Mahler, Brahms, il Quartetto Klimt e un attore al Cimitero degli Allori a Firenze. In Versiliana Buscemi declama Lucifero

PAROLE E MUSICA AL CIMITERO DEGLI ALLORI

Una nuova produzione tra parole e musica, in cui brani di Gustav Mahler e Johannes Brahms eseguiti dal Quartetto Klimt si alterneranno a estratti da William Shakespeare e Hugo von Hofmannstahl  interpretati dall’attore Gianluigi Tosto: è il settimo atto del progetto di incontri e spettacoli “Don’t Cry” (Non piangere), a cura di Nem – Nuovi Eventi Musicali, che si terrà martedì 11 luglio 2017 alle 21.30 presso il Cimitero Monumentale Evangelico Agli Allori di Firenze (via Senese 184), in collaborazione con Fondazione Pas e Comitato consorziale delle Chiese evangeliche  (ingresso libero).

Al calare del sole la formazione cameristica composta da Duccio Ceccanti al violino, Edoardo Rosadini alla viola, Alice Gabbiani al violoncello e Matteo Fossi al pianoforte, si esibirà nel Quartetto con pianoforte di Mahler, per continuare poi con il Quartetto con pianoforte n.1 op.25 in sol min di Brahms. Due brani enigmatici, dai toni cupi e misteriosi che tuttavia si aprono nell’ultimo movimento brahmsiano in un’esplosione di energia e positività ispirata alla musica popolare ungherese.

Le esecuzioni saranno intervallate da passi del dramma “Il folle e la morte” di von Hofmannstahl, che si sposano con le suggestioni di Mahler evocando il rimorso per non aver vissuto a pieno la vita. Si continua con estratti dall’Album Letterario di Brahms, il diario in cui il compositore tedesco annotava le letture che più lo colpivano. Il tema è sempre la musica come meraviglia del creato, fil rouge che lega il monologo di Lorenzo nel Mercante di Venezia di Shakespeare a Die unsichtbare Loge di Jean Paul e a Sappho di Franz Grillparzer.

Cuore del progetto Don’t Cry, intimamente legato al cimitero monumentale nato poco dopo la metà del XIX secolo come continuazione di quello degli inglesi di Piazzale Donatello, e che oggi accoglie tutte le confessioni religiose e non, è far riflettere, attraverso l’arte, sulla vanità di molte cose che si incontrano nel quotidiano, in favore di un’analisi più approfondita e sincera. “Questa settima tappa – spiega Mario Setti, presidente Nem – vede accanto al grande repertorio classico la presenza della voce, di un volto, che collegherà l’alba del pensiero e della poesia occidentale con le incrinature di inizio Secolo Breve”.

Per ulteriori informazioni http://www.nuovieventimusicali.it/

CAFFÈ CHANTANT: BUSCEMI INTERPRETA LE POESIE DI ALFREDO LUCIFERO

Sarà la poesia di Alfredo Lucifero la protagonista dello spettacolo che andrà in scena alla Versiliana martedì 11 luglio 2017 nell’ambito del Caffè Chantant e per la 38° edizione del Festival della Versiliana. “Poesia è teatro – Ulisse per sempre” è questo il titolo dello spettacolo nato da un’idea di Massimiliano Simoni, direttore artistico del Festival e di Andrea Buscemi che vedrà il celebre attore interprete delle poesie di Lucifero insieme a Livia Castellana e Martina Benedetti accompagnati dalla musica dal vivo di Pantaleo Annese e Dino Mancino. (posto unico 10 euro – inizio ore 21.30 info 0584 265757 www.versilianafestival.it ).“Come un atto dovuto, in questa serata noi diamo v

buscemi

oce a un vero poeta”: così Buscemi commenta lo spettacolo, ma soprattutto Lucifero e la sua poesia. “Nei tempi sempre più sgangherati che ci tocca vivere, dove automobili e televisori pare abbiano vinto, Alfredo (che è stato e resta Ulisse che cerca virtute e canoscenza) si staglia finalmente come un vero poeta, e come pochi stupisce e consola. Ci fa quasi sperare che non tutto è perduto, offrendoci il miracolo di quell’autentico atto di suprema umanità che solo la Poesia può generare e che pareva obliato per sempre”.

Insistendo a celebrare la conciliazione fra Dioniso e Apollo, fra irrazionale e razionale, la poesia – che pure porta con sé una perpetua inafferrabilità, come del resto la vita stessa – rimane per l’uomo il necessario contrappunto all’esistenza, il mezzo lieve e grave attraverso il quale spiegarsi e spiegare. Attraverso di essa, l’uomo non smette di percepire Dio, risvegliandosi a tratti perfino dall’assuefazione in cui parrebbe precipitato in questi tempi bui. Così, nel degrado di questa nostra epoca imbarbarita, i veri poeti riescono pur sempre a realizzare quel piccolo miracolo laico ipotizzato a suo tempo da Dostoevskij che ci diceva: è vero che due più due fa quattro, ma sarebbe molto meglio che facesse cinque.

Non a tutti, si sa, tocca il privilegio del ‘miracolo’ poetico: così come non a tutti è dato il talento. Anzi, sono pochi – pochissimi – i Luzi, i Leopardi, i Caproni, Quasimodo, Montale, Ungaretti… Essi con la loro poesia hanno spiegato la vita quando la vita ancora pareva umana, intorno a noi non sfrecciavano continuamente automobili, il rumore di televisori e computer non si era ancora fatto assordante.