L’Homme Armé e FloReMus: domenica 5 settembre al Teatro Tredici di Firenze (ore 12) c’è l’Ensemble Puy de Saint Cyr con “Becoming Josquin”. Alle 18 all’Auditorium della Fondazione CR Firenze conversazione con Michele Pasotti. Lunedì 6 Dulces Exuviae al Museo di San Marco in “Adieu mes Amours”

L’Homme Armé presenta FloReMus 2021 Rinascimento Musicale a Firenze “Nel segno di Josquin Desprez (Il Michelangelo della musica a 500 anni dalla morte)” Domenica 5 settembre appuntamento alle ore 12 al Teatro Tredici (via Nicolodi 2 – Firenze) con l’ Ensemble Puy de Saint Cyr in Becoming Josquin; alle ore 18 all’ Auditorium Folco Portinari della Fondazione CR (Via Folco Portinari, 5, Firenze) Enigma fortuna. Musica e Umanesimo in Zacara da Teramo, conversazione con Michele Pasotti.

 

  • Domenica 5 settembre alle 12 al Teatro Tredici (Via A. Nicolodi 2, Firenze: biglietti: € 5; info e prenotazioni https://hommearme.it/) l’Ensemble Puy de Saint Cyr in Becoming Josquin. La musica che ascoltava il giovane Josquin, prima di diventare il “padrone delle note”. Musiche di J. Ockeghem, G. Dufay, A. Busnoys, e altri. Laia Blasco Lopez, voce, flauto dritto; Margherita Burattini, arpa gotica; Caterina Chiarcos, voce; Andrea Gavagnin, voce, flauto dritto; Jeremy Nastasi, liuto; Timothy Nastasi, traversa medievale.

Che musica ascoltava il giovane Josquin prima di diventare il “padrone delle note”? Questa è la domanda intorno a cui ruota il programma di musiche profane tratte dallo chansonnier Laborde, oggi conservato presso la Library of Congress di Washington: si tratta di un volumetto di piccole dimensioni (13 cm x 9 cm) che raccoglie 106 chansons di autori del calibro di Ockeghem, Dufay, Van Ghizeghem e Busnoys. Compilato da diverse mani a partire dal 1470-71, racchiude una selezione di musiche in voga al tempo, un elegante pout-pourri di canzoni amorose vivaci, satiriche e dolenti tra cui fanno capolino incantevoli miniature di draghi, fiori di campo, dame dall’incarnato di porcellana e gentiluomini riccamente vestiti.

Al tempo il piccardo Josquin doveva essere giovane, forse giovanissimo, adottato sei anni prima dagli zii residenti a Condé, ed è abbastanza naturale credere che già si intendesse di musica e canto al punto da essere ingaggiato come cantore del conte di Provenza nel 1477. Era solo agli inizi della fulgida carriera come cantore e compositore che lo porterà in Italia a Milano, Roma, Ferrara e in Francia, a Parigi e di nuovo a Condé dove morirà il 27 agosto 1521. Per tutto questo tempo avrà certamente ricordato le musiche che cantava da ragazzo al confine tra Francia e Fiandre, con gli amici dopo cena o sotto le finestre di fanciulle dagli alti cappelli a punta.

Riprendendo le formes fixes di origine franco-fiamminga del secolo precedente, le chansons francesi del XV secolo si illanguidiscono secondo i dettami cortesi di Italia e Borgogna conseguendo un rapido successo internazionale; distaccandosi dalle grandi messe cicliche e dalle solenni produzioni musicali legate ai centri di potere rimangono dunque legate ad una sfera più intima e quotidiana.

Forse Josquin voleva evocare questa loro raffinata quiete citando la celebre chanson J’ay pris amours’ presente anche nello chansonnierLaborde, affidandone il tema alla seconda voce del delicatissimo mottetto ‘Christe Fili Dei’, ritornando con la mente all’atmosfera sognante e fiabesca delle musiche della sua giovinezza, quando non era ancora il grande Desprez.

 

  • Sempre Domenica 5 settembre, alle 18, si passa all’Auditorium Folco Portinari della Fondazione CR (Via Folco Portinari, 5,Firenze; ingresso libero) per Enigma fortuna. Musica e Umanesimo in Zacara da Teramo, conversazione con Michele Pasotti.

Il periodo che va dall’affermazione della polifonia mensurale all’inizio del Trecento alle ultime messe di Dufay è ricchissimo di trasformazioni, un grande laboratorio in cui avviene il passaggio non lineare dalla civiltà musicale medievale a quella rinascimentale. Questo trapasso è stato spesso interpretato come un lungo tramonto del gotico, il celebre Autunno del Medioevo. Dalla musica di tutto il XIV secolo e dalle testimonianze attorno ad essa, emerge invece una sorprendente coscienza di novità e modernità. Se si guarda poi in particolare all’Italia, forse il motore principale di innovazione e trasformazione è il pensiero umanistico dai suoi inizi alla sua piena realizzazione. Un vento di radicale rinnovamento che investe tutti gli aspetti del mondo tardomedievale, un interesse e uno sguardo nuovo sull’uomo che nasce nell’Italia del Trecento e che nel Quattrocento si dispiega in tutta la sua ampiezza e in tutta Europa. Zacara è certamente uno dei protagonisti di questo passaggio.

Il liutista e musicologo Michele Pasotti è direttore e fondatore de “La fonte musica”, ensemble a cui dedica la maggior parte della sua vita musicale. Oltre all’attività con la fonte musica, è chiamato come direttore chiamato a concertare diverse formazioni tra cui Capella Cracoviensis e Harmonia Cordis.Come liutista collabora regolarmente con Il Giardino Armonico, I Barocchisti, Les Musiciens du Louvre, Balthasar-Neumann Ensemble, Collegium Vocale, Arcangelo, Les Musiciens du Prince, Akademie für Alte Musik Berlin, Il Ricercar Continuo, Coro e Orchestra Ghislieri, Sheridan Ensemble, Cecilia Bartoli.

 

LUNEDÌ 6 SETTEMBRE 2021

ore 21.15

Museo di San Marco

Dulces exuviae: Romain Bockler, baritono; Bor Zuljan, liuto

in

Adieu mes amours. Le chansons di Josquin Desprez (II)

Lunedì 6 settembre al Museo di San Marco (Piazza San Marco; intero euro 18, ridotto euro 12; prenotazioni: direttamente sul sitohttps://hommearme.it/) terzo dei sei concerti serali di FloReMus con ospiti nazionali e internazionali; oggi tocca al raffinatissimo duo Dulces Exuviae (foto sopra il titolo), formato dal baritono francese Romain Bockler e dal liutista sloveno Bor Zuljan; il duo presenta un programma intitolato Adieu mes amours. Le chansons di Josquin Desprez (II).

Quella che oggi è la più famosa di tutte, Mille regretz, non fu attribuita a Josquin fino al 1538, diciassette anni dopo la sua morte, e cinque anni dopo fu pubblicata per la prima volta con il nome di “J. Lemaire”. In questo programma il duo Dulces Exuviae si concentra non su Josquin – il maestro della polifonia –, ma piuttosto sulla sua ispirazione melodica, che a volte può essere oscurata quando tutte le voci sono cantate contemporaneamente. Questa era almeno l’opinione di Baldassare Castiglione nel suo libro sopracitato: «Mi sembra che chi canta bene faccia una bella musica, leggendo la partitura con sicurezza e in modo piacevole. Ma è ancora più bello saper cantare al liuto, perché tutta la dolcezza consiste quasi in una melodia, e con molta più attenzione si nota e si sente l’aria e l’arte di cantare, quando le orecchie non sono occupate ad ascoltare più di una voce». Ispirandosi a vari trattati del XVI secolo che descrivono dettagliatamente come improvvisare ornamenti melodici, Romain Bockler e Bor Zuljan hanno scelto di rinnovare la nostra esperienza uditiva della musica di Josquin trasformando le sue complesse polifonie in altrettante melodie accompagnate, dove le sottigliezze non stanno più nel rapporto contrappuntistico tra le varie parti della polifonia, ma nella duttilità e nel virtuosismo della voce, che forma un insieme armonico col liuto. Le sue chansons sono così “ricche di melodie diverse” per l’aggiunta di fredons o diminutioni, che aprono la strada a un nuovo approccio alle opere più belle dell’“età d’oro della polifonia” [Philippe Canguilhem (adattamento di Bor Zuljan)].

Il duo è specializzato nell’improvvisazione e nell’ornamentazione. Esplorando i diversi repertori della musica rinascimentale, Dulces Exuviae propone programmi originali, fra melodie meditabonde e virtuosismi strumentali e vocali. I loro concerti toccano i sensi e aspirano a riprodurre la magia orfica descritta dagli antichi.

La quinta edizione del festival internazionale «FloReMus. Rinascimento Musicale a Firenze» si svolge fino a domenica 12 settembre in vari luoghi della città. Il programma, incentrato sull’importante ricorrenza dei 500 anni dalla morte di Josquin Desprez, si articolerà come gli altri anni in Concerti serali, Concerts à boire, Conversazioni e un Laboratorio. Per tutte le iniziative è necessario il Green Pass

Il festival si articola in:

–          concerti serali: affidati ad interpreti di livello internazionale, e collocati in luoghi di straordinario interesse culturale;

–          concerti pomeridiani: affidati ad ensembles formati da musicisti emergenti, eventualmente collocati in contesti più informali con un tocco di convivialità (concerts à boire);

–          conversazioni: incontri su temi legati al periodo storico, affidati ad esperti del settore che li affronteranno con un taglio da alta divulgazione