“Nicola Tacchinardi, il tenore che incantò Napoleone”: ecco il nuovo libro di Giuseppe Donateo presentato al Circolo Masini di Livorno

Al Circolo Galliano Masini di Livorno è stato presentato nei giorni scorsi il libro “Nicola Tacchinardi – il tenore che incantò Napoleone” di Giuseppe Donateo, giornalista e scrittore.Si tratta di un interessante lavoro che colma una lacuna di genere biografico su un protagonista del Primo Ottocento musicale in Europa. Nel corso della presentazione, condotta dal musicologo livornese Fulvio Venturi, presidente del Circolo Masini, Giuseppe Donateo ha tracciato il profilo artistico di Tacchinardi come avviene nel suo volume.

La copertina del libro di Giuseppe Donateo (sopra il titolo mentre firma una copia)

Durante la stagione di carnevale 1802/ ’03 del Teatro degli Avvalorati, si presentò ai concittadini un tenore livornese d’aspetto non troppo affascinante, ma dotato di una sonorissima voce. Questi era Niccola Tacchinardi, un “musicante” che prima di allora aveva fatto cento mestieri, tra i quali l’imbianchino, ed aveva anche suonato in orchestra nelle stagioni d’opera agli Avvalorati.

Nonostante avesse debuttato oltre la trentina (era nato nel 1772) e dunque un poco tardi, soprattutto per l’epoca, Tacchinardi, con le recite della stagione d’opera buffa al Teatro degli Avvalorati, dette inizio ad una luminosa carriera e dopo essersi prodotto nella città natale bruciò le tappe: nel dicembre 1804 era al Teatro dei Costanti di Pisa, e, dopo essere passato per Firenze e per Venezia, esordì alla Scala. Nel massimo teatro milanese fu poi chiamato ad eseguire nel giugno 1805 una cantata di Federici su testo di Vincenzo Monti alla presenza di Napoleone appena incoronato Re d’Italia. Le porte della gloria si schiusero così per questo livornese che da allora cantò per anni presso tutte le corti e tutti i teatri più importanti d’Europa. Donateo ha quindi continuato descrivendo con particolare enfasi gli anni durante i quali Tacchinardi si presentò a Parigi con contratti principeschi dal 1811 al 1814.

A completamento di un bagaglio artistico non indifferente, gli atteggiamenti scenici di Tacchinardi furono guidati dai dettami di Antonio Canova, con il quale il tenore livornese intrattenne un lungo rapporto epistolare.

Tacchinardi continuò a cantare nei più importanti teatri italiani fino al 1830, interpretando opere di Rossini, Meyerbeer, Pacini, Mercadante e al termine della carriera si dedicò all’insegnamento, forgiando altri eminenti cantanti come Raffaele Mirate, Erminia Frezzolini e la figlia Fanny Tacchinardi, fra l’altro “creatrice” di Lucia di Lammermoor. Al termine di una vita intensamente vissuta con tre matrimoni e numerose figliolanze, Tacchinardi si spense nella sua bella casa fiorentina di Piazza di Barbano nel 1859, giunto alla ormai veneranda età, per i tempi, di ottantasette anni. La presentazione è stata seguita da un pubblico numeroso fra il quale erano presenti i discendenti dell’artista.

  • Giuseppe Donateo, “Nicola Tacchinardi il tenore che incontrò Napoleone”, Casa Editrice La Conchiglia di Santiago, San Miniato, 2021, pp 141. 20 euro.