Il Propeller apre l’anno sociale parlando nautica, con un focus specifico su charter, Iva e fiscalità. I numeri del mercato, l’indotto, l’esperienza di imprenditori e tecnici

L’anno sociale è cominciato nel segno della nautica, un settore che riveste grande importanza per l’economia italiana, dai cantieri alle aziende dell’indotto. Così nella riunione di fine novembre del Propeller Club di Livorno (presso la sede delloYacht Club), introdotto dalla presidente Maria Gloria Giani, l’argomento è stato quello legato ad un segmento pecifico della nautica che sinergizza turismo, sviluppo e mercato. Il tema sviluppato è stato infatti quello della nautica tra charter ed Iva: quali opportunità e prospettive di sviluppo, specialmente in questo momento sospeso tra post pandemia e (speriamo presto) ritorno alla normalità. Giani, insieme ai consiglieri Luca Brandimarte e Matteo Italo Ratti, ha così introdotto gli ospiti che hanno inquadrato il tema della serata sotto diversi profili: Simone Morelli, CEO e fondatore di NSS Charter; Carolina Villa, CEO di Villa Yachting e Carla Bellieni, dottore commercialista presso lo Studio Piana Illuzzi Queirolo Trabattoni di Genova nonché responsabile della Commissione tecnica finanza fisco di Assarmatori.

I relatori: da sinistra Carla Bellieni, Luca Brandimarte, Carolina Villa e Simone Morelli. In alto: Maria Gloria Giani, presidente del Propeller di Livorno, introduce mentre introduce la conferenza

Ratti, presidente del Consorzio Marine della Toscana che comprende i porti turistici e Ceo del Marina Cala de’ Medici di Rosignano, ha subito inquadrato la situazione, spiegando che dopo la pandemia e la crisi da essa derivante, nel 2021 la gente è tornata barca. Con la particolarità di una nuova spinta dei charter che sono arrivati a rappresentare – citando l’esempio di Rosignano – il 60% del fatturato derivante da imbarcazioni, collocando il noleggio in una posizione strategica per quanto riguarda il territorio toscano. E tenendo presente che un porto turistico con caratteristiche simili al Cala de’ Medici crea un indotto importante, fra 12 e 14 milioni di euro all’anno, osservando la questione dal punto di vista dei charter vedremo che i numeri aumentano, considerando che in stagione, con circa 70 charter, sono arrivate ogni settimana dalle 600 alle 700 persone. E le prospettive – come ha spiegato l’avvocato Luca Brandimarte – sono più che buone per un segmento di mercato come quello dei charter al quale va data una visione imprenditoriale. Senza tralasciare le problematiche che derivano dagli aspetti fiscali collegati alla nautica e a questo segmento specifico nel quale le esigenze degli operatori sono rivolte alla soluzione di problematiche fra le quali l’Iva (compresa quella di alto mare) riveste particolare importanza.

Maria Gloria Giani durante la presentazione dei due nuovi soci

Da parte sua il dottor Morelli di Nss Charter ha fatto un breve excursus partendo dalla sua esperienza personale. Era vicecomandante di un cacciamine e stava per diventare comandante di un altro quando decise di lasciare la Marina Militare per lavorare nei charter, un settore – era il 2001 – che in Italia era tutto da scoprire o quasi. “Cominciai con cinque barche acquistate con un finanziamento della Regione Sardegna” ha ricordato. “E mio padre – ha aggiunto – per tre mesi non mi rivolse più la parola”.  All’epoca se si pronunciava la il termine noleggio, il pensiero correva al bagnino che affittava la barchetta o il pattino al frequentatore della spiaggia. “Nel 2001 la clientela era composta prevalentemente da velisti, la maggior parte stranieri, quasi tutti tedeschi, che cercavano la barca performante e con le vele nuove. Più sportivi che turisti, mentre oggi la situazione si è rovesciata. Chi noleggia la barca non è più quasi esclusivamente un velista puro, ma un turista che decide di passare le vacanze, una settimana o dieci giorni, in barca. Nel periodo pre-pandemia avevamo il booking già prenotato all’80% da stranieri. Poi sono arrivati i lockdown e le disdette, ed è stata successivamente una clientela prevalentemente italiana a coprire i posti vuoti”. In vent’anni, quindi, i charter sono cambiati come lo sono coloro che decidono per la barca a noleggio nell’ambito di un settore che rivendica da tempo un adeguamento dei titoli professionali, difficili da conseguire. Un aspetto, questo, come ha detto Morelli, che preclude molte opportunità professionali. Il relatore ha poi snocciolato un po’ di numeri partendo ancora dalla sua esperienza personale nel mondo dei charter, con unaflotta di 110 imbarcazioni e un movimento (pre Covid) di 17-18 settimane di noleggio per barca, in una località (nord Sardegna) dove questa presenza di “charteristi” vivacizza l’economia, dando impulso a vari settori, perché chi fa le vacanze in barca – sono esempi – deve rifornire la cambusa e quando arriva in porto cerca il ristorante, la boutique, il locale dove passare la serata. Considerando poi la conformazione e le bellezze del mare e delle coste italiane, lo sviluppo del charter potrebbe portare alla “creazione” di un “albergo diffuso lungo tutto il perimetro della penisola.

L’intervento di Carolina Villa, che gestisce l’azienda di famiglia nata come agenzia marittima per lo shipping e oggi specializzata nel settore charter, ha invece esaminato e focalizzato il noleggio delle grandi barche, quelle da 15 metri in su, fino alle navi da diporto, o meglio maxi, mega e giga yacht. Un mercato, prima del Covid, che nel 2018 tra fatturato, occupazione e indotto muoveva a livello mondiale cifre ultra milionarie. Per arrivare poi all’intervento focalizzato sulla fiscalità che Carla Bellieni ha esaminato sotto vari profili, partendo dal principio che l’Italia ha bisogno della nautica e viceversa, ma ha anche necessità di poter contare su un forte bisogno di chiarezza (delle norme, dall’Iva alla Dogana) e flessibilità comechiede il mercato. Una relazione molto tecnica che ha messo in fila le varie problematiche.

Al convegno hanno portato il saluto i vertici della Guardia di Finanza di Livorno e per la Direzione Marittima della Toscana (Capitaneria di Porto di Livorno) ha preso la parola il Capitano di fregata Bottaz. Le conclusioni sono state di Barbara Bonciani, assessore al porto del Comune di Livorno.

Nel corso della serata sono stati poi presentati due nuovi soci del Propeller livornese: Lucia Nappi, giornalista e titolare del Corriere Marittimo, e Andrea Bolognesi. (e.a.)