Aperte anche a Ferragosto le mostre di Fabio Viale (Galleria Poggiali a Pietrasanta) e Luca Pignatelli (Villa La Versiliana)

Anche il giorno di Ferragosto negli spazi della Galleria Poggiali di Pietrasanta, così come nella Villa della Versiliana a Marina di Pietrasanta, si possono ammirare con ingresso libero le mostre di due grandi artisti contemporanei: Fabio Viale e Luca Pignatelli. 

La mostra di Viale

Nella Galleria Poggiali di via Garibaldi 8, a Pietrasanta, è in corso fino al 30 agosto 2019 la personale dell’artista cuneese Fabio Viale dal titolo Black Fist; oltre al giorno di Ferragosto (dalle 18 alle 24), la mostra è visitabile tutti i giorni dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 18 alle 24. 

Invito Viale

Presente al Padiglione Venezia della Biennale 2019 con 13 monumentali opere in marmo e pigmenti, Fabio Viale espone tre lavori appositamente concepiti per lo spazio della Project room di via Garibaldi 8, due dei quali realizzati per la prima volta: Kouros (alto circa 90 centimetri), l’epidermide di un busto in plastica torsione in marmo bianco con tatuaggi in inchiostro nero appartenenti al linguaggio della mafia russa appeso in parete come una traccia atavica e dismesso sorprendentemente dal piedistallo, e Black Fist (47x44x33 centimetri), una mano che indossa un guanto nero chiusa a pugno, realizzata in marmo nero con sorprendete minuziosa qualità nei dettagli della pelle nera e nelle pieghe anatomiche. Il terzo lavoro, Torno subito (180x180x20 centimetri ciascuno) è invece un doppio acciaio specchiante accostato ad angolo retto su due pareti contigue, sul quale sono applicati circa dieci metà di aerei di carta sottilissimi in marmo bianco la cui riflessione genera l’illusione della loro interezza.

Da segnalare che altre opere di Fabio Viale sono visibili nel secondo spazio pietrasantino della Galleria Poggiali, presso l’ex-Fonderia Luigi Tommasi, in via Marconi 48. 

La mostra di Pignatelli

Fino al 25 agosto 2019 la Villa della Versiliana, a Marina di Pietrasanta, ospita la mostra personale dell’artista milanese Luca Pignatelli La casa delle Muse, curata da Sergio Risaliti; oltre al giorno di Ferragosto (dalle 17.30 alle 23.30), la mostra è visitabile tutti i giorni con lo stesso orario. (Sopra il titolo, una delle opere di Pignatelli).

 

Le opere, tutte inedite, sono allestite al piano inferiore della Villa in una istallazione d’impianto museale che asseconda gli storici ambienti dell’edificio: grandi tappeti dipinti per l’occasione, con al centro i volti della statuaria classica, si sostituiscono alle tende che originariamente erano collocate a ridosso di finestre e porte-finestre affacciate sul celebre parco della Versiliana.

L’artista presenta anche due opere assolutamente inedite nel suo percorso, con le quali intende dichiarare un ulteriore superamento della pittura da cavalletto per opere installate tra scultura e pittura, che evidenziano il suo legame con le neo-avanguardie degli anni Sessanta e Settanta, in particolare Neo-Dada e Arte povera. Si tratta di due custodie per strumenti musicali, in questo caso per arpa, che hanno aspetto di sarcofaghi, in cui si trovano incubate immagini di teste classiche dipinte di blue. 

Il titolo, La casa delle Muse, fa riferimento alla natura variata delle arti che convivono assieme alla loro madre Mnemosyne nello stesso luogo. Secondo questa mitica genealogia scultura e pittura non possono essere scisse dalla memoria, quindi dalla storia dell’arte che precede sempre ogni atto o invenzione artistica. L’immagine artistica gioca quindi con il passato più memorabile e, infatti, la memoria ha una centralità assoluta nel lavoro di Pignatelli. L’immagine per l’artista, noto per i suoi dipinti caratterizzati da rimandi al mondo della statuaria classica, è una sorta di  custodia atemporale. Misurandosi con il passato, Pignatelli ne prende cura e lo innalza in una dimensione che non è quella lineare e cronologica di un prima e dopo, perché va considerata in termini trascendentali e archetipici a un tempo, cioè in senso trasversale rispetto all’asse evolutivo tradizionale.

Proprio a tale proposito risulta particolarmente allusiva la presentazione per la prima volta in assoluto proprio di due custodie di arpe storiche con all’interno non più teste classiche ma un rivestimento astratto, che di queste icone ha fatto sempre da sfondo, e che risulta un lavoro autonomo associabile al color rosa mauve, del tutto inatteso.

Questa tipologia di lavori assecondano iconograficamente ed istallativamente le sperimentazioni già presenti nella recentissima mostra di Pignatelli ospitata al Museo Stefano Bardini di Firenze dove, dopo le grandi retrospettive monografiche di John Currin e Glenn Brown, l’artista ha esposto una serie di dipinti e collage dislocati nelle diverse stanze del museo tra le opere della collezione appartenuta al noto antiquario e collezionista fiorentino.