PITTI UOMO 102 / 5. Alla fine l’affluenza si attesterà su 11mila presenze. Per la ripartenza della moda e dei saloni del fashion dopo il Covid è un dato “straordinariamente incoraggiante”

“I dati di affluenza dei compratori dei primi due giorni e mezzo sono straordinariamente incoraggianti dice un entusiasta Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine – persino migliori di quanto speravamo in cuor nostro. Di questo passo sono convinto che arriveremo intorno alle 11mila presenze, con una percentuale estera superiore al 40%. Lo scorso giugno avevamo appena riaperto, con 300 coraggiosi espositori… mentre adesso in Fortezza ci sono quasi settecento collezioni e – a poco più della metà del percorso: Pitti Uomo edizione 102 si chiude venerdì 17 giugno – con i dati di giovedì 16 giugnoi alle 12.00, siamo già a 9.000 presenze di buyers, di cui 3.500 da una settantina di paesi esteri. Naturalmente sono variazioni percentuali che devono tenere conto del dato di partenza ma, rispetto all’edizione estiva del 2021, i compratori italiani sono aumentati del 125%, quelli stranieri del 340%. E non è soltanto una questione di numeri: la qualità è alta, ci sono i migliori, motivati e intenzionati a far tornare i clienti nei loro negozi e department stores”.

I 10 mercati esteri più presenti a Pitti Immagine Uomo 102 sono:
Germania, Olanda, Gran Bretagna, Stati Uniti, Spagna, Turchia, Francia, Svizzera, Belgio, Austria.

“Non posso citarli tutti – continua Napoleone – ma è di grande importanza per esempio che siano tornati giapponesi (76 buyers a oggi) e coreani (61) nonostante le cautele e le restrizioni che ancora esistono nei loro paesi, persino qualcuno dalla Cina Hong Kong. E poi il gruppo degli scandinavi (Norvegia, Svezia, Danimarca), dei Balcani e dell’est europeo (Serbia, Croazia, Slovenia, Bosnia, Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria), del Golfo (EA, Qatar). Sono arrivati anche da Canada e Messico, persino dall’Australia… La Fortezza e la città – anche grazie a eventi di richiamo e successo – sono finalmente ritornate a essere quel crogiolo di voci, volti, colori e rapporti umani che ci è mancato per due anni, anche come fonte di ispirazione. Sono contento anzitutto per i nostri espositori, che hanno continuato a credere nel salone e a investire in ricerca e stile e che adesso vedono ricompensato quell’impegno con la possibilità di ristabilire un’ampia serie di relazioni con il mercato italiano e internazionale di qualità. E sono contento per noi di Pitti, per tutta la squadra. Per la città. Avevamo davvero bisogno di questa energia”.