Castelnuovo Magra, prima vendemmia del “vino prezioso” nel parco della residenza psichiatria di Olmarello. La visita dell’Arcivescovo Benotto

Una vigna a tutti gli effetti, pronta a donare i suoi frutti. Mezzo ettaro nel parco della residenza psichiatrica di Olmarello, casa della Fondazione Maffi di Castelnuovo Magra. È qui che nasce il “vino prezioso”, grazie anche al lavoro dei Fratelli e delle Sorelle Preziose, come qui sono chiamati gli ospiti delle strutture. Un’etichetta che racconta una piccola grande rivoluzione che, passo dopo passo, sta diventando sempre più reale grazie all’impegno quotidiano della Fondazione Casa Cardinale Maffi: trasformare i fortini in tende, radicare la fragilità all’interno della comunità, far conoscere la bellezza della prossimità. 
Il viaggio è  iniziato nel 2019, quando sono state piantate le prime barbatelle, di Vermentino, Trebbiano e Albarola, vitigni tradizionali liguri. L’Arcivescovo di Pisa Giovanni Paolo Benotto c’era anche allora, quando tutto è cominciato. Poi, con pazienza, attenzione e tanto entusiasmo, è stata portata avanti la creazione del vigneto, e adesso è il momento della prima vendemmia. Al centro di tutta l’operazione: sei Fratelli e Sorelle Preziosi, impegnati operativamente “sul campo”, che hanno potuto imparare a convivere con il ciclo della natura e ad averne cura.  A fare loro da guida, insieme agli operatori della residenza di Olmarello, Andrea Marcesini, titolare dell’azienda vitivinicola La Felce, che ha messo a disposizioni tutti i suoi “saperi”. 
Il percorso che sta portando a questo “vino prezioso” è stato reso possibile anche grazie alla sinergia tra Fondazione Casa Cardinale Maffi e Asl 5 (ente capofila) all’interno del progetto europeo “Agricoltura Sociale” della Regione Liguria che ha visto coinvolte aziende agricole e realtà che operano con soggetti fragili. Quest’anno è giunto il momento della prima vendemmia e monsignor Benotto è tornato a far visita alla Casa di Olmarello. “Quello che avviene qui è la dimostrazione che quando si opera – ha detto – per dare un senso al lavoro dell’uomo, arrivano anche i frutti. E’ un incoraggiamento a investire nel lavoro per costruire qualcosa di bello e buono, insieme ai Fratelli Preziosi”. Nei giorni scorsi a Olmarello hanno partecipato alla vendemmia anche le autorità: l’assessore alle Politiche sociosanitarie e Terzo Settore Giacomo Giampedrone, la consigliera regionale Daniela Menini, Paolo Cavagnaro Direttore Generale Asl 5 e Simonetta Lucarini Direttore Sociosanitario Asl 5, il sindaco di Castelnuovo Magra Daniele Montebello.  

“Con questo progetto vogliamo raccogliere un tesoro prezioso, l’uva, attraverso il lavoro dei nostri Fratelli Preziosi che vivono nella residenza di Olmarello. Anche questa è Fondazione Maffi – ha sottolineato il Presidente Franco Falorni -. Grazie a tutti coloro che hanno permesso questo eccezionale risultato di buon lavoro svolto con professionalità, passione, fatica e tanta gioia. Grazie Fratelli e Sorelle Preziosi, grazie operatori, grazie Andrea Marcesini e collaboratori, grazie Amministratori Regionali e Comunal, grazie dirigenti ASL 5 di La Spezia

Grazie a ‘FCCM Noi’ che al “cane ringhioso del Covid” abbiamo fatto paura tanto che la vite-vita è continuata a crescere rigogliosa”. 

Il direttore generale di Fondazione Casa Cardinale Maffi, Michele Passarelli Lio ha aggiunto che  “il nostro ‘vino prezioso’, quello che arriverà dall’uva che oggi iniziamo a vendemmiare, sarà un orgoglio per la Fondazione Maffi, ma credo che lo debba essere per tutto il territorio. Questo progetto di agricoltura sociale, sviluppato con il fondamentale supporto di ASL e Regione Liguria, dimostra che riabilitare e reinserire quelli che noi definiamo i nostri Fratelli Preziosi, non solo è possibile, ma in questi casi diventa realtà. È un successo che vogliamo condividere con lo splendido territorio che accoglie la nostra struttura ad Olmarello, con l’azienda agricola che ci ha aiutato, con i nostri bravissimi operatori e che va dedicato a tutto coloro che vivono, con noi, in tutte le nostre strutture, in Liguria ed in Toscana. ‘Prezioso’ non è solo un aggettivo, per noi della Maffi vuole essere uno stile di relazione che mette la persona che ha bisogno al centro della vita delle strutture; il vino che porterà questo nome ed il progetto con il quale ci siamo arrivati non è assolutamente un punto di arrivo, ma una tappa in un percorso che continuiamo, con decisione, a percorrere insieme”.

“Il vino è un simbolo – ricorda tra i filari don Antonio Cecconi, vicepresidente della Fondazione Casa Cardinale Maffi -. Gesù si è servito spesso del vino anche come metafora. Il vino nasce da tanti acini e grappoli, e così il nostro ‘vino prezioso’ è segno di un’unione. Ci sono tanti soggetti che si sono messi insieme, come i grappoli d’uva, per fare qualcosa di buono, qualcosa che è simbolo di vita e gioia. La Fondazione Maffi fa questo: lavora non solo per il benessere fisico ma anche per dare vita, bellezza e gioia alle Sorelle e ai Fratelli Preziosi”.