L’arte urbana rivisita il centro storico di Lucca con installazioni site specific Dal 2 settembre la mostra nella Chiesa dei Servi dà il via alla fase conclusiva della mostra “Labirinto”

L’arte urbana rivisita ed arricchisce il centro storico di Lucca con installazioni site specific: segue le installazioni outdoor, realizzate dagli artisti nel centro storico di Lucca (Mura Urbane, via Fillungo, Piazza San Martino ed ex Manifattura Tabacchi) la fase conclusiva della mostra “Labirinto”, che si aprirà sabato 2 settembre alle 18.00 nella Chiesa dei Servi, sempre a ingresso libero. Fino al 15 ottobre il territorio diventa così un laboratorio artistico per alcuni degli street artist più noti a livello internazionale: Moneyless, Tellas e StenLex.

Nelle foto che accompagnano il post: installazioni nella Chiesa dei Servi a Lucca

Le installazioni realizzate all’interno della Chiesa dei Servi sono un’occasione per artisti e pubblico di godere di una scenografica composizione di arte contemporanea, all’interno di una delle più suggestive Chiese del centro storico di Lucca. La mostra è visitabile dal giovedì alla domenica dalle 15.30 alle 19.30.

All’interno della Chiesa dei Servi sarà possibile ammirare un’opera di ciascuno degli artisti coinvolti, – dichiara Gian Guido Grassi, curatore della mostra – in un percorso immersivo dove l’arte contemporanea si unisce alla bellezza costruita nei secoli: questo incontro moltiplica i significati; la spiritualità del luogo risveglia la nostra umanità e le installazioni artistiche ci portano a riflettere su alcuni grandi temi come la natura, il tempo, la geometria, la percezione soggettiva. Varcando la soglia della Chiesa entriamo in un Labirinto che gli artisti hanno voluto simbolicamente costruire con le loro opere per accompagnarci in questo viaggio.”

Labirinto è un progetto artistico diffuso nel tempo e nello spazio, curato da Gian Guido Grassi. Il Labirinto è uno dei simboli della città di Lucca. Infatti, sulla cattedrale di San Martino è presente un piccolo labirinto scolpito nella pietra collocato nel pilastro di destra del portico della facciata, un bassorilievo che rappresenta un enigma per la città e che riporta l’iscrizione in latino: Questo è il labirinto costruito da Dedalo cretese dal quale nessuno che vi entrò poté uscire eccetto Teseo aiutato dal filo di Arianna.

Labirinto è promossa da Fondazione Banca del Monte di Lucca e Fondazione Lucca Sviluppo, in collaborazione con Start – Open your eyes, il contributo del Consiglio della Regione Toscana e del Comune di Lucca, con il patrocinio Ministero degli Affari Esteri e dalla Cooperazione Internazionale. Alcune opere di Moneyless e StenLex, infatti, sono state recentemente entrate a far parte della Collezione Farnesina

“La Street art entrò per la prima volta dentro le Mura di Lucca nel giugno 2019, quando Teo Pirisi, in arte Moneyless, dopo una prova di autore nella frazione esterna di San Vito, appese i suoi dipinti nelle sale del Palazzo delle esposizioni di piazza San Martino, all’interno del quale anche creò alcuni bellissimi ‘murales’ che lì sono conservati, protetti come tesori – scrivono Andrea Palestini, presidente della Fondazione Banca del Monte di Lucca, e Alberto Del Carlo, presidente della Fondazione Lucca Sviluppo, nell’introduzione al catalogo di prossima pubblicazione -. Ora Moneyless, con lo sviluppo del suo minimalismo geometrico in astratti fuochi d’artificio cromatici, torna, insieme ad altri artisti di altrettanta buona fama: StenLex, due pionieri dello “Stencil Graffiti” e inventori dello “Stencil Poster”, e Fabio Schirru, in arte Tellas, con le sue suggestive stilizzazioni naturali. Tutti hanno vissuto, studiato, lavorato in vari Paesi ed ora approdano a Lucca, tappa ricercata e ispiratrice del loro cammino, dove espongono le loro opere sia all’interno del Palazzo, sia nella Chiesa dei Servi, sia per le vie in vari luoghi della città, in un felice intreccio tra espressioni di bellezza contemporanea e le belle vestigia del passato, in un “Labirinto” – tale è il titolo della mostra – di idee, suggestioni, proposte”.

“Si tratta di rappresentanti eccelsi di quell’arte urbana che, con la poliedricità dei suoi linguaggi e la dirompenza delle sue forme e dei suoi contenuti, ha contribuito a rinnovare e rivitalizzare interi quartieri di molte città e col tempo ha fatto ingresso nelle abitazioni ed è giunta finanche a pervadere il paesaggio naturale di silenti, rispettose presenze umane. Oggi tale arte, apprezzata dalla critica, è considerata degna di entrare in gallerie e musei. Si tratta di una dignità conquistata senza perdere, anzi grazie al conservare la memoria della sua origine ‘povera’ e crescendo e affermandosi fuori dagli schemi, fino a trovare una sua disciplina, senza tradire l’anelito alla libertà, senza rinunciare al messaggio critico, a sollevare dubbi estetici e esistenziali, mantenendo insomma quel grado di sovversivismo e di anarchia che la distingue. Nata povera, è divenuta ricca per la forza della sua specifica bellezza”.

A Lucca sorgeranno anche due nuove opere permanenti che arricchiranno il patrimonio della città; la prima sarà realizzata dallo stesso Moneyless, lucchese di adozione, sul playground del campo da basket nel quartiere di San Filippo; la seconda sarà dipinta nella centralissima via della Quarquonia da Alleg, una sorta di affresco che in alcune scene racconta, come in un fumetto, il legame tra Lucca e la natura.

 

 

BIOGRAFIE

MONEYLESS https://www.moneyless.it/ (Teo Pirisi), nato a Milano nel 1980 e cresciuto a Lucca, fin da ragazzo approda alle prime esperienze espressive e al graffitismo, si diploma successivamente all’Accademia di belle arti di Carrara in Multimedia e consegue la specializzazione in Comunicazione Design all’Isia di Firenze; pioniere del muralismo astratto in Italia, ha indagato tecniche e materiali differenti (pitture su muro, legno, lastre e tela, disegni su carta, sculture in metallo o legno, installazioni con corde) e oggi è tra i più importanti artisti urbani internazionali con opere esposte in contesti prestigiosi di tutto il mondo siano essi spazi pubblici, musei, collezioni e gallerie. Partito dallo studio del minimalismo e della geometria, come ipotesi di studio delle forze della Natura, ha sentito forte il richiamo alla libertà e alla astrazione e, in questo percorso coerente, ha superato lo studio iniziale dei poligoni e dei solidi platonici per indagare il cerchio e arrivare quindi a frammentare le linee e le forme per disperderle nello spazio come “fuochi d’artificio”: combinando i graffiti alle sperimentazioni artistiche è riuscito a creare uno stile unico in grado di trasferire un’immediata percezione cinetica rilevatrice dell’intimo mistero della materia secondo l’assioma «ubi materia ibi geometria» (Keplero).

STEN LEX https://stenlex.com/ Duo italiano considerato tra i pionieri dello “Stencil Graffiti”, realizzano il primo stencil in strada a Roma dal 2001 in un periodo nel quale questa tecnica è pressoché sconosciuta e inutilizzata come forma d’arte urbana. Il duo è noto in ambito internazionale per aver introdotto, a partire dal 2002, l’utilizzo della mezzatinta nello stencil. L’elaborazione grafica, da loro chiamata Hole School, consiste nel ritagliare un’immagine composta di punti o linee: un ritratto appare così realistico da lontano, astratto da vicino. Nel 2008, Banksy li invita a partecipare al Cans Festival a Londra assieme ad un gruppo di artisti specializzati nello “Stencil Graffiti”. Dopo aver usato per anni come media sia lo stencil che il poster il duo crea un processo che chiama Stencil Poster. Il processo consiste nell’affissione di un manifesto composto di linee o punti poi ritagliato a mano sul muro stesso sul quale è applicato. Questa matrice di carta viene quindi dipinta di nero ed infine distrutta per dare spazio all’opera finale. Il concetto alla base di questo processo è che gli agenti atmosferici, la pioggia e il vento distruggano lentamente nel tempo la matrice svelando l’opera finale man mano che la matrice si dissolve. Il significato essenziale dello “stencil” che viene considerato una tecnica per riprodurre una stessa immagine più volte, viene così portato al paradosso: distruggendo la matrice, parte anch’essa dell’opera, viene meno la sua riproducibilità. Il duo è sempre più presente nella scena artistica internazionale destreggiandosi tra opere urbane nelle capitali di tutto il mondo e mostre personali nelle più prestigiose gallerie.

TELLAS https://www.tellas.org/ (Fabio Schirru), nato a Cagliari nel 1985, si laurea a Bologna dove studia all’Accademia di Belle Arti e quindi si trasferisce a Roma dove vive attualmente; cresciuto nelle terre aride e spontanee dell’entroterra sardo, la sua ricerca è la derivante di un’estetica non urbana in cui centrale è la natura con le cui forme crea un particolare intreccio di segni che sconfinano nell’astrazione: foglie, radici e alghe intrecciate tra loro in un complicato groviglio indefinito, da cui le singole immagini affiorano stimolando la fantasia di chi osserva, sembrano invertire il consueto processo antropico di cementificazione e la natura sembra riappropriarsi degli spazi che le sono stati sottratti; considerato nel 2014 dall’ Huffington Post U.S. tra i 25 street artists più interessanti della scena mondiale, tutti i suoi lavori sono concepiti come degli studi, analisi prodotte su diversi “supporti” grandi superfici murali, carte, tele, installazioni e produzioni audio e video.