VINITALY / 1. Partita la grande kermesse del vino. La forte presenza delle eccellenze toscane. Per Ornellaia il Premio Internazionale Vinitaly

Primo giorno il 7 aprile di Vinitaly a Verona, dove le eccellenze italiane (e toscane) saranno in mostra fino a mercoledì 10 aprile 2019. Le aziende della Toscana sono presenti in forze: alla 53ma edizione di Vinitaly, infatti, in mezzo alle circa 4600 aziende provenienti da oltre trenta Paesi del mondo, ce ne sono quasi 700 (per l’esattezza 677) “Made in Tuscany”. Sono presenti il Consorzio del Chianti Classico con oltre cento espositori, una cinquantina le cantine che arrivano a Verona da Bolgheri e dintorni, più quelle dell’area di Montepulciano, della Vernaccia e della Maremma.

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E altri tre importanti nomi – fra cui una eccellenza toscana come vedremo fra poco – si aggiungono all’albo d’oro del Premio Internazionale Vinitaly, destinato ad aziende o professionisti che si siano particolarmente distinti per lo sviluppo qualitativo della viticoltura e dell’enologia, in Italia e all’estero, istituito da Veronafiere nel 1996 in occasione del trentennale della rassegna.

Si tratta della cantina Ornellaia come riconoscimento dell’eccellenza dei suoi vini. Insieme a Ornellaia, il premio è assegnato anche a Leon Liang, tra i fondatori della più importante e innovativa scuola di educazione al vino in Cina, e di Demei Li, l’enologo che per primo ha portato un vino cinese a vincere un premio internazionale. Sempre durante la cena di gala di Vinitaly l’americana Madeline Puckette è stata proclamata vincitrice dell’edizione2019 del prestigioso premio “The Wine Communicator of the Year”, sponsorizzato da Vinitaly.

  • Ornellaia è un nome simbolo del Made in Italy. Nata nel 1982, quindi solo in tempi recenti, ha raggiunto l’eccellenza con una gamma di prodotti di indiscusso valore che tutto il mondo ci invidia. Il vino bandieradell’azienda, l’Ornellaia Bolgheri Rosso, è un vero cult wine italiano, come anche il 100% Merlot Masseto. Guidata da Giovanni Geddes da Filicaja, amministratore delegato, e appartenente al gruppo toscano Frescobaldi, Ornellaia ha contribuito, insieme ad altre aziende locali di grande fama e valore, a dare vita a una denominazione – Bolgheri – dove prima esisteva per lo più una Toscana selvaggia e costiera. Giovanni Geddes da Filicaja ha saputo inoltre creare un vero e proprio brand trasformando la tenuta in uno scrigno diopere d’arte, chiamando ogni anno un artista di fama internazionale a creare l’etichetta e a firmare una serie unica di 111 bottiglie di grande formato, battute all’asta e contese da appassionati e collezionisti di tutto ilmondo.

Leon Liang da oltre 10 anni è un grande cultore e appassionato del vino italiano che conosce a fondo dopo molti soggiorni di studio e approfondimento nel nostro paese. Insieme a Yang Lv, unico Master of Sommelier cinese, ha fondato Grapea, la più importante e innovativa scuola di educazione al vino del Paese. Con tale struttura, ricca di un team di oltre 20 persone che solo nel 2018 ha condotto più di 150 seminari e wine tasting in 14 città locali, operano le più importanti associazioni internazionali nel mondo del vino e un numero crescente di consorzi italiani. Leon Liang, proprio per questo, sta diventando un punto di riferimento essenziale del mercato del vino in Cina, anche attraverso la sua straordinaria capacità di saper raggiungere sia il mondo del trade che quello degli end-consumer cinesi e di evidenziare al contempo le specificità uniche del prodotto di qualità italiano, dove diversità e talento imprenditoriale si fondono in uno straordinario“unicum”. Leon Liang rappresenta quindi l’esponente più significativo della rinascita dei fine wine importati nel paese e risulta un interlocutore indispensabile per capire i trend di sviluppo e i futuri scenari del vino in Cina.

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Demei Li è professore associato di Scienze e Tecnologie Alimentari all’Università dell’Agricoltura di Pechino e uno dei docenti in visita all’ESA, Ecole Superieur d’Agriculture a Angers, in Francia. È uno dei più importanti enologi cinesi ed è stato più volte riconosciuto come uno dei motori trainanti del miglioramento delle cantine del Paese. È stato il primo responsabile di produzione (nonché direttore del reparto tecnico) del progetto franco-cinese Domaine Franco Chinois. È consulente per svariate cantine in Cina, comprese Helan Qingxue,