“Turandot” al Carlo Felice: due cast a confronto. Spiccano Norma Fantini e il temperamento di Giovanna Casolla. Buona la direzione del maestro Acquaviva

di FULVIO VENTURI – 

Facendo leva sull’ancor piacevole allestimento firmato da Giuliano Montaldo (al centro, nella foto in basso a destra), scene Luciano Ricceri, costumi Elisabetta Montaldo, coreografia Giovanni di Cicco, luci Luciano Novelli, regia ripresa da Fausto Cosentino, “Turandot” di Giacomo Puccini è tornata in scena al Carlo Felice di Genova per dimostrare la solidità del progetto artistico che guida questo teatro ad onta delle troppo spesso sbandierate difficoltà di carattere economico.montaldo

Si è trattata di produzione di notevole valore che è stata accolta da fragorosi e prolungati applausi anche durante l’esecuzione. Norma Fantini, debuttante nei panni di Turandot, ha disegnato un personaggio appassionato e femminile, dal fraseggio ardente ma non aggressivo, spesso coronato da note alte cospicue e graffianti. Sotto questo profilo rimarranno nella nostra memoria i due “do” sovracuti della frase “mi vuoi fra le tua braccia a forza, riluttante, fremente” che alla fine del secondo atto si sono stagliati nettamente nell’intreccio con le voci del coro. Accanto a lei è parso tutto sommato lodevole il Principe Ignoto di Rudy Park il quale, se ha mostrato qualche menda e qualche durezza nel fraseggio centrale, ha sfoggiato un invidiabile, lucente e massiccio registro acuto, soprattutto nelle note la e si bem. Non sarà tutto, ma in una parte dove il richiamo al registro superiore è tanto frequente, sicuramente è abbastanza.

Beniamina del pubblico di Genova come una sorta di “enfant du pays”, Serena Gamberoni ha ottenuto una fragorosa affermazione come Liù, da lei resa in forma aerea, lieve, e musicale, siccome intensa ed emotivamente partecipata è stata nella struggente scena del terzo atto. Eccellente il trio delle maschere, formato da Vincenzo Taormina, Ping, Blagoj Nacoski, Pang e Marcello Nardis, Pong. Leggermente al di sotto il basso Mihailo Šljivič come Timur, ma bene il Mandarino di Alessio Cacciamani e l’Altoum del veterano Max René Cosotti. A completare il cast, Alberto Angeleri come Il Principe di Persia nonché Annarita Cecchini e Simona Marcello, due ancelle.acquaviva

Giuseppe Acquaviva, direttore artistico del Carlo Felice (foto a sinistra) e in questo caso anche direttore d’orchestra, ha firmato una lettura lucidissima della partitura estrema di Puccini. D’altra parte egli è silenzioso, ma profondo conoscitore dell’opera del Lucchese. Ne è uscita una “Turandot” opulenta, ricca di suono, più italiana che orientale, ma che nulla perde del contesto favolistico e dell’incanto notturno da cui nasce. Ed è doveroso sottolineare ancora una volta l’eccellente prestazione dell’orchestra del Carlo Felice, appena al di sotto della quale ci è parsa quella del coro, specie nella sezione femminile e nel gruppetto delle ancelle. Ma complessivamente, nelle invocazioni all’Imperatore ed alla coppia pronuba, a ranghi compatti, anche la prestazione del coro, guidato dal Maestro Franco Sebastiani, è stata degna d’elogio.

Applausi a profusione, spesso fin troppo prorompenti, ma non dimentichiamo che il teatro è soprattutto rito di comunicazione delle emozioni, luogo senza dubbio di lavoro, ma soprattutto di festa. Sabato 17 giugno 2017 seconda recita con variazioni nel cast: Giovanna Casolla, Mario Malagnini e Maria Teresa Leva in scena. Non mancheremo di recensire.

LA SECONDA RECITA

LA VITALITÀ DI GIOVANNA CASOLLA, LA FRESCHEZZA DI MARIA TERESA LEVA

di Fulvio Venturi – 

Il tempo di una doccia, di un crudo di pesce a Boccadasse ed eccoci al Carlo Felice per la seconda recita di “Turandot”. Atmosfera meno tesa, ma ugualmente vigile. L’orchestra è addirittura più compatta con un un’ottima resa sonora.casolla

Giuseppe Acquaviva ha avuto modo di registrare alcune piccole distonie della sera precedente, così la “casa nell’Honan” di Ping è risultata più giusta di tono, e migliorata la quadratura dei tenori del coro nell’interno del terzo atto. Giovanna Casolla fin dalle prime battute della sua parte ha fatto capire che cosa significhi essere protagonista. Ormai ascoltiamo questa cantante con il rispetto dovuto ad una carriera quarantennale senza cedimenti. E ancora sorprende il temperamento e la vitalità che Giovanna Casella (foto a destra) mette in campo unite alla esperienza e al dominio di una voce pur sempre ricca di tensioni emotive.casolla3 Ci ha fatto piacere trovare anche Mario Malagnini in ottima forma, con il suo fraseggio da tenore “vecchio stampo”. E questo, ovviamente, vuol essere un complimento. Ascoltandolo ci sono venuti in mente i tanti, eccellenti, Calaf italiani della nostra gioventù, Gianfranco Cecchele (!), Giorgio Casellato Lamberti (!!), Flaviano Labò (!!!) dei quali, per qualche verso, Malagnini è l’ultimo esponente. Un modo antico di fare teatro, e tutt’ora vincente. Ma la sorpresa della serata è stata la freschissima Liù di Maria Teresa Leva (foto a sinistra), che ci dicono allieva di Donata d’Annunzio Lombardi. Fiati lunghissimi, tanta dedizione e un discreto possesso dello strumento. Ci è parsa sulla buona strada e la calda ovazione finale le sia d’incoraggiamento. Un bel pomeriggio.

 

(Le repliche di “Turandot” al Carlo Felice di Genova sono previste per sabato 17 giugno 2017 alle ore 15.30,  domenica 18 giugno alle ore 15.30, martedì 20 giugno alle ore 20.30 e mercoledì 21 giugno sempre alle 20.30)

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