Coldiretti Toscana, 350 ettari di girasoli energetici dentro i motori di auto e trattori. Stagione positiva per la coltivazione in Toscana di questa pianta. Il recupero di terreni abbandonati o poveri

Più girasole nei motori delle nostre auto e dei trattori per ridurre le emissioni inquinanti in atmosfera che stanno rapidamente modificando il clima del nostro pianeta. L’agricoltura toscana partecipa da protagonista alla sfida energetica del Paese recuperano oltre 350 ettari di terreni agricoli abbandonati o degradati e destinandoli alla coltivazione di girasoli “energetici” da trasformare, dopo la “spremitura” dei semi, in biodiesel.

Sono ancora i contratti di filiera gli strumenti messi in campo da Coldiretti e Consorzi Agrari d’Italia per cogliere le opportunità dell’accordo di collaborazione tra ENI e BF (Bonifiche Ferraresi) per contribuire a sviluppare nuove filiere per uso energetico in Italia. A fornire un primo bilancio dell’innovativo progetto sono Coldiretti Toscana e Consorzi Agrari d’Italia – Consorzio del Tirreno che hanno favorito e concretizzato la divulgazione dell’accordo di filiera tra le imprese agricole. Il progetto punta, inoltre, a creare un nuovo modello di business che, da un lato, garantisca l’accesso alla terra agli agricoltori creando opportunità economiche e, dall’altro, introduca tecniche e processi all’avanguardia con l’obiettivo di contribuire a ridurre le emissioni di CO2 nei settori dell’agricoltura e dei trasporti. “Coldiretti sostiene con convinzione questa iniziativa che ci aiuterà a riportare alla produzione terreni poveri ed improduttivi in un progetto di economia circolare. Grazie ai contratti di filiera che assicurano alle imprese agricole un prezzo molto più vantaggioso e remunerativo per ogni quintale ritirato sono stati valorizzati decine e decine di ettari di terreni poveri altrimenti lasciati improduttivi.  – spiega Letizia Cesani, Presidente Coldiretti Toscana – L’agricoltura vuole partecipare e soprattutto diventare un attore primario del percorso di diversificazione che il nostro Paese sta affrontando; un percorso dove non c’è alcuna competizione con la filiera agroalimentare che resta l’assoluta priorità”.

A favorire il buon andamento dell’accordo la stagione molto positiva del girasole che in Toscana occupa oltre 20 mila ettari di terreni agricoli caratterizzando con i suoi colori il paesaggio regionale tanto da essere diventato una vera e propria attrazione turistica ed un fenomeno social. Nel 2022 sono stati raccolto poco più di 500 mila quintali di girasoli. Arezzo con 5.800 ettari, Pisa con quasi 5.000 ettari, Siena con 4.000 ettari, poi Grosseto con 3.000 ettari sono le province a maggiore vocazione. “E’ una coltura importante, rustica, poco esigente. – conferma  Matteo Serravalle, imprenditore agricolo di Campiglia Marittima – L’andamento stagionale ha avvantaggiato questa coltura a differenza di altre; le piogge di maggio e giugno hanno evitato lo stress idrico della pianta che aveva invece sofferto la scorsa estate. Le rese sono sensibilmente più alte e superiori rispetto alla media storica”.

www.toscana.coldiretti.it