In giro per la Toscana con Lavia, De Laurentiis, Orlando, Accorsi e Kaemmerle. A Pontedera “Prima della pensione” (un articolo di Gabriele Rizza)
Sarà Gabriele Lavia, uno dei più importanti attori e registi del teatro italiano contemporaneo, a chiudere la stagione di prosa (doppio turno) al Teatro Goldoni di Livorno venerdì 17 e sabato 18 marzo 2017, alle ore 21 con “L’uomo dal fiore in bocca… e non solo” di Luigi Pirandello: autentico Maestro della scena, Lavia (nella foto sopra il titolo) è da cinquant’anni tra i protagonisti assoluti del palcoscenico, sia come interprete che attraverso la direzione di centri teatrali quali lo Stabile di Torino, l’Eliseo di Roma ed il Teatro della Pergola di Firenze, oltre ad un rilevante impegno per il cinema con registi quali Damiani, Argento, Avati, Tornatore.
Dopo “Sei personaggi in cerca d’autore”, Lavia torna così al drammaturgo agrigentino che più di ogni altro ha segnato la cultura, e di conseguenza il teatro, del nostro tempo, arricchendo il monologo originale con altre novelle che affrontano il tema della donna e della morte. Ecco spiegato quel …e non solo usato come sottotitolo. Denominatore comune dello spettacolo, di cui Lavia firma anche l’ adattamento e la regia, sono le paure e il bisogno di esorcizzarle dietro una qualche forma di maschera, imposta dagli altri e infine accettata, per quieto sopravvivere. L’atto unico, rappresentato per la prima volta il 21 febbraio 1923 al Teatro Manzoni di Milano, è un colloquio fra un uomo malato che sa di essere condannato a morire a breve, e per questo medita sulla vita con urgenza appassionata (l’Uomo dal fiore in bocca, interpretato da Gabriele Lavia), e un uomo come tanti, che vive un’esistenza convenzionale, senza porsi il problema della morte (il Pacifico Avventore, interpretato da Michele Demaria).
Imponente la scenografia, disegnata da Alessandro Camera, realizzata dagli storici laboratori del Teatro della Pergola che con lo Stabile di Genova hanno curato questa produzione e che riproduce una sala d’attesa di una qualche stazione ferroviaria del Sud Italia. I costumi sono di Elena Bianchini, le musiche di Giordano Corapi e le luci di Michelangelo Vitullo
Tutte le informazioni su www.goldoniteatro.it
“L’INQUILINA DEL PIANO DI SOPRA” AL TEATRO 4 MORI DI LIVORNO
Appuntamento giovedì 16 marzo 2017 alle ore 21 al Teatro 4 Mori di Livorno con la pièce “L’inquilina del piano di sopra” di Pierre Chesnot per la regia di Stefano Artissunch. Nel cast Gaia De Laurentiis, Ugo Digero e Laura Graziosi. Dopo un tragicomico tentativo disuicidio, Sophie accetta la sfida dell’amica Suzanne: rendere felice un uomo. Il primo che le capiti a tiro. Un tentativo, l’ultimo, per sconfiggere la solitudine…
“GIOCANDO CON ORLANDO” AL SOLVAY DI ROSIGNANOE AL GIGLIO DI LUCCA
“Giocando con Orlando” con Stefano Accorsi e Marco Baliani sarà il 16 marzo 2017 alle 21 sul palcoscenico del Teatro Solvay di Rosignano Solvay e dal 17 al 19 marzo al Teatro del Giglio (due serali e il matinée domenicale). Le due tappe sono le uniche toscane per questa interessante commedia.
“LA SCUOLA”, APPUNTAMENTO AL TEATRO FONDERIA LEOPOLDA DI FOLLONICA
Sul palco del Teatro Fonderia Leopolda, giovedì 16 marzo 2016 alle ore 21 va in scena “La scuola”, la commedia nata dagli scritti di Domenico Starnone, a lungo professore delle scuole medie, sceneggiatore e scrittore. Sul palco un cast d’eccezione capitanato da Silvio Orlando e diretto da Daniele Luchetti, per quello spettacolo che debuttò nel 1992 con il titolo Sottobanco e divenne presto un cult, tanto che nel 1995 lo stesso Luchetti ne trasse il film “La scuola”. A distanza di vent’anni, Orlando riporta in scena quello che è stato lo spettacolo più importante della sua carriera.
È tempo di scrutini in un malandato istituto tecnico alla periferia di Roma. La sala insegnanti è inagibile e ai docenti tocca riunirsi in palestra, a discutere i destini di un gruppo di alunni non proprio diligenti. A polarizzare la discussione è l’allievo Cardini, che manifesta la sua sofferenza adolescenziale attraverso un ostinato mutismo, rotto solo dal ronzio di mosca che sa imitare alla perfezione. Sul suo caso si scontrano le opposte visioni del ruolo educativo: da un lato il prof. Cozzolino, insegnante di lettere idealista e appassionato, e la professoressa Baccalauro, sempre dalla parte dei ragazzi; dall’altro il reazionario prof. Mortillaro, convinto che “c’è chi è nato per zappare”, e il doppio lavorista Cirotta, interessato solo a corteggiare le ragazze. Fra una diatriba didattica e l’altra, si insinua la vita, con le sue frustrazioni quotidiane e amori che nascono e muoiono secondo il ciclo dell’anno scolastico e dell’orario di lezione.
Info e prevendite: Proloco Follonica tel. 0566.52012 – Circuito regionale Box Office www.boxol.it
“ZONA TORRIDA”, LO SPETTACOLO A CAVRIGLIA DEDICATO A CARLO MONNI
Ironia tagliente e comicità corrosiva al Teatro Comunale di Cavriglia. Venerdì 17 marzo 2017 alle 21,30, Guascone Teatro mette in scena “Zona Torrida” di Donato Sannini e Daniele Costantini. Con Andrea Kaemmerle, Riccardo Goretti e Adelaide Vitolo. Per informazioni e prenotazioni: 3280625881/3203667354/info@guasconeteatro.it/ www.guasconeteatro.it. Biglietto: euro 10 intero, euro 7 ridotto e soci Coop.
“Zona Torrida” è un testo comico, sagace, brutalmente ridicolo. Terribilmente attuale, parla di due uomini che non credono in loro stessi, che non riescono ad adattarsi e a comunicare con il mondo moderno. Donne e politica i loro bersagli prediletti. Un fiume di risate e battute con la complicità di un linguaggio coloritissimo che sembra ripulire le menti dal ciarpame di ruffianeria che impesta il nostro tempo. Dopo la sua scomparsa, ecco il primo spettacolo dedicato all’attore toscano Carlo Monni e al suo collega e amico Donato Sannini (venuto meno nel 1985 ancor prima di lui) protagonista insieme al Monni della stagione delle cantine romane degli anni 70/80. In compagnia di figure come Roberto Benigni, Lucia Poli, Aldo Buti. E’ interpretato, oltre che da Adelaide Vitolo, da due attori toscanacci d’eccellenza, Andrea Kaemmerle e Riccardo Goretti che vestono quei panni che furono di Monni e Sannini. Due artisti ormai facenti parte della leggenda, due uomini fortemente anarchici e geniali. Donne e politica i loro bersagli prediletti.
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FOCUS: “Prima della pensione” al Teatro Era di Pontedera
(un articolo del critico Gabriele Rizza)
Non fa sconti nessuno Thomas Bernhard (1931-1989), pessimista di ferro, né a se, né agli altri, né al teatro. Nessuna possibilità di riscatto per nessuno. Il romanziere e drammaturgo austriaco, fra i massimi del Novecento, ci regala nei suoi testi, racconti romanzi commedie, itinerari esistenziali di atroce profilo contemporaneo. Una poltiglia maleodorante di umanità borghese, dolorosa e sconfitta, con al centro, campioni di inaudite brutture e terribili nefandezze, i suoi stessi connazionali. Che lo ricambieranno con un esplicito ostracismo. Non solo letterario. Per capire fino a che punto si spinge la polemica di Bernhard nei confronti della società austro tedesca cresciuta e pasciuta nel dopoguerra fra Vienna e Berlino, può essere utile vedere “Prima della pensione”, che da giovedì 16 a domenica 19 marzo 2017, in prima regionale, è all’Era di Pontedera, protagonisti Elena Bucci e Marco Sgrosso, producono Emilia Romagna Teatro e Le Belle Bandiere.
“Prima della pensione”, che ha come sottotitolo “I cospiratori”, risale al 1979, e mette al centro tre fratelli votati a un rapporto di morbosa dipendenza reciproca. In una sorta di processo identitario, nel chiuso delle pareti domestiche (la dimensione claustrofobica è un letale meccanismo scenico competitivo per Bernhard), i tre festeggiano l’anniversario del compleanno di Heinrich Himmler, il famigerato criminale nazista capo delle SS, un festino segreto dove ognuno gioca il proprio ruolo, in bilico fra vittima e carnefice. “La casa – ha scritto Bernhard – è una tana, un’arena di combattimento, un carcere e una culla, dove si nasconde il segreto che intreccia la storia personale con evocazioni della Storia con la S maiuscola. In ognuno di noi si cela un assassino, basta solo risvegliarlo, noi siamo un gruppo di cospiratori. Nessuno sa cosa facciamo, nessuno sa cosa pensiamo, nessuno sa chi siamo”. L’opera si snoda tra ambigue memorie d’infanzia e di guerra, mescolate a recriminazioni incrociate e brindisi sinistri e spettrali, come in un rito fuori dal tempo che precipita verso un finale sospeso tra dramma e tragica ironia. Info 0587 213988.