Urnadel II secolo dalla necropoli della Badia di Volterra al Museo Archeologico della Cinquantina (Cecina)
Esposta al Museo Archeologico della Cinquantina (Cecina) un’urna rinvenuta negli anni ’60 nella tomba 6/14 della necropoli della Badia di Volterra.
La cassa è realizzata in selagite, una pietra raramente impiegata per le urne. Sulla facciata principale dell’urna si distingue ancora molto bene una scena di battaglia, sul lato corto destro normalmente non scolpito, compare una divinità alata che regge una torcia spenta rivolta verso il basso, simbolo della morte stessa. Sul coperchio compare la figura della defunta, poggiata su un cuscino con il gomito sinistro. La donna che si poggia il dito indice sulla guancia sinistra indossa una cintura con diadema sulla veste. La mano destra regge un melograno. Eccezionali sono anche le dimensioni; la cassa, di 90x31x52 cm, è molto più grande di quella di una comune urna volterrana. L’urna che può essere datata al II secolo, nonostante le sue particolarità appartiene ad una tomba a camera ipogea, un tipo comune in età ellenistica (IV-II sec. a.C.) nell’ambito delle famiglie dell’aristocrazia volterrana.
Tombe di questo tipo si trovano, oltre che nelle necropoli della città, nel territorio e in particolare lungo la valle del Cecina, via di passaggio che metteva in contatto Volterra con il Mediterraneo. L’urna, rimasta a lungo nei magazzini della Soprintendenza, viene adesso ricongiunta con il resto dei materiali rinvenuti nella tomba, già esposti presso il Museo di Cecina fin dal 2003, anno della sua inaugurazione.
Tutte le informazioni sull’urna derivano da Stefano Genovesi, curatore del Museo Archeologico di Villa Guerrazzi. L’Urna è stata trasportata da Volterra grazie all’aiuto di due operai che hanno avuto una grande accortezza durante tutto il trasporto.
Virgolettato del sindaco Samuele Lippi:
“Per la nostra cittadina questo è un ritorno apprezzato e di un grande valore culturale. Stiamo rafforzando la collaborazione con Volterra, inoltre stiamo lavorando al progetto di un centro esposizioni che possa rappresentare una fusione con la nostra parte del Museo della Cinquantina e il Museo degli Uffizi di Firenze in una nuova sede allo Zuccherificio di Marina di Cecina”.