I menu raccontano… e sfogliando una raccolta di cartoncini si fa un tuffo nella storia. Il libro di Roberto Liberi (Ets)

Storia della cucina, certo, visto che il menu è, in definitiva, una lista di piatti, ma anche storia della grafica e, soprattutto, Storia, quella con la “S” maiuscola. Perché nei pranzi e nei banchetti si festeggia un avvenimento, un personaggio e quel cartoncino è comunque una significativa traccia di un particolare momento e di un particolare ambiente. Per chi ha la pazienza di interrogarlo e di ascoltarlo ogni menu ha il suo racconto e in una raccolta di menu questi racconti si intrecciano fra loro e, come fossero tessere di un mosaico, formano un disegno sempre più chiaro e definito quanto più alto è il loro numero. Ci raccontano di come eravamo e di come ci siamo trasformati, ci ricordano eventi lieti e altri che magari avremmo preferito non ricordare, ma che appartengono alla nostra Storia e alle nostre radici.

Roberto Liberi nasce alla Spezia nel 1947 ed entra a 18 anni all’Accademia Navale di Livorno, laureandosi in ingegneria elettronica presso l’Università di Pisa nel 1972. Dopo 45 anni di servizio in Marina, al termine dei quali raggiunge il grado apicale di Ammiraglio Ispettore Capo delle Armi Navali, riesce a dedicare più tempo alle sue numerose passioni che vanno dalla fotografia (compresa quella naturalistica e quella sportiva) al culto delle tradizioni, sia locali, nell’ambito della Lunigiana storica, sia della Marina Militare, in omaggio anche ad una tradizione familiare di antica data.

Nel menù del pranzo di nozze del 1878 del Barone Coppens d’Eeckenbrugge, troviamo, non solo una ottima varietà di vini, tutti indicati con la loro annata e terroirs di provenienza, ma anche degli abbinamenti già molto interessanti, Chablis con le ostriche e Madeira invecchiato con il potage (probabilmente Brillat-Savarin era di moda). Non possiamo certo dire lo stesso per il menu del 1892 per le Onoranze Centenarie a Galileo Galilei, dove in apertura alle ostriche si affianca un Chianti, fortunatamente vengono indicate le cantine di provenienza dei vini, ma non le annate, e il povero Barolo è solo “très vieux”. Nel menù di Casa Savoia del 1887, per le celebrazioni a Firenze del Centenario di Donatello, ci si affida alla Francia, proponendo degli straordinari vini ma dimenticandone le annate, e il Sauternes Chateau Rieussec con il potage è un abbinamento sicuramente più estremo del Madeira con la minestra.

  • “Carta canta… i menu raccontano” di Roberto Liberi, ETS Pisa, pp. 200, euro 25,00