8 MARZO. Storie di donne (raccolte da Coldiretti) che scelgono di fare le pastore. Eventi negli agriturismo, a Livorno, Firenze, Cecina. FTS e il teatro al femminile

– LIVORNO / Tanti eventi in città e il gazebo della Terrazza Mascagni illuminato di giallo
Numerosi gli appuntamenti in programma  venerdì 8 marzo 2024, in occasione della Giornata Internazionale della Donna.
“La Giornata Internazionale della Donna non è solo una ricorrenza, ma anche e soprattutto – dichiara la vicesindaca Libera Camici – un’occasione per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora vittime. Riteniamo necessaria una rivoluzione culturale, ed è per questo che la sfida per promuovere l’uguaglianza di genere e la valorizzazione del ruolo femminile rappresenta per noi un impegno quotidiano”.
Due le iniziative organizzate dal Consiglio di Zona 4 per la mattinata: alle ore 10.30, alla presenza dell’assessore al Sociale Andrea Raspanti avrà luogo la consegna di piantine alle signore ospiti della RSA di Coteto mentre, alle ore 11.30, in via Garzelli, nel parco di Collinaia, la vicesindaca con delega alle Pari Opportunità Libera Camici inaugurerà una panchina rossa, contro la violenza sulle donne.
Il programma prosegue nel pomeriggio al Centro Donna del Comune di Livorno (largo Strozzi, 3) dove, alle 16.30, sarà presentato il libro “Le commesse della UPIM”. Sottotitolo: quando il diritto al lavoro per una donna era un obiettivo irraggiungibile. Undici storie, vere o immaginate, che raccontano un universo femminile alle prese con un’epoca di transizione sospesa fra tradizioni paternalistiche, contestazione, movimenti sociali e cambiamenti radicali nelle dinamiche di genere. L’evento ricade nell’ambito del cartellone predisposto dall’Associazione Ippogrifo in collaborazione con l’Associazione Evelina de Magistris, l’Associazione FIDAPA e il Sindacato Pensionati CGIL Lega 4 Salviano per riflettere sulla condizione femminile nella società contemporanea, il ricordo delle conquiste sociali e politiche delle donne, la lotta contro le discriminazioni e le violenze.
Fra le iniziative di sensibilizzazione messe in campo c’è anche, in serata, l’illuminazione di giallo del Gazebo della Terrazza Mascagni.
– FONDAZIONE TOSCANA SPETTACOLO ONLUS / In Toscana il teatro in larga parte è donna
Nel periodo dell’8 marzo sono tanti gli appuntamenti del Circuito teatrale di Fondazione Toscana Spettacolo onlus dedicati alla donna e all’universo femminile nelle sue molte declinazioni.Ma è un’attenzione che non si ferma solo alla data di marzo e che percorre tutto l’anno. Attraverso la sua programmazione e le altre attività, Fondazione Toscana Spettacolo porta sul palcoscenico dei suoi teatri della regione il talento e le competenze delle professioniste del teatro insieme al punto di vista delle donne sul mondo, siano esse attrici, autrici, registe, danzatrici, musiciste, scenografe, costumiste, drammaturghe, organizzatrici e coreografe.Perché in Toscana il teatro in larga parte è donna.

  • 8 MARZO: COLDIRETTI TOSCANA, 1 PASTORE SU 4 E’ DONNA. DA CHI HA RINUNCIATO AL LAVORO IN BANCA ALL’ALLEVAMENTO PIU’ ROSA

Le storie raccolte da Coldiretti per la festa delle donne: Mariangela, Carolina, Rachele, Valentina, Emma e le sorelle Linda e Lisa.
Mariangela ha detto no al lavoro in banca. Carolina, dopo la laurea, è diventata il simbolo dell’eco-transumanza. Poi ci sono Rachele, Valentina ed Emma con l’allevamento più rosa della Toscana e le sorelle Linda e Lisa che incarnano la quarta generazione di pastori. Sono alcune delle bellissime storie che demoliscono il cliché di un mestiere ad appannaggio esclusivo degli uomini. Ragazze giovanissime, donne, madri, allevatrici, casare che popolano le nostre campagne e sono custodi, al pari dei colleghi uomini, di un mestiere ancestrale. Salvano le razze in via di estinzione, portano novità e femminilità nelle stalle e nei loro prodotti riuscendo a conciliare la famiglia, il tempo libero, gli amici e la normalità di una vita vissuta tra pascoli, natura e sacrificio. In Toscana la pastorizia è donna come non lo è mai stata: 1 impresa su 4 (24%) è guidata da una donna. A rivelarlo è l’indagine di Coldiretti Toscana in occasione dellaFesta delle Donne. “La zootecnica un mestiere per soli uomini? Non è più così. Le ragazze che hanno scelto di dedicarsi all’allevamento di mucche, pecore, capre sono in costante aumento. Molte sono la continuità di aziende consolidate che hanno trovato in figlie e nipoti l’ancora del futuro, ma molte sono le imprese che sono nate da zero dove la donna è il fulcro di un’attività spesso famigliare ben organizzata. – spiega Michela Nieri, Responsabile Donne Impresa Coldiretti Toscana – A favorire l’avvicinamento a questo mestiere sono state sicuramente l’avvento della meccanizzazione e della tecnologia che hanno liberato le donne dai lavori più pesanti e fisici. Ma resta un lavoro duro, di sacrificio, che richiede tanta determinazione e una grande passione. Le donne pastore sono uno straordinario esempio di quella transizione generazionale che è in atto nelle nostre campagne e che purtroppo la difficoltà di accesso al capitale fondiario e al credito insieme alla burocrazia sta rallentando. Le aziende agricole, ed ancora di più le imprese zootecniche, sono presidi che tengono in vita le comunità rurali e montane e senza la quali molti territori vivrebbero l’esperienza dell’abbandono. Sono eroine silenziose del nostro tempo”.

Niente banca, mi compro un gregge. Mariangela Piredda, 30 anni, poteva avere un lavoro a tempo indeterminato e molti benefit. “Mio padre, allevatore, ha tentato di scoraggiarmi. Mi diceva: lascia perdere. E’ troppo sacrificio. Oggi è orgoglioso della mia scelta. Sono cresciuta con il ricordo dei pomeriggi passati con lui ad accudire il gregge dopo i compiti di scuola che cercavo di fare il più velocemente possibile. Quel ricordo mi ha riportato qui a Scansano: a volte si insegue la felicità, lontano da casa, un’altra vita, diversa, per poi rendersi conto che è sempre stata li”. Oggi Mariangela ha un bambino ed un marito con cui condivide la vita in fattoria. “Le mie giornate sono scandite dal ritmo degli animali. Oggi ho la febbre ma a loro non interessa. Devono pur mangiare. Mi prendo una tachipirina e vado. – sorride Mariangela – Siamo partiti con una manciata di pecore, oggi ne abbiamo 200 e vogliamo arrivare presto almeno a raddoppiarlo per aumentare la produzione. Il fieno e la granella sono prodotti direttamente da noi. Il latte viene conferito tutto alla cooperativa Rocca Toscana”.

L’eco-transumanza con la pastora laureata. L’antico rito della transumanza per sensibilizzare la comunità al rispetto della natura e delle nostre montagne. Il lungo tragitto che in estate porta all’alpeggio il gregge di pecore massesi di Carolina Leonardi, prima generazione di pastore, è diventato un viaggio collettivo. Carolina Leonardi, 30 anni, conduce per mano tra i sentieri del parco delle Apuane fino a 1.400 metri di altezza famiglie e tanti appassionati che dalla Versilia la scortano fino a Pian di Lago a Stazzema, ai piedi del Monte Corchia, dove ha la sua azienda ed il suo agriturismo “Le Coppelle”. L’8 marzo festeggerà 8 anni da quando ha scelto di diventare pastora. Laureata in scienze agrarie all’Università di Pisa discutendo una tesi sui formaggi è stata proprio l’arte casearia a folgorarla. “Ho comprato le mie prime pecore di massese, una razza autoctona, e ho iniziato a fare il formaggio. Sono quasi una autodidatta. Mi ha trascinato sempre la passione e la voglia di imparare. – racconta Carolina – La linea di formaggi che produciamo con il marchio Latteria Belato Nero oggi è molto apprezzata. In inverno è destinata alla vendita diretta, in primavera ed estate compone il nostro menu nell’agriturismo. Tutto quello che portiamo in tavola è frutto di questa terra e di questa natura. La transumanza è un bel momento di comunità che va insegnato e trasferito perché rischiamo di perderlo. Un mestiere duro? Si lo è lo ammetto. Ma quale lavoro non lo è. Riesco a trovare il tempo per fare surf e per fare tutto quello che una ragazza della mia età di solito fa ma con la responsabilità di un gregge che ogni giorno conta su di me. Ed io conto su di lui”.

L’allevamento più rosa. La stalla più rosa della Toscana è a Firenzuola, nell’alto Mugello. Rachele Morucci è giovanissima (23 anni) ed insieme a Valentina (40 anni) ed Emma (25 anni), collaboratrici ed amiche, mandano avanti l’azienda di famiglia “Pagliana”. Il loro è stato un incontro fatto di coincidenze: con Valentina, milanese, si sono conosciute per caso. “E’ venuta ad acquistare i miei formaggi. Così abbiamo iniziato a parlare. E’ nato tutto così. Oggi è una mia collaboratrice così come Emma che arrivava da una precedente esperienza in un’altra azienda. Loro si dedicano più alla parte di gestione degli animali, io a quella della caseificazione e della vendita. Il nostro è un team tutto al femminile. C’è grande feeling, disponibilità, collaborazione. Stiamo crescendo insieme come allevatrici e come donne”. Figlia di allevatori, Rachele è nata e cresciuta tra agli animali. A sostenere il passaggio di testimone c’è il padre che gli sta insegnando i segreti della caseificazione. “E’ la nostra colonna insieme a mio zio. – racconta Rachele – E’ una vita tosta ma non ho mai avuto altra tentazione. Questa vita mi piace e sono felice. E’ esattamente la vita che volevo. Riesco a ritagliare tempo per me, per il mio ragazzo, la mia famiglia e lo studio”. Diplomata in scienze agrarie, è iscritta all’Università dove sta seguendo un corso di laurea triennale sulla produzione degli animali “per trasferire nella mia azienda questa esperienza ed arricchire le sue potenzialità”. Il suo gregge è formato da pecore sarde, Lacaune, una razza francese e capre camosciate delle Alpi: in tutto 200 capi. “I nostri prodotti sono la conseguenza della nostra filiera corta: produciamo il fieno, i foraggi biologi per l’alimentazione, trasformiamo il latte appena munto in ricotte, robiole, semi stagionati e stagionati che vendiamo direttamente in azienda o alle botteghe e ai ristoranti. La nostra vita è scandita dalla natura. Noi qui siamo felici”.

Le sorelle casare. Lo storico allevamento di famiglie è in buone mani. Linda (32 anni) e Lisa (30 anni) sono le sorelle dell’Uffiziatura, a San Marcello Piteglio: sono la quarta generazione di pastori della famiglia Pagliai. Guidano il trattore ed allevano, a fianco del padre Franco, un gregge di 200 pecore tra massesi e laucane anche se le principesse sono le tre storiche mucche Francesca, Ramona e Brutta. Vivono allo stato brado: “la mattina, quando arriviamo in stalla, la prima a darci il saluto è sempre Francesca, poi a ruota, tutte le altre. Anche se vecchiette e producono poco latte sono parte della nostra famiglia. – racconta Linda – Il benessere dei nostri animali è al primo posto. E’ il segreto del latte e dei nostri prodotti caseari che realizziamo nel caseificio aziendale e che ci sta tramandando mia mamma Fabrizia che a sua volta ha imparato dai nonni paterni e dai miei bis nonni materni”. Linda si è diplomata all’alberghiero come cuoca: “quando ho deciso di lasciare il settore della ristorazione per portare avanti l’azienda di famiglia insieme a mia sorella il telefono ha squillato per mesi. – racconta Linda – Poi quando hanno capito che non avrei cambiato idea ha smesso di suonare. L’esperienza nella ristorazione mi servirà nel nostro agriturismo che è la nostra nuova sfida”. Lisa invece per diventare pastora ha rinunciato alla scuola: “mia nonna mi ripeteva sempre che mi piaceva più stare dietro le pecore che con il naso sui libri. – sorride Lisa – Era davvero così”.

Per informazioni https://toscana.coldiretti.it/, pagina ufficiale Facebook @coldiretti.toscana, Instagram @Coldiretti_Toscana, Twitter @coldirettitosca e canale YouTube “Coldiretti Toscana”

 

  • IN TOSCANA 8 MARZO: TERRANOSTRA TOSCANA, CENE IN GROTTA, DEGUSTAZIONI,  BOSCHI DI MIMOSA E OMAGGI FLOREALI PER LA FESTA DELLE DONNE NEGLI AGRITURISMI

Cene in fattoria tra boschi di mimose, piatti locali, degustazioni di olio e vino per l’8 marzo. Gli agriturismi toscani festeggiano la festa delle donne con tante iniziative nel segno delle ricette della tradizione e della mimosa, ingrediente immancabile anche dentro il piatto. A dirlo è Terranostra Campagna Amica di Coldiretti Toscana che per l’8 marzo ha raccolto alcuni degli eventi più gustosi organizzati nelle strutture agrituristiche della regione. “La Festa delle Donne è, per molte strutture agrituristiche specializzate nella ristorazione un momento importante al pari di San Valentino. E allo stesso tempo l’occasione per trascorrere una serata piacevole in compagnia e conoscere meglio il nostro territorio. – spiega Marco Masala, Presidente Terranostra Toscana – La creatività dei cuochi contadini sa tirare sempre fuori il meglio dalla cucina regionale offrendo, anche per questa festa, menu che esaltano i sapori veri, la semplicità della nostra tradizione culinaria, la stagionalità ed il km zero. Con 2 mila strutture agrituristiche ed oltre 70 mila posti a sedere la nostra regione ha il primato nazionale della ristorazione bissando quello per l’ospitalità rurale. Primati che ritroviamo nella cucina regionale che è uno dei volani più importanti del turismo in campagna”.

A Barberino del Mugello, per esempio, l’agriturismo Latera, propone la cena in un bosco di mimose puntando, oltre che sul classico menu di territorio (alla carta), sulla scenografica grotta dove si potrà cenare. E per tutte le donne in omaggio un mazzolino di mimosa. (per info https://www.latera.fi.it).

Nell’aretino sono due le opzioni: in Valdarno, in località Loro Ciuffena, l’agriturismo “Le Pietre Serene” propone un menu a tema incentrato su piatti tradizionali impreziositi da note particolari, dagli aromi del tartufo invernale che accompagnerà il risotto allo zafferano o l’uovo morbido con cialda del nostro pane, alle note del vinsanto che sarà servito in riduzione con il coniglio al coccio, passando per gli straccetti di cuore nel tegame, ricetta della nonna riportata ai nostri giorni, fino alla tagliata di cinta senese allevato nel bosco secondo gli antichi saperi. Nota conclusiva la torta mimosa che celebra la festa dell’8 marzo coi suoi colori ed i suoi profumi delicati. (per info https://www.facebook.com/LePietreSerene/).  

Ad Anghiari invece l’agriturismo Podere Tovari punta sulla riscoperta di sapori veri e di materie prime di altissima qualità ottenuta con una grande ricerca di prodotti top toscani. Durante la cena gli ospiti potranno degustare l’Olio Evo rappresentato da 4 Monocultivar: Leccino, Gentile di Anghiari, Frantoio e Morcone e la pasta prodotta in quattro formati: spaghetti, rigatoni, penne e fusilli. Ed ancora la Cinta Senese DOP utilizzata sia come carne fresca in favolose tagliate di filetto e capocollo che come ingrediente per taglieri o in primi piatti veramente unici o la carne di vitella allevata nel territorio anghiarese allo stato brado cosa che rende questo prodotto più genuino e profumato. (per info https://www.poderetovari.com/).

A Quarrata, in provincia di Pistoia, l’agriturismo “Il Canto di Primavera del Sogno Antico”, una delle realtà agricole tutte al femminile della nostra regione, propone un menu a prezzo calmierato con antipasto toscano, risotto ai carciofi, spezzatino di vitello con Aligò e tiramisù per chiudere in bellezza.(per info http://www.cantodiprimavera.it)

Sempre in provincia di Pistoia c’è l’agriturismo “Podere Santa Rita” (per info http://www.agriturismobaldi.com/) con un menu con una selezione di carni locali delle azienda Colmate e Società Agricola Massaro e formaggi de Le Roncacce accompagnato da un cadeau floreale davvero unico: i narcisi gialli coltivati direttamente dall’azienda in perfetto stile km zero.  

Per informazioni https://toscana.coldiretti.it/, pagina ufficiale Facebook @coldiretti.toscana, Instagram @Coldiretti_Toscana, Twitter @coldirettitosca e canale YouTube “Coldiretti Toscana”

– FIRENZE / Alla Libreria Libraccio – 8 marzo, che cos’è? Se ne parla con psicanaliste, sociologhe e attiviste

In occasione della Giornata Internazionale della Donna, un dialogo a più a voci per rivedere l’8 marzo alla luce di alcuni interrogativi pregnanti. Alla Libreria Libraccio di via De’ Cerretani 16R a Firenze, venerdì 8 marzo dalle 17.30, è in programma “8 marzo, che cos’è?”.

Ogni giorno o quasi una donna viene uccisa da un uomo, perché questa violenza efferata nei confronti delle donne? E perché ancora tanti stereotipi? Sono loro che contribuiscono al mantenimento della violenza di genere? Tanto si parla di educazione sentimentale dei maschi. Cosa stiamo facendo per educare i nostri ragazzi alla differenza di genere e al rispetto? Sono quasi 50 anni dalla conquista della legge 194 del 1978 che sancisce il diritto di ogni donna ad abortire, perché proprio adesso viene continuamente rimessa in discussione? Si fanno meno figli, il diritto alla maternità è ancora vincolato alla carriera. Le donne ancora devono scegliere tra figli o lavoro? E dove sta il welfare che supporti una legittima scelta di maternità? Donne, psicanaliste, sociologhe, attiviste nell’ambito dei diritti delle donne cercheranno di dare risposta a tutte queste domande e ad altre che il pubblico presente vorrà fare intervenendo all’incontro.

Interverranno Benedetta Albanese, assessora alla casa, lavoro, formazione professionale, diritti e pari opportunità, sicurezza urbana; Maria Cristina Barducci, psicoanalista, saggista, membro didatta dell’A.I.P.A ( associazione italiana di psicologia analitica) e della I.A.A.P (international Association for Analytical Pysicology) vive e lavora a Firenze. Da più di trenta anni si interessa di psicologia femminile, identità delle donne e problematiche connesse con la soggettività e le relazioni; Alessia Dulbecco pedagogista ed esperta in Diversity Equity e Inclusion. “Si è sempre fatto così! Spunti per una pedagogia di genere”, pubblicato da Tlon edizioni, è il suo primo saggio; Cristina Giachi, docente universitaria di istituzioni diritto romano all’Università degli Studi di Firenze. Ha ricoperto l’incarico di Vicesindaca del Comune di Firenze dove è stata anche Assessora alla scuola e alle pari opportunità. Attualmente è Presidente della Commissione cultura, scuola, formazione e informazione del Consiglio regionale della Toscana. È autrice di pubblicazioni scientifiche sulla storia del diritto antico e delle monografie su Simone Weil e Simone de Beauvoir; Federica Milio, fa parte del gruppo di lavoro del Centro Antiviolenza Artemisia di Firenze e si occupa del reinserimento socio lavorativo di donne e bambini che hanno subito violenza; Alessandra Minello è ricercatrice in demografia al dipartimento di scienze statistiche dell’Università di Padova. Studia le differenze di genere in Italia e in Europa negli ambiti della scuola, della famiglia e del lavoro. Ha pubblicato in numerose riviste scientifiche internazionali. È autrice per Laterza di “Non è un Paese per madri” (2022) e cura per Save the Children il rapporto “Le equilibriste” (2023 e 2024).

  • CECINA / Intitolazione di nuove strade alle donne

Venerdì 8 marzo 2024 alle ore 10.30 nella Zona Industriale di San Pietro in Palazzi titolazione nuove strade in occasione della giornata internazionale della donna:
– Via Madre Teresa di Calcutta;
– Via Rita Levi Montalcini;
– Via Anna Marciano;
– Via Caduti Militari Italiani in Missione di Pace.