Livorno: una mostra celebra (pensando ad un museo) i 102 anni del calcio amaranto

di Elisabetta Arrighi

“L’amaranto è la nostra bandiera…”. Una bandiera che sventola da quasi 102 anni. Risale infatti al febbraio 1915 la fondazione della  vecchia Unione Sportiva Livorno. Ufficialmente la data di nascita è il 14 febbraio di quell’anno, ma la fusione tra Virtus Juventusque e Spes Livorno fu resa nota solo il 17 febbraio, per evitare – si disse allora – scaramucce fra i tifosi. La rivalità, all’epoca, era infatti molto accesa.

Il Livorno durante una partita nel febbraio del 1915

In vista del 102esimo compleanno, per la prima volta, il Livorno diventa protagonista di una grande mostra che in febbraio sarà inaugurata nei Granai di Villa Mimbelli, dove resterà visitabile per oltre un mese. Anima di questo evento è il presidente del Coordinamento Club Livorno, l’architetto Ivano Falchini, grande tifoso della squadra della sua città e appassionato ricercatore di “cimeli”(nell’immagine grande sopra il titolo, foto di Virginia Falchini). “Tutto nasce, parlo dell’idea di questa mostra, con un obiettivo: vedere se è possibile arrivare alla realizzazione di un museo del calcio a Livorno. Se ne parla da almeno 25 anni a livello di Club e durante la passata amministrazione (sindaco Alessandro Cosimi, in carica fino al 2014) avemmo dei contatti. Ma si era alla fine del mandato, per cui il discorso è stato ripreso successivamente con la nuova giunta, in particolare con l’assessore Perullo. Dopo la sua uscita dalla scena amministrativa – spiega Falchini – abbiamo cominciato a confrontarci con l’assessore allo sport Morini, che nell’occasione abbiamo scoperto essere un grande tifoso del Livorno Calcio”

Una partita giocata nel gennaio 1928

“Dal momento che l’amministrazione comunale conta diversi edifici non utilizzati e che necessitano di manutenzione o ristrutturazione, l’idea è che possano venire individuati 200/300 metri quadrati da poter acquisire a un prezzo simbolico, con l’impegno di farli “vivere” come museo del calcio. La mostra che stiamo per inaugurare – spiega Falchini – è una specie di prova, per verificare quanto interesse una cosa del genere è in grado di suscitare fra i livornesi. L’inaugurazione, che in un primo momento avevamo pensato di fare il 12 febbraio, l’abbiamo poi fissata per il 16, un giovedì, perché volevamo avere con noi tutta la squadra. Per questo abbiamo dovuto cercare una data che non disturbasse l’attività agonistica e gli allenamenti. E il 16  febbraio è risultato essere un giorno ad hoc, anche perché sta fra le due date chiave della nascita del Livorno Calcio, il 14 febbraio 1915 giorno di stipula dell’accordo e il 17, giorno in cui venne resa nota la fusione delle due società cittadine in quella che allora si chiamò Unione Sportiva Livorno”. Nel periodo di svolgimento della mostra (chiusura il 24 marzo), il Coordinamento ha intenzione di coinvolgere le scuole calcio e gli studenti dei vari istituti cittadini.

Un logo del Livorno Calcio e due maglie, fra cui quella dell’ex portiere Marco Amelia (Foto Virginia Falchini)

Ma come la storia centenaria di una società calcistica può essere trasformata in una mostra per la quale collaborano Comune, società As Livorno e Coordinamento Club?

La Triglia amaranto, simbolo del Livorno Calcio

Intanto utilizzando tutto quello che, in piccolo o in grande, racconta un frammento di storia o un aneddoto del secolo di vita della squadra. Il grande giocatore Mario Magnozzi, la serie A, la B  e le annate strepitose prima della seconda guerra mondiale, il secondo posto in campionato nel 1942-1943, l’esordio tra le file amaranto – negli anni ’50 – del livornese Armando Picchi, diventato poi la bandiera della Grande Inter allenata da Helenio Herrera, le gravi crisi societarie, la serie C, i fallimenti, l’Eccellenza, la rinascita, la riconquista della serie B dopo trent’anni (2001-2002) con Osvaldo Jaconi in panchina…

Infine il campionato 2003-2004, ancora in B, allenatore Walter Mazzarri, con in squadra Igor Protti e il ritorno a casa di bomber (livornese) Cristiano Lucarelli. La seconda parte del campionato di quell’anno fu da manuale: vincendo 3-1 sul campo esterno di Piacenza, il Livorno di Mister Mazzarri si assicurò dopo 55 anni, il ritorno in serie A (in squadra anche un giovanissimo Giorgio Chiellini). Presidente Aldo Spinelli, in tribuna con la cerata gialla portafortuna. Quattro anni in A (la prima partita, quella del nuovo debutto, nel massimo campionato fu in trasferta a Milano, contro il Milan di Berlusconi, e San Siro fu invasa da centinaia  di bandane in testa ai tifosi livornesi, uguali a quella indossata da Berlusconi l’estate precedente in Sardegna: il match finì 2-2), l’esordio in Coppa Uefa, il ritorno in B, poi di nuovo la serie A. Un’altra volta in B, fino alla Prima Divisione dove il Livorno milita nel campionato 2016-2017.

Lo stadio Edda Ciano Mussolini fu costruito negli anni Trenta: oggi è intitolato ad Armando Picchi

Ma torniamo alla mostra. Saranno tre le grandi sale che i Granai di Villa Mimbelli dedicheranno all’evento, lungo un percorso che vedrà cimeli di vario genere esposti in 21 bacheche e su 130 metri quadrati di pareti, dove troveranno posto anche trenta maglie storiche della squadra amaranto.

Alcuni articoli storici sul Livorno Calcio (F. Virginia Falchini)

“Il percorso sarà in qualche modo scandito proprio dalle maglie, dalle più vecchie alle più nuove, mentre nelle bacheche ci saranno, faccio un paio di esempi, i figurini e i biglietti dello stadio. Alle pareti – sottolinea l’architetto Falchini – metteremo manifesti, fotografie, ritagli di giornali e tanto altro ancora”. Fra le curiosità ci sarà, fra gli altri, lo spartito originale dell’Inno Amaranto, quello del refrain “l’amaranto è la nostra bandiera…”, la prima incisione dell’Inno a 78 giri, ma anche una maglia della Virtus Juventusque, la società che con la Spes dette vita all’US Livorno. E in vista dell’inaugurazione di questo percorso calcistico e storico, l’architetto Ivano Falchini e lo staff organizzatore rivolgono un appello a tutti coloro – tifosi e non – che possiedono un cimelio del Livorno di poterlo prestare per l’evento. Il contatto può essere stabilito scrivendo all’indirizzo mail archivanofalchini@gmail.com, attraverso la pagina Fb del Coordinamento Club Livorno o presso il Punto Amaranto allo Stadio Armando Picchi, piazzale Montello (aperto dal lunedì al venerdì, aperto la mattina dalle 10.30 alle 12.30 e il pomeriggio dalle 16 alle18).