“Giganti del Mare”, dieci foto che raccontano storie e fanno riflettere sulla nostra società. Le immagini artistiche di Biancamaria Monticelli esposte in una personale alle Cicale Operose di Livorno (dal 22 agosto all’11 settembre)

Le cime della nave sembrano combattere contro la forza del mare e della terra. Tese e frementi, immerse nella scenografia di un’isola all’altro capo del mondo. Il cargo ormeggiato nel piccolo porto polinesiano narra storie di navigazione, traversate tranquille, ma anche onde oceaniche e tempeste. Una metafora della nostra vita. E ci sono anche storie di uomini che combattono ogni giorno contro la violenza della natura pensando a coloro che hanno lasciato a casa. La ruggine corrode l’opera viva della piccola nave iscritta a Papeete, come si legge sulla poppa.

L’immagine offre un cielo azzurro solcato da nubi candide, mentre il mare sembra essere increspato dalla brezza. La vecchia nave, le cime tese, il mare, il cielo: non si vedono persone, ma si intuisce la loro presenza. Che invece è evidente nella foto del bastimento, arenato su un basso fondale a pochi metri dalla riva, nell’arcipelago panamense di San Blas. La grande nave, un ferry che un tempo trasportava passeggeri, è parzialmente coricata su un fianco. Nelle acque basse che lo circondano ci sono bambini che giocano, una mamma con il figlioletto per mano, un signore che cammina… Due immagini che fanno parte della mostra “Giganti del Mare” della fotografa Biancamaria Monticelli (a lato).

Dieci gigantografie (un metro per 70 centimetri – in vendita) che snocciolano racconti di navi e naufragi, di immensi scafi ora ricoperti di ruggine, ma anche di graffiti colorati, che si stagliano contro il cielo e contro il mare. Solitari e muti, mentre intorno c’è (quasi) sempre la presenza dell’uomo che un tempo faceva “vivere” questi cargo spiaggiati e abbandonati. Erano navi, oggi sono relitti. Un tempo solcavano i mari mentre ora sono simboli di decadenza. Fotografie che fanno riflettere sulla volatilità delle cose umane, sulla nostra società che non riesce a superare la deriva incombente. È sempre e comunque la presenza dell’uomo a dare speranza. Una speranza ancora più forte se in quelle immagine c’è un bambino, così come si può vedere nella foto-simbolo che è diventata anche la locandina della mostra.

Le dieci gigantografie di Biancamaria Monticelli – fotografa e viaggiatrice livornese – fanno parte della personale in corso a Livorno presso il caffè letterario Le Cicale Operose (Corso Amedeo, zona Attias). Inaugurata a fine luglio, la mostra sarà nuovamente visitabile dal 22 agosto (data di riapertura del caffè dopo le ferie) all’11 settembre 2020. (www.biancamariamonticelli.combianca67@hotmail.it)

 

Fra le gigantografie esposte vi sono alcune immagini di fari, anch’essi giganti del mare, ma sempre pieni di vita grazie alla loro luce che squarcia il buio della notte ed è di aiuto e conforto ai naviganti. Molto bella la fotografia (che compare sul calendario e sulle tessere 2020 dell’Associazione Il Mondo dei Fari) che vede sullo sfondo lo storico Fanale di Livorno e in primo piano una bambina. Si intitola “Gita al faro” ed è di grande suggestione, sia per quello che vuole raccontare, sia per l’inquadratura e la lavorazione. Una foto artisticavcome lo sono anche tutte le altre della mostra, ma non solo, in quanto Biancamaria Monticelli, da anni, ha intrapreso questa strada. Così come il pittore usa pennelli e colori, la creatività e gli strumenti che offre la tecnica fotografica permettono a Biancamaria di realizzare vere “opere d’arte” che suscitano emozioni e riflessioni, che raccontano e inviano messaggi. Sono fotografie che pur “fermando” l’istante, riescono ad andare oltre, quasi costringendo chi osserva a calarsi in quelle atmosfere per esplorarle in prima persona. (elisabetta arrighi)