Livorno, il Coro Garibaldi d’Assalto compie dieci anni. Una mostra, un’antologia di manifesti antifascisti (in collaborazione con ANPI), un libro e un’azione teatrale (alla Goldonetta) che racconta gli anni in Francia di Giuseppe Emanuele Modigliani e sua moglie Vera per sfuggire alle persecuzioni fasciste
Il Coro Garibaldi d‘Assalto compie dieci anni dal suo primo concerto pubblico, al Teatro Officina Refugio nell’aprile del 2013: una serie di iniziative sono state messe in campo per celebrare la ricorrenza. (Sopra il titolo: foto da Effetto Venezia).
Presentate al Palazzo Comunale di Livorno la mostra illustrativa di dieci anni di canto sociale dal titolo “Almen nel canto non vogliam padroni : il Coro Garibaldi d’Assalto 2013-2023″ organizzata in collaborazione con l’ANPI di Livorno (13 – 28 aprile), e gli spettacoli e pubblicazioni.
E’ intervenuto il sindaco Luca Salvetti, affiancato, per l’ANPI provinciale, dal segretario Gino Niccolai, e per il Coro da Marcello Lenzi ed altri animatori del Coro stesso, come Pardo Fornaciari direttore e inventore del Coro (con Marco del Giudice e Maria Torrigiani) e la pianista Stefania Casu.
“Dal 2013 – ha esordito il sindaco, sottolineando l’importanza del lavoro di ricerca storica che svolge il Coro – ci siamo ritrovati insieme in vari momenti e in vari luoghi significativi legati alla storia di questa città. Visto che è il decimo anno siamo più che disponibili a lavorare sopra altre vostre idee legandole magari ad Effetto Venezia o altre manifestazioni importanti dell’estate cittadina”.
“Il nostro – ha specificato Pardo Fornaciari – è un coro inclusivo, in progress dove tutti possono venire a cantare con l’impeto che proviene dal cuore, se non si sa cantare si impara, ecco perché veniamo chiamati a cantare a sinistra e a destra in Italia, più a sinistra che a destra per la verità. Non sono i nostri gorgheggi che colpiscono, sono le canzoni. Abbiamo raccolto e stampato per questo anniversario più di 200 anni di canto sociale a Livorno: le dal 700 ai giorni nostri, storiche, canto di lavoro,impegnato politico, di rivolta”.
La mostra illustrativa di dieci anni di attività del Coro sarà inaugurata il 13 aprile alle 17 alla Biblioteca Labronica – sezione dei Bottini dell’Olio, concessa dal Comune di Livorno, che ha deliberato il patrocinio e la compartecipazione all’iniziativa, contribuendo anche con la stampa del materiale che sarà distribuito (grazie alla realizzazione grafica a cura di Roberta Mariotti, Alberto Favollo e Marco Giovannetti).
Per sottolineare il legame del Coro con la storia della Resistenza, l’ANPI accompagnerà la mostra con un’antologia di manifesti antifascisti degli anni ’50 e ’60. Il coro eseguirà per l’occasione tre canzoni significative, una sorta di anticipazione del successivo concerto di chiusura « Almen nel canto non vogliam padroni » che si terrà il pomeriggio del 28 aprile, alle 17, al Museo di Città, nella Sala del Grande Rettile.
Inoltre verrà presentata la produzione editoriale più recente del collettivo del Coro: il Canzoniere , per la realizzazione grafica di Maria Grazia Fontani, ed il saggio di Laura Bastogi Il canto sociale a Livorno dal Settecento ai giorni nostri .
Infine il 20 aprile alla Goldonetta andrà in scena l’azione teatrale “à la Popote” , tratta da Esilio, il resoconto dei 19 anni trascorsi in Francia per sfuggire alle persecuzioni fasciste da Giuseppe Emanuele Modigliani “Menè” e sua moglie Vera.
I dialoghi si snoderanno nella Popote ossia la mensa dei rifugiati politici italiani a Parigi tra interventi di personaggi esecrabili (uomini d‘ordine, fascisti grossi e piccini) figure luminose (Leone Trozki, Giacomo Matteotti, Bruno Buozzi) e i due coniugi, che di quando in quando ascolteranno le loro parole sottolineate da canti, intonati dal Coro.
L’azione scenica, scritta da Pardo Fornaciari, per la regia di Emanuele Gamba, sarà interpretata da Filippo Scarparo ed Anna Matarazzo rispettivamente nei panni di Menè e Vera Funaro, affiancati da Edoardo Ripoli e Claudio Pulià”.