FESTIVAL PUCCINI 2019 / 13. Una scia di consensi per la direzione della Fanciulla del West. Intervista (di Lisa Domenici) a Gianna Fratta: “Il Maestro è un autore a cui mi sento particolarmente vicina”

Fra i protagonisti del Festival Puccini 2019 c’è Gianna Fratta, direttore di Orchestra. In questa stagione di Torre del Lago ha diretto “La Fanciulla del West”, un titolo da lei particolarmente amato. Ecco l’intervista.

di LISA DOMENICI

E’ salita sul podio direttoriale del Festival Puccini per la prima volta ed ha lasciato una scia di consensi. Gianna Fratta, nata a Erba ma di origini foggiane,  ha diretto l’Orchestra della Toscana, nell’ultima recita de “La  fanciulla del West”, titolo peraltro  da lei particolarmente amato. La presenza di Fratta, ha fatto salire a quattro, il numero delle donne che hanno diretto a Torre del Lago. Un quartetto agguerrito e affascinato dalla musica di Puccini, difatti, confessa Fratta, “ho un legame molto forte con Puccini  che frequento da una decina d’anni”.  Pure con il conterraneo Umberto Giordano, il legame è forte, tanto che Fratta ha ricuperato opere poco note, come  “Marcella”  e “Il re”, quest’utimo disponibile in Dvd.

Maestro, concentriamoci sul suo debutto al Festival Puccini, dove è arrivata reduce  da una tournée “pucciniana”.

“Sì  ho diretto “Madama Butterfly” a Catania , “Trittico” in Corea e  “La bohème” nei teatri di tradizione toscani, Lucca, Pisa e Livorno.  Da diversi anni dirigo Puccini ed è un autore al  quale mi sento molto vicina”.

Che dire a proposito della  “Fanciulla del West”?

“Ho studiato a fondo la partitura e sono affascinata. E’ un’opera della maturità, non ci sono i soliti canoni  tipo il duetto, quartetto eccetera, ma è come una lunghissima colonna sonora . Se si suona senza le voci , è eseguibile perché l’orchestra non accompagna il canto. Devo dire che  per me “Fanciulla” è un lavoro che guarda al futuro  ancora più  del “Trittico” e di “Turandot” che sono successive , ma  presentano forme  più tradizionali”.

E questa  grande opera rivolta al futuro quale  impegno chiede al direttore d’orchestra?

“Un impegno notevole.  Perché non c’è un momento in cui ci si può rilassare, perché al direttore è richiesto un grande braccio che sappia esprimere tutto il virtuosisno tecnico della partitura”.

Come ha affrontato il  debutto al Festival torrelaghese , in casa Puccini?

“Senza dubbio come una sfida nella sfida. La  prima , consisteva nel subentrare alla seconda recita con la propria personalità, diversa dalla bacchetta precedente,   e quindi convincere l’orchestra. L’altra sfida  convincere Puccini, perché a Torre del Lago  la sua presenza si sente inevitabilmente”.

Lei è stata la prima donna a dirigere nel 2016 il concerto istituzionale di Natale al Senato della Repubblica. Una bella soddisfazione.

“Certamente. Dopo venti anni di concerti al Senato,finalmente anche una donna  è stata chiamata a dirigere.  Questa  scelta la ritengo un  bel segnale di apertura nei confronti delle donne da parte delle istituzioni, perché ancora la direzione d’orchestra rimane soprattutto nelle bacchette degli uomini. Le  donne, almeno per ora,  preferiscono specializzarsi come strumentiste”. 

Gianna Fratta ha diretto quasi tutto il catalogo di Puccini, mancano “Le Villi” e “La rondine”. Per il momento non sembrano profilarsi  tra i prossimi impegni (non lo dice per scramanzia?)  sui quali non parla molto. Ci svela però, che subito  dopo Torre del Lago, ad attenedere  Gianna Fratta c’è la bizetiana “Carmen” a Taormina.