Eklettica. La metamorfosi della forma: al Palazzo delle Esposizioni la mostra (dal 16 marzo al 21 aprile, ingresso libero) di Roberto Altmann. Un progetto di Fondazione Banca del Monte e Fondazione Lucca Sviluppo

“Eklettica. La metamorfosi della forma”, di Roberto15 Altmann: omaggio e desiderio di un incontro va in scena dal dal 16 marzo al 21 aprile 2024 al Palazzo delle Esposizioni di Lucca. Ingresso libero. Si tratta di una mostra allestita dalla Fondazione Banca del Monte di Lucca e dalla Fondazione Lucca Sviluppo. (Sotto: la locandina della mostra, nelle altre due foto Altmann mentre lavora).

Nell’esposizione, il pubblico potrà ammirare una selezione di opere che offrono un panorama ampio della produzione dell’artista: dal movimento veloce ed intuitivo del gesto pittorico di Altmann alle ispirazioni e alle influenze dei grandi Maestri come Raffaello, Velasquez e Picasso, come omaggio e desiderio di un incontro, per “sentire” e far proprie le grandi opere.

La Fondazione Banca del Monte di Lucca e la Fondazione Lucca Sviluppo, ente strumentale della prima, “sono liete di offrire alla comunità lucchese l’occasione di confrontarsi con questo artista lontano da schemi prefissati e libero da sovrastrutture, eppure così radicato nella storia dell’arte”, scrivono nella presentazione dell’esposizione i presidenti dei due enti, rispettivamente Andrea Palestini e Alberto Del Carlo.

 

“Nelle sale del Palazzo delle Esposizioni – proseguono – è raccolta una selezione della sua produzione degli ultimi venti anni: opere luminose, dove il gesto approda in ampie campiture e tratti incisi; opere create dal nero, in cui le ombre ed i segni astratti diventano potenti suggestioni drammatiche; opere tridimensionali, le ‘meta-forme’. In tutte ci sono stilemi che ritornano e si rincorrono come, prevalenti, la torsione e lo slancio che animano certe figure –   siano queste angeli, corpi femminili o maschili, elementi della natura –  protese verso il limite rappresentato dalla tela. C’è in questa tensione il segno di una ricerca, che si interroga e ci interroga sulle potenzialità e il limite dell’umano. È proprio questa ricerca che proietta la pittura di Roberto Altmann definitivamente nella contemporaneità e lo rende più vicino e interessante”.

“In pochi sanno far convivere nel proprio percorso artistico modi del rappresentare apparentemente contraddittori e contrastanti riuscendo tanto a innovare quanto a mantenersi solidamente ancorati al proprio sguardo sul mondo”, scrive Nicolò Villani, autore del testo critico in catalogo, edito da Maria Pacini Fazzi. “In questo Roberto Altmann si conferma ogni volta maestro indiscusso, capace di tenere salde tra le proprie mani le redini di un linguaggio visivo che è autenticamente personale, immediatamente riconoscibile, fatto di un eterno movimento del mondo attraverso la tela e dello sguardo che vi si perde all’infinito”. “Trovarsi di fronte alle sue opere, siano queste le grandi tele che avvolgono l’intero ambiente o quadri che circoscrivono soggetti e scene, significa abbandonarsi totalmente a una stratificazione poetica che sfida lo sguardo su più livelli: ci si immerge nei cromatismi materici per incontrare i volumi delle figure che popolano quel movimento ritmico armonizzato col gesto stesso dell’esecuzione; si è rapiti dall’informe al di là dei corpi, in una continua esplorazione che diventa autentica partecipazione al dinamismo dell’opera”.