OpenOpera a Collesalvetti, un format lirico per nuove idee, nuovi percorsi musicali e nuove voci (maschili e femminili) che “saranno famose”

Si è conclusa a Collesalvetti nella sala-spettacolo dedicata al tenore Dino Formichini la quarta edizione del progetto OpenOpera, un format lirico creato dal direttore artistico Mario Menicagli (foto sotto a destra) e da Ubaldo Pantani, per proporre nuove idee, nuove voci e nuovi percorsi musicali. Durante le serate aperte al pubblico è prevista la partecipazione di agenti teatrali, direttori artistici, critici musicali, che avranno modo di confrontarsi, ascoltare e valutare nuove voci.

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I partecipanti canori possoni infine avvalersi (se credono, ma non è detto) di una “giuria“ di esperti che in questa occasione era formata dal critico musicale Roberto del Nista, dalla foniatra Vanna Rosellini, dal direttore artistico della rassegna Lirica in Piazza di Massa Marittima Maurizio Morgantini, dall‘agente lirico Nicola Lischi che da sempre collabora al progetto e dallo scrivente Fulvio Venturi (in questo caso immeritatamente).
Nicola Lischi dice che: “OpenOpera, nato nel 2015, è il primo “talent show” dedicato all’opera. Il “format” è cambiato significativamente nel corso degli anni: partito come vetrina per giovani cantanti desiderosi di mostrare il proprio talento a una giuria composta da operatori del settore (direttori artistici, critici musicali, agenti lirici, direttori d’orchestra, registi) senza premiazioni finali, in alcune edizione degli anni successivi è diventato un concorso finalizzato alla scelta di interpreti di ruoli di opere che sarebbero poi allestite in alcuni festival estivi toscani. Nelle ultime edizioni invece si è tornati al formato originale. Sono stati spesso ospiti delle varie serate cantanti del passato più o meno recente, fra cui Rolando Panerai, Nicola Martinucci, e soprattutto Dino Formichini, tenore livornese da tempo immemore residente nel comune di Collesalvetti, che venne a mancare poco tempo dopo la sua simpaticissima partecipazione, e a cui è stata quindi intitolata la sala del teatro di Collesalvetti. Oltre alle serate colligiani, OpenOpera è andato in trasferta all’Isola d’Elba. Fra i molti giovani cantanti che hanno partecipato alle varie edizioni, molti hanno intrapreso una promettente carriera, e fra questi ricordiamo Amadi Lagha, Angelo Fiore, Marta Leung, Silvia Pantani, Alice Molinari, Chiara Mogini, Rosa Pérez Suarez”.

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Oltre alla piacevolezza delle serate in sé, che risultano affollate, liete e plaudenti, il vero successo del format è quello di convocare attorno a sé partecipanti da ogni parte d‘Italia, d‘Europa e talvolta dal mondo. E spesso questi cantanti hanno agito in un clima di “saranno famosi“. Venerdì 23 marzo 2018, ad esempio, OpenOpera si è avvalsa della presenza del soprano Iliana Geneva, bulgara, e bene inserita nel roster del Teatro dell‘Opera di Sofia (ha cantato con ottima versatilità Come scoglio dal Così fan Tutte e Tu che di gel da Turandot), del mezzosoprano Beatrice Amato, napoletana, avvocata ventottenne che niente ha però della dilettante quando canta (ha presentato Mon coeur s‘ouvre à ta voix dal Samson et Dalila e O mio Fernando con cabaletta dalla Favorita), del tenore Giovanni Cervelli che con baldanza e bella voce ha eseguito Celeste Aida (e chi lo fa in concerto?!?) e Che gelida manina dalla Bohème (ma finora dov‘è stato? Il suo materiale è di prima qualità). Poi abbiamo apprezzato la verve non priva di qualità vocale e solidità di Giulio Ceccarelli, basso pure ventottenne di Genova (ha cantato senza sbracare neanche una nota Non più andrai farfallone amoroso e Madamina il catalogo è questo, inoltre sarà presto padre: complimenti per tutto) e la giovanissima Francesca Maionchi (22 anni) che ha cantato un perfettibile Porgi amor (a quella età le malinconie della Contessa, pur sublimi, le lasci ad altre più mature) ed un bel Donde lieta uscì dalla Bohème. Il livello era sinceramente ottimo, come tutta da lodare è stata la qualità pianistica espressa da Silvia Gasperini nell‘accompagnare i cantanti.

Per finire una breve dichiarazione di Mario Menicagli il quale, non senza soddisfazione, ha detto che: « Nei quattro anni di vita il format ha visto la partecipazione di oltre settanta artisti provenienti da dodici paesi diversi ed alcuni interpreti hanno trovato prio grazie ad Open Opera l’opportunità di debuttare in prestigiosi palcoscenici nazionali. »
L’appuntamento dunque all’anno prossimo per la quinta edizione di OpenOpera.