzo, a tutto vantaggio di un’interpretazione coerente, univoca.
Sulla direzione dal pianoforte – dice – “l’orchestra mi sembra un grande complesso da camera cui sintonizzarsi: questo atteggiamento mi rende tutto più semplice”.
Del resto Campanella è un autentico intellettuale della musica, che riflette costantemente sul suo mestiere sia attraverso l’insegnamento, sia mettendo la sua cultura al servizio della divulgazione. A lui – esponente di spicco della scuola napoletana in quanto allievo di un didatta leggendario quale Vincenzo Vitale, ideatore di una tecnica pianistica infallibile – si devono un libro fondamentale come “Il mio Liszt. Considerazioni di un interprete” (Bompiani), dedicato a un autore con cui è in confidenza da una vita, la raccolta di saggi “Suono. Pensieri e divagazioni di un musicista fuori dal coro” e il memoir non privo di tratti umoristici “Quisquilie e pinzillacchere. Storia di un musicista napoletano raccontata a un amico” (entrambi editi da Castelvecchi).
Insieme all’Ort propone due capolavori del classicismo viennese: il Concerto K. 467 di Mozart e il Concerto n. 5 di Beethoven, detto “Imperatore”. L’uno, del 1785, è affermativo, festoso, solare, anche se nel movimento centrale, il secondo, orchestra e pianoforte vengono illuminati soltanto dalla luce della luna e srotolano una cantilena notturna di meravigliosa poesia. Deciso e valoroso si presenta invece il Concerto beethoveniano, del 1809, tanto che gli è stato attribuito il nome “Imperatore”, poiché all’epoca qualcuno credette di scorgervi dentro – specie nel primo movimento guerrigliero – un ritratto in note di Napoleone.
MICHELE CAMPANELLA Sono napoletano di spirito, di famiglia, di scuola. Tendo al pessimismo ma mi salva l’autoironia. Già a cinque anni cercavo la Musica, improvvisavo da autodidatta, poi ebbi la straordinaria fortuna di incontrare un grande maestro; concluso il liceo classico, ho incominciato a fare sul serio: ho partecipato a un solo concorso pianistico internazionale e l’ho vinto. Per cinquant’anni ho cercato il Suono e ancora sono per strada. Ho molti autori “preferiti” eppure mi definiscono “specialista” di Franz Liszt. Non amo questa etichetta, naturalmente, ma stimo altamente l’uomo. Ecco una sua sentenza che potrei prendere in prestito: «Tutto quello che si può fare è camminare diritto in tutta semplicità senza tanto spiegare agli altri il come e il perché…». Insegno musica al pianoforte da quando avevo 37 anni, perché credo sia possibile farlo seriamente. Non mi chiamate pianista, preferisco il termine “musicista”: con il primo si pensa alle mani, con il secondo al cuore e al cervello. Soffro di una malattia molto diffusa tra i pianisti, la direzione d’orchestra, specie tra quelli che non vogliono più dedicarsi alla fatica digitale. Tuttavia devo confessare che le mie ambizioni vanno oltre il consueto e ho avuto la gioia di dirigere, sempre e solo dal pianoforte, Brahms, Saint-Saëns, Franck, Ravel, Liszt. Ho lavorato con formidabili direttori, Schippers, Muti, Abbado… e da loro ho imparato che quel mestiere non s’ improvvisa.
Mercoledì 21 e giovedì 22 ottobre 2020, ore 21.00
Teatro Verdi Firenze
MICHELE CAMPANELLA
pianoforte e concertatore
MOZART Concerto n.21 per pianoforte e orchestra K.467
BEETHOVEN Concerto n.5 per pianoforte e orchestra op.73 Imperatore