Teatro della Pergola: a Glauco Mauri la Medaglia d’onore degli Accademici Immobili. E dal 9 gennaio in scena con “Finale di partita”

A Glauco Mauri la Medaglia d’Onore degli Accademici Immobili, i fondatori del Teatro della Pergola nel 1652-56. La Fondazione Teatro della Toscana comincia così un gennaio non come tutti gli altri: il 2018 segna l’inizio del nuovo triennio ministeriale, un tempo dettato dalle norme che si trasforma in un tempo progettuale.IMG_6475
Per marcare questo inizio, non ancora spenti gli echi dei successi di Mariti e mogli con Monica Guerritore e Francesca Reggiani venerdì 5 gennaio, Glauco Mauri e Roberto Sturno hanno dato vita sul palco della Pergola all’evento “En Attendant Beckett”, in attesa di “Finale di partita” (9-14 gennaio 2018). Un viaggio nell’universo del drammaturgo che ha segnato come un compagno di viaggio il cammino artistico di Mauri, a cominciare da quel mitico, storico e primigenio allestimento de “L’ultimo nastro di Krapp” datato 1961.

Durante la ‘residenza beckettiana’ della Compagnia Mauri Sturno il Saloncino ‘Paolo Poli’ ospita tre spettacoli della Compagnia dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica ‘Silvio D’Amico’: “Notturno di donna” con ospiti, 11-12 gennaio; “Un ricordo d’inverno”, 19-20 gennaio; “Hamletmachine” di Bob Wilson, 23-25 gennaio. Gennaio si chiude alla Pergola con il debutto di due nuove produzioni della Fondazione Teatro della Toscana: “Il padre” di Gabriele Lavia (16-21 gennaio) e “Uno zio Vanja” di Vinicio Marchioni (26 gennaio-4 febbraio).

Chiuso il 2017 con il sold out di Drusilla Foer e il suo Eleganzissima, la stagione 2018 del Teatro Niccolini di Firenze sotto l’egida del Teatro della Toscana prosegue domenica 7 gennaio “L’acqua cheta” della Compagnia delle Seggiole e con la novità assoluta dal 10 al 18 febbraio di “Prigionia di Alekos” di Sergio Casesi, il vincitore del Premio Pergola per la nuova drammaturgia, con la regia di Giancarlo Cauteruccio.IMG_6476

Al Teatro Studio ‘Mila Pieralli’ di Scandicci il 12 e 13 gennaio vanno infine in scena un uomo, una donna e l’universo a fare da cornice, ovvero le “Costellazioni” del giovane drammaturgo inglese Nick Payne.

Ma torniamo al riconoscimento consegnato a Glauco Mauri (nelle foto di F. Manzini) venerdì 5 gennaio. Un riconoscimento a una carriera inimitabile e a un legame ultrasessantennale con il Teatro della Pergola. Sul palco del massimo teatro fiorentino, al termine di “En Attendant Beckett”, Glauco Mauri, già Premio Chiave d’Oro del Primo Camerino, ha ricevuto la Medaglia d’Onore degli Accademici Immobili, i fondatori del Teatro della Pergola nel 1652-56. Ha consegnato la Medaglia Francesco Grossi, il più giovane tra gli attori diplomati della Scuola ‘Orazio Costa’ della Fondazione Teatro della Toscana. Mauri è arrivato alla Pergola la prima volta nel gennaio 1954 con “I fratelli Karamazov” di Dostoevskij: in scena c’erano attori come Memo Benassi, Lilla Brignone, Gianni Santuccio, Enrico Maria Salerno. Fra i giovani, Adriana Asti, Franca Nuti e Glauco Mauri, che da allora ha trovato nel teatro di via della Pergola una delle sue case più amate.
Venerdì sera, insieme a Roberto Sturno, ha offerto al numeroso pubblico “En Attendant Beckett”, un percorso multimediale ideato con la collaborazione di Andrea Baracco e con le musiche originali eseguite dal vivo da Giacomo Vezzani. Una serata omaggio a Beckett, che anticipa le recite di “Finale di partita (9-14 gennaio)”, un approfondimento sull’opera del grande autore irlandese, con poesie, brani letterari e con “Atto senza parole” e “L’ultimo nastro di Krupp”. Mauri, il primo Krapp italiano, ha dialogato con la sua voce di trentenne registrata nel silenzio notturno di un teatro oltre cinquant’anni fa. Era il 1961.