Rai5: appuntamento pomeridiano (venerdì 17 aprile) con “Il ragazzo del risciò”, opera del compositore cinese Guo Wenjing

Si chiude con Il ragazzo del risciò (Luotuo Xiangze) l’offerta pomeridiana settimanale di grande musica che Rai Cultura propone sul suo canale Rai5venerdì 17 aprile 2020 alle 17.30 va in onda l’opera del compositore cinese Guo Wenjing, registrata al Teatro Regio di Torino nel settembre 2015 per il Festival MiTo SettembreMusica, commissionata dal National Centre for the Performing Arts di Pechino ed eseguita in prima mondiale a Pechino il 25 giugno 2014 nell’ambito del 2014 NCPA World Opera Forum.

L’opera in due atti, su libretto di Xu Ying, è tratta dall’omonimo romanzo di Lao She (1899-1966), uno dei massimi rappresentanti della letteratura cinese moderna. Il protagonista è Xiangzi, un ragazzo di campagna giunto a Pechino all’inizio del ‘900 in cerca di fortuna. Il suo obiettivo è avere un risciò tutto suo; nonostante la sua buona volontà e il duro lavoro, la guerra, i rovesci della fortuna e una società dura governata dal denaro capovolgeranno i suoi progetti. Pechino, la città «sporca, bella, decadente, vivace, caotica» fa da sfondo non casuale alla storia, vibrando di una vita che pare partecipare alle sofferenze degli umili: «L’unico amico che Xiangzi aveva, era questa antica città». Punto centrale della drammaturgia dell’opera è il rapporto tra Xiangzi e il suo veicolo, con il quale il protagonista intrattiene un legame quasi viscerale: i due si muovono dentro un gigantesco affresco, cupo e senza speranza. Il risciò è simbolo di anelata libertà ed è, nel contempo, giogo crudele: il servo vuole affrancarsi dal proprio padrone ma è, in qualche modo, vinto dall’oggetto del suo sogno. Questo perché, in una società dai rapporti così iniqui, ai più miseri e deboli non è neanche consentito sognare.

Autore della partitura è il compositore Guo Wenjing. Nato a Sichuan nel 1956, Wenjing si è formato presso il Conservatorio di Pechino decidendo, a differenza di altri suoi illustri colleghi quali Tan Dun, Chen Yi o Zhou Long, di vivere e lavorare in Cina. Tra i suoi lavori spicca Chou Kong Shan (Montagna mesta e desolata), un concerto per flauto cinese di bambù e orchestra, eseguito per la prima volta dall’Orchestra Sinfonica di Göteborg in Svezia con la direzione di Neeme Järvi; Sound from Tibet (2001) per ensemble di strumenti cinesi e occidentali e il Concerto per ehru, il tradizionale violino cinese a due corde, commissione congiunta dell’Orchestra Sinfonica di Singapore e della Radio Bavarese, eseguito anche nell’importante festival di musica contemporanea “Musica Viva” di Monaco. Proprio il gusto per la contaminazione caratterizza il percorso artistico di Wenjing, teso a rinnovare il linguaggio musicale partendo dalla tradizione. Una traiettoria che ha ricevuto ampio apprezzamento dal pubblico e dalla critica, che così si è espressa a favore dell’opera del compositore: «una bellezza musicale e una potenza drammatica senza eguali» (Le Monde); «una musica pungente e vivida» (The Guardian); «un senso delle potenzialità in ambito operistico estremamente originale» (The Independent).

Nel Ragazzo del risciò, opera cantata in cinese con sottotitoli in italiano, il compositore mescola abilmente il belcanto con la vocalità cinese, tecniche di composizione occidentale e sonorità tipiche della musica tradizionale, dando vita a una originalissima voce nel panorama dell’opera.

Il cast è composto da Han Peng, tenore (nel ruolo di Xiang Zi); Sun Xiuwei, soprano (Hu Niu); Song Yuanming, soprano (Xiao Fuzi); Tian Haojiang, basso (Liu Siye); Sun Li, baritono (Er Qiangzi) e Liang Yufeng, tenore (Sun Paizhang). Per la replica del 24 settembre il cast sarà composto rispettivamente da: Jin ZhengjianZhou XiaolinLi XintongGuan ZhijingWang Hexiang Liang Yufeng.

L’Orchestra e il Coro China National Centre for the Performing Arts sono diretti da Zhang Guoyong. La regia e scene sono firmati da Yi Liming, i costumi da A’kuan, mentre le luci sono di Wang Qi.