La nuova bellezza del Tabernacolo dell’Orcagna (adesso si può ammirare anche la parte posteriore). E nell’attigua chiesa di San Carlo restaurata una preziosa tavola del XVII secolo
Presso la Chiesa di Orsanmichele a Firenze presentati gli esiti di una manutenzione straordinaria del Tabernacolo dell’Orcagna, promossa dalla direzione dei Musei del Bargello, che viene reso fruibile ai visitatori anche nella sua parte posteriore, finora inaccessibile, attraverso una bussola di vetro appositamente progettata e collocata sulla porta di accesso posta in via dei Calzaiuoli.
Il Tabernacolo di Orsanmichele rappresenta, sin dalla sua costruzione nel 1359, uno dei punti focali di aggregazione della religiosità comunale fiorentina: una costruzione architettonica vera e propria, aggiornata su esempi di decorazione gotica molto ricca, inusuale in città. Una grande macchina scenografica in marmo bianco impreziosito da inserti cromatici: rosso di Cintoia e verde di Prato, e di vetro blu intenso o a piccoli motivi geometrici colorati e dorati. In origine anche i rilievi marmorei erano dipinti, così come i finti drappi sospesi sopra gli archi del tabernacolo e il partito architettonico erano fittamente decorati su tutti i lati in un trionfo di colori, come un’oreficeria contemporanea, sfolgorante alla luce delle lampade a olio. Le tracce di questo progetto originario riemergono al meglio al seguito della delicata operazione di spolveratura realizzata in questa occasione.
Il monumentale tabernacolo fu progettato e realizzato da Andrea di Cione detto l’Orcagna per ospitare la pala a fondo oro con la Madonna delle grazie di Bernardo Daddi e per proteggerla negli anni in cui Orsamichele era anche un mercato del grano. La pala è visibile nella parte anteriore del tabernacolo, così come i rilievi nella fascia inferiore della struttura architettonica che illustrano le storie di Maria.
La grande novità che presentata sabato 8 dicembre 2018 è la possibilità di ammirare anche il retro di questa affascinate costruzione architettonica dove si può osservare la scena che raffigura la Morte di Maria e l’Assunzione in cielo, con la consegna della Cintola a San Tommaso. Sono visibili anche quegli emblemi della Vergine, come piccole rose, stelle, o le valve di conchiglia, che caratterizzano tutta la ricca decorazione marmorea. In questa parte, inoltre, l’Orcagna iscrisse la sua firma e la data in cui concluse i lavori: il 1359.
Per più di 10 anni questa parte del monumento che affaccia su via dei Calzaiuoli è stata inaccessibile. Oggi, con lo spostamento del punto vendita dei biglietti ai Musei statali di Firenze che ne impediva la vista e la sua ricollocazione interna nell’edificio, i fiorentini e i visitatori tutti potranno nuovamente apprezzarne la bellezza con una prospettiva più ampia e completa.
La Chiesa di Orsanmichele è uno dei luoghi simbolo di Firenze anche perché, nel corso dei secoli, ha saputo rappresentarne al meglio le diverse anime: religiosa, politica ed economica. La restituzione del retro del Tabernacolo alla vista, promossa dalla Direzione dei Musei del Bargello (cui afferisce il Museo di Orsamichele), è stata l’occasione per riunire le diverse anime della Firenze odierna in una grande festa che coinvolgerà anche esponenti, dell’amministrazione cittadina, della società civile e religiosa.
L’evento, ricco e articolato e che si svolgerà nel giorno della celebrazione dell’Immacolata Concezione, è stato preceduto da un concerto a cura dell’Istituto Diocesano per la Musica Sacra e ha visto il suo momento culminante alle 16.00, con la benedizione del Tabernacolo officiata dal Cardinale Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze.
A seguire la presentazione dei lavori realizzati con il cardinale Betori, la dott. Paola D’Agostino (direttore dei Musei del Bargello), Giovanni Betatroni (assessore Urbanistica, politiche del territorio, smart city, relazioni internazionali, cooperazione allo sviluppo locale del Comune di Firenze) ed Eugenio Giani (presidente dell’Associazione Amici dei Musei Fiorentini).
La manutenzione del Tabernacolo, la restituzione di un punto di accesso al retro del monumento e l’inaugurazione del nuovo punto vendita dei biglietti dei musei, si inseriscono in un più ampio accordo istituzionale che coinvolge l’amministrazione statale dei beni culturali (i Musei del Bargello e la Soprintendenza territoriale), la Curia arcivescovile di Firenze e il terzo settore (l’Associazione degli Amici dei Musei Fiorentini) e i cui primi risultati sono stati poi illustrati nella attigua chiesa di San Carlo (sempre in via dei Calzaiuoli).
Qui è stato presentato il restauro e il nuovo allestimento, proprio nella Chiesa di San Carlo, di una rara tavola sagomata e dipinta del XVII secolo raffigurante San Filippo Neri fanciullo che adora il Crocefisso con Sant’Antonino. Fino alla fine dell’Ottocento la tavola si trovava nella chiesa di Orsanmichele, collocata sotto un Crocifisso ligneo attribuito ad Andrea Orcagna che giustificava gli sguardi estatici delle due figure. Il Crocefisso poi fu spostato in San Carlo mentre la tavola, nel frattempo alluvionata, fu ricoverata nei depositi.
Il restauro, finanziato dai Musei del Bargello, dalla Curia e dagli Amici dei Musei Fiorentini e supervisionato della Soprintendenza, verrà presentato da monsignor Vasco Giuliani, rettore delle chiese di Orsanmichele e di San Carlo, da Jennifer Celani, Funzionario della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, e da Eugenio Giani.