Livorno, finale di stagione lirica al Teatro Goldoni con Turandot (replica il 28 aprile alle ore 16). La recensione: Amadi Lagha nei panni di Calaf è stato l’asso pigliatutto. A fine rappresentazione portati in palcoscenico uno striscione e la bandiera palestinese per chiedere il cessate il fuoco a Gaza e dire stop al genocidio. La risposta di uno spettatore che ha gridato “forza Israele”

LA PROTESTA

Chiusura della stagione lirica al Teatro Goldoni con Turandot che mancava da Livorno da un bel po’ di anni. Una serata che è piaciuta molto al pubblico presente, che ha tributato molti applausi specialmente alla fine della rappresentazione con gli artisti alla ribalta. Prima che si chiudesse il sipario sono stati portati in palcoscenico una bandiera della Palestina e uno striscione con la scritta “Cessate il fuoco. Stop al genocidio”, a cui ha risposto la voce di uno spettatore che ha gridato “forza Israele”.

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LA RECENSIONE DI TURANDOT

E così, a diciotto anni dall’ultimo allestimento, nel centenario della morte di Giacomo Puccini, Turandot è tornata sul palcoscenico del Teatro Goldoni. Si tratta di una coproduzione con il Festival Puccini di Torre del Lago, dove è andata in scena la scorsa estate con la regia di Daniele Abbado, ripresa a Livorno dal direttore artistico Emanuele Gamba con un gran dispendio di lavoro da parte degli attrezzisti livornesi per acconciare alle dimensioni sia pur vaste di un teatro al chiuso le scene pensate e attuate per un montaggio all’aperto.
Musicalmente l’opera è stata affidata al Maestro Pietro Mianiti che ha prodotto una direzione ricca sin troppo di suono, specie considerato che le voci a disposizione non erano proprio titaniche. L’Orchestra del Teatro Goldoni è parsa non di meno in buona forma. In palcoscenico il tenore Amadi Lahga nei panni del Principe Ignoto è stato l’asso pigliatutto. Certamente un po’ rigido nei cantabili e non sempre fuso nel flusso musicale, ha tuttavia compensato con squilli e acuti tenuti e sicuri le manchevolezze del cast femminile. Accettabili le parti di fianco dove abbiamo notato come molto efficace Rocco Sharkey nella scomoda parte dell’imperatore Altoum.
Bene il coro del Teatro Goldoni, preparato con la solita cura da Maurizio Preziosi, sia pure al netto di qualche attacco impreciso, che non sappiamo a che cosa imputare con esattezza, e molto bene il coro delle voci bianche diretto da Laura Brioli.
L’opera, che ha chiuso la stagione lirica del Goldoni 2023/2024, viene replicata domenica 28 aprile 2024 alle ore 16.
In apertura della serata di venerdì 26 aprile, il direttore amministrativo Mario Menicagli, prima di presentare l’opera, a ricordato l’architetto Giuseppe (Pippo) Di Pietrantonio – scomparso pochi giorni fa – a cui si deve il restauro del teatro terminato esattamente vent’anni fa e ricordato proprio lo scorso 24 gennaio con una serata speciale (con rappresentazione di Cavalleria Rusticana) alla quale era presente l’architetto.