FESTIVAL PUCCINI 2020. La passione del direttore d’orchestra Enrico Calesso e la straordinaria storia di Cio Cio San. Successo per una “straordinaria Butterfly” in scena a Torre del Lago, con la regia di Manu Lalli, a difesa della donna e della natura oltraggiate
di LISA DOMENICI
Che opera straordinaria “Madama Butterfly”, non si finisce mai di (ri)scoprirla. Si dirà: è così per tutti i capolavori. Vero. Ma la storia della ragazzina giapponese venduta al giovanotto americano, che la sposa per divertimento, e si conclude col suicidio di lei, va diritta al cuore e alla mente, in questi dannati tempi di femminicidi. E che compositore Giacomo Puccini. Tutto leggerezza e commozione, un vortice di tenerezze “sfioranti e pur profonde” per la sua Cio Cio San. Ecco le riflessioni che ci accompagnavano mentre lasciavamo il Gran teatro all’aperto di Torre del Lago, dove il Festival Puccini ha messo in scena “Madama Butterfly” qualificando il cartellone più breve a causa del Covid.
Butterfly vive la sua vicenda nel giardino della casa di Nagasaki, immersa nel verde , fuori della casa a soffietto, di cui vediamo solo l’ingresso, per sottolineare l’analogia, come spiega la regista Manu Lalli, che ha firmato pure scene e costumi, con la violenza subita ogni giorno dalla natura, che “l’uomo civilizzato – dice ancora la regista – crede sia a sua disposizione”. Allo stesso modo Pinkerton luogotenente “nella cannoniera Lincoln Marina degli Stati Uniti” arrivato a Nagasaki, ritiene di essere padrone di Butterfly, un “giocattolo” a sua disposizione. Perdipiù , rivela con soddisfazione al console Sharpless, che lui si sposa “per 999 anni salvo a prosciogliermi ogni mese”, poi brinda “ al giorno in cui mi sposerò con vere nozze, a una vera sposa americana”. Detestabili comportamenti umani, contro i quali si leva alta la voce di Manu Lalli, a difesa della donna e della natura oltraggiate.
Questo il messaggio dell’allestimento torrelaghese, che ha convinto il pubblico, prodigo di applausi calorosi anche a scena aperta. Grazie alla bacchetta di Enrico Calesso per l’attenzione e la passione con cui ha diretto la partitura ed ha ottenuto ottime risposte dall’orchestra del Festival Puccini e dal cast a partire da Cio Sio San della giapponese Shoko Okada. Tutti bravi e coinvolgenti, Annunziata Vestri (Suzuki), Raffaele Abete (Pinkerton), Alessandro Luongo (Sharpless), Francesco Napoleoni (Goro), Luca Bruno (Yamadori e commissario imperiale ), Anna Russo ( Kate Pinkerton) e Alberto Petricca (Ufficiale del registro).Il coro era ben addestrato da Roberto Ardigò.
Da notare che Manu Lalli ha vestito di rosso tutte le protagoniste compresa l’incolpevole Kate. Il rosso ha poi ceduto al bianco, quando si è consumata la tragedia della coraggiosa ragazzina giapponese.
Prossimi appuntamenti al Gran teatro all’aperto, con la replica di “Tosca” il 14 e di “Madama Butterfly” il 21 agosto.