OndaSuOnda Festival a San Vincenzo: la world music dei Terrakota (residenti a Lisbona, ma figli del mondo)

Sul palco del festival OndaSuOnda a San Vincenzo, l’esplorazione di altre culture musicali continua con i Terrakota, gruppo che si esibirà all’Anfiteatro del porto di lunedì 21 agosto 2017 (ore 21.45), una band di origine portoghese ma “cosmopolita”, sia in senso musicale che come provenienza dei suoi componenti. Nato nel 1999 in Burkina Faso, il gruppo è poi sbocciato in Portogallo portando i suoi frutti in tutto il mondo grazie all’incessante ricerca musicale e ai centinaia di concerti nei maggiori festival di “world music”. Il loro messaggio è di rispetto e di speranza, in un momento in cui il pianeta e la convivenza pacifica sembrano essere costantemente in pericolo. La loro opera è stata premiata anche dalla prestigiosa rivista Songlines Music Awards con una nomination come Best Group (2011).

Residenti a Lisbona, ma figli del mondo: Romì è angolana, Alex è nato a Parigi, Francesco è italiano trapiantatosi a Lisbona con il pretesto di un Erasmus in Storia…. Terrakota è oggi il gruppo che meglio rappresenta la world music “made in europe ” sia dal punto di vista dell’origine dei suoi componenti, che dal punto di vista musicale

Per il sesto album in studio il combo lisboeta si ripresenta con volti nuovi nella line-up dentro il cantante e polistrumentista Gonçalo Sarmento, il batterista Márcio Pinto, il percussionista Paolo Das Cavernas e la danzatrice Diana Rego, dal titolo titolo “Oxalá”, simbolo della multiculturalità della band. Oxalà, termine portoghese, che esprime la speranza che qualcosa accadrà. Le sonorità del disco sono varie, si parte dall’Africa con “Gira Giro”, tema morbido dai lineamenti acustici, condotto da flauto, kora, chitarra e percussioni, che ci porta nei territori del batuque capoverdiano. Si prosegue con il calypso-soukous di “Jah Flow”, Si respira ancora un inno alla Terra Madre quando ci immergiamo nei suoni della natura con “Entre o Céu” e “Terra”: qui le coordinate sonore sono fissate nel nordest del Brasile, ma non mancano stranianti tocchi di sitar indiano. E ancora sonorità desert rock. blues, groove funk-rock e sub-reggae. La musica dei Terrakota annulla i confini con una musica multilingue, come se il portoghese, il creolo, il wolof, lo spagnolo, l’inglese e l’arabo fossero un solo linguaggio. Il loro lavoro parla da solo: riunisce insieme diversi popoli, lingue e culture, si batte per un riconoscimento della natura umana universale con un forte credo politico che si materializza nell’energia dei loro show. La loro solida identità musicale, sempre nuova anche se ormai rodata, si arricchisce continuamente di elementi contemporanei e tradizionali su scala globale. Sarà facile abbandonarsi alle danze con ritmi afrocubani, soukous, samba, musica araba, funk, reggae, chimurenga e perfino musica indiana.