Il Club Unesco premia il Comune di Livorno per la candidatura del Cisternone al concorso “La Fabbrica del Paesaggio”. Cerimonia con l’Unesco il 29 marzo, Giornata Nazionale dell’Acqua con visita alle architetture del grande deposito d’acqua dell’Acquedotto Leopoldino

Il Club Unesco ha conferito al Comune di Livorno un riconoscimento per la candidatura del Cisternone al concorso “La Fabbrica nel Paesaggio”, indetto dal Club per l’UNESCO Foligno e Valle del Clitunno con la Federazione Italiana dei Club e Centri per l’UNESCO (FICLU), Federation Europeenne des Associations, Centres et Clubs UNESCO (FEACU), Ministero della Cultura, ICCROM , ICOMOS, Council of Europe – Conser de l’Europe Ufficio Venezia, Osservatorio Europeo del Paesaggio con l’Alto patrocinio del Parlamento Europeo. (Foto gentilmente concesse dal Club per l’Unesco di Livorno).

Il premio, assegnato su proposta del Club per l’UNESCO di Livorno, doveva essere consegnato nel 2021, ma la cerimonia è slittata causa restrizioni Covid-19.

La cerimonia si è svolta martedì 29 marzo 2022 al Cisternone, nell’ambito delle iniziative della Giornata Nazionale dell’Acqua, partite il 22 marzo scorso.

A ritirare la pergamena di riconoscimento è stato il sindaco di Livorno Luca Salvetti, alla presenza del presidente di Asa Stefano Taddia.

A consegnarlo sono state Teresa Gualtieri, Presidente FICLU, Maria Paola Azzario, Presidente Onoraria FICLU e Vicepresidente FEACU insieme alla Presidente del Club per l’UNESCO di Livorno Rossella Bruni Chelini e alla Presidente Onoraria del Club per l’UNESCO di Livorno, Margherita Mazzelli Minucci.

Presenti inoltre Vittorio Gasparrini, Presidente Centro per l’UNESCO di Firenze e Gabriella Righi, Ideatrice e promotrice del Concorso “La fabbrica nel Paesaggio” Club per l’UNESCO di Foligno.

Nel ringraziare per il riconoscimento il sindaco ha invitato tutti i presenti a lavorare su una suggestione, su un progetto culturale di valorizzazione delle vie d’acqua livornesi in un percorso ampio che comprenda oltre al Cisternone e al Cisternino, i fossi, fino alle Terme del Corallo, complesso sul quale l’Amministrazione comunale si sta impegnando per un recupero complessivo (a breve partirà un progetto da 2 milioni di euro per il recupero della sala della mescita).

Dopo la breve cerimonia i presenti hanno effettuato una visita alle vasche monumentali del Cisternone.

SCHEDA DI APPROFONDIMENTO

IL CISTERNONE

Il CISTERNONE o GRAN CONSERVA, è un deposito d’acqua al termine dell’Acquedotto Leopoldino, costruito nella città di Livorno allo scopo di raccogliere e distribuire le acque provenienti dalle Sorgenti di Colognole alle fonti cittadine.

E’ la più grande delle tre conserve previste lungo il percorso dell’acquedotto. Le altre due sono una a precedere (il Cisternino di Pian di Rota) e una a seguire nel centro della città (Cisternino di città).

Il Cisternino di Pian di Rota fu realizzato a metà del XIX secolo e collegato all’acquedotto Leopoldino fino alla fine dello stesso secolo, mentre il Cisternino di città in realtà non fu mai utilizzato come conserva d’acqua e fu riconvertito ad usi culturali dopo la seconda guerra mondiale.

La Gran Conserva fu costruita tra il 1829 ed il 1842 su progetto di Pasquale Poccianti I lavori furono portati a termine non senza difficoltà, a causa dei continui ripensamenti che l’architetto apportò al progetto iniziale: infatti, secondo il disegno contenuto in una prima relazione, il Cisternone avrebbe dovuto apparire molto diverso da quanto poi effettivamente realizzato.

In particolare, la costruzione della facciata, realizzata intorno al 1832, rappresenta uno dei punti più interessanti delle vicende legate alla sua costruzione: rispetto al progetto iniziale, con un semplice prospetto schermato da colonne tuscaniche e aperto al centro da una finestra semicircolare, Poccianti rivoluzionò l’intero disegno, impostando, sopra un massiccio porticato formato da otto colonne, una semicupola decorata a cassettoni, chiaramente ispirata a quella del Pantheon di Roma. Non è escluso tuttavia che alla genesi del prospetto abbia partecipato anche Giovanni Antonio Antolini, architetto la cui fama era legata al disegno del Foro Bonaparte di Milano.

Nel 1833, la struttura della cupola poteva dirsi compiuta, tanto che, nel giugno del medesimo anno, la Gran Conserva ospitò i festeggiamenti per le nozze del Granduca Leopoldo II con la principessa Maria Antonia. Ciò nonostante, i lavori per le finiture e per l’impianto tecnico dell’edificio impegnarono il cantiere fino al 1842, anno della sua entrata in funzione.

Il Cisternone è costituito essenzialmente da un due corpi di fabbrica principali:

• l’avancorpo, dove si apre la facciata affiancata da alcuni locali laterali e dall’appartamento dei custodi;

• la cisterna vera e propria, costituita da un volume a forma di T e spogliata di ogni decoro estetico.

La facciata, come detto, è costituita da un portico tuscanico e, ai lati, è delimitata da due volumi aperti solo da alcune finestre a feritoia e semicircolari. Al piano superiore il portico definisce un ampio terrazzo sul quale si affacciano le finestre di alcuni locali: qui si apre la caratteristica semicupola,

Non meno suggestivo è l’interno delle cisterna, ancora oggi utilizzata come serbatoio d’acqua e suddivisa in 5 navate di larghezza e 7 di lunghezza da numerosi pilastri tuscanici che sorreggono le volte a vela della copertura. In origine, l’acqua sorgiva proveniente da Colognole, si portava nella parte posteriore della cisterna, dove veniva filtrata per mezzo di strati di ghiaia e carbone; in seguito, con l’introduzione del cloro per il trattamento delle acque, il sistema di filtraggio poté essere rimosso e la vasca fu pertanto utilizzata interamente come serbatoio, per una capacità complessiva di ben 10.000 metri cubi.

Nel 1842 dunque arrivò a compimento la costruzione dell’acquedotto; dopo circa quattro decenni finalmente l’acqua raggiungeva la città e i suoi sobborghi attraverso ventisette fonti. Si tratta di un’opera da vedersi (certamente così dovette vederla, pensarla e progettarla il Poccianti) non solo come una grandiosa attrezzatura ma anche come “ornamento” e “decoro” della città.

L’abbattimento delle antiche mura cinquecentesche, avvenuta sempre nell’Ottocento, peraltro, avevano privato la città del passeggio, che doveva qui svolgersi come attualmente avviene presso le mura di Lucca.

L’idea del Poccianti doveva essere quella di un percorso didascalico che proponeva la passeggiata lungo gli acquedotti come “cammino di ammirazione e scoperta”: dal grande edificio del Purgatoio di Pian di Rota al “tempio” civico del Cisternone, attraverso una sequenza di elementi pittoreschi, dal gran prato a uso di circo, al lago, al parterre, che si poneva come proiezione della città verso la campagna e si appropriava del tema settecentesco del rapporto tra natura e città. Il capolavoro urbanistico del Poccianti su proprio la costruzione della Passeggiata degli acquedotti, o Viale degli Acquedotti, oggi viale Carducci. Il Poccianti perseguì tenacemente per più decenni l’obiettivo di fare del tracciato dell’acquedotto la più importante passeggiata di Livorno.

Il Cisternone fu progettato e realizzato fuori dal centro storico della città, ad attestare simbolicamente la presenza dell’autorità granducale anche nei sobborghi in continua crescita. Inoltre, nelle idee di Poccianti, la realizzazione di un grande viale alberato (odierno viale Carducci) avrebbe condotto il visitatore dalle sorgenti di Colognole sino alla Gran Conserva, nei pressi della quale fu creato un grande parco pubblico (oggi Parco Pertini).

Tuttora in funzione, con una capacità di circa 11.000 mc. di acqua, è parte di un monumentale sistema di opere idrauliche complesse che costituiscono una perfetta fusione tra elementi tecnici e valori architettonici ed estetici dentro un quadro di singolare bellezza paesaggistica.

L’intero sistema dell’acquedotto Leopoldino è tutelato quale bene architettonico ai sensi del D. Lgs. 42/2004 e inserito nelle Aree naturali protette di interesse locale all’interno del Parco Provinciale dei Monti Livornesi.

Il Cisternone è di proprietà del Comune di Livorno, affidato in gestione ad ASA (Azienda Servizi Ambientali) in quanto gestore unico del servizio idrico integrato ambito territoriale 5 “Toscana costa”.

Nel corso del tempo è stato oggetto di restauri e ristrutturazioni sulla struttura lapidea, avancorpo e infissi.

Come si può vedere anche dalle immagini, il Cisternone è perfettamente inserito nel paesaggio circostante, al termine di un grande viale alberato e alle porte del centro storico ed è parte integrante della storia urbanistica e culturale della città di Livorno.

Fino a pochi anni fa era inserito a lato di una piazza utilizzata sostanzialmente come parcheggio, facendo da sfondo, al contempo, ad un trafficato nodo stradale. Il recupero effettuato nel corso del 2020 della piazza circostante ha consentito di valorizzare meglio l’imponente edificio.

Le acque che servono il Comune di Livorno oggi non provengono più dall’acquedotto Lepoldino, ma da acquedotti provenienti da Pisa e da Lucca. Ogni giorno arrivano a Livorno circa 50.000 mc di acqua per soddisfare le necessità della città e della sua periferia.