Tracce, lasciarsi guidare dalla moda: inaugurato il nuovo allestimento della Galleria del Costume. Fra alta moda e molto prêt-à-porter

Lasciarsi, ovvero abbandonarsi, affidarsi, darsi.
Guidare, ovvero condurre, accompagnare, fare strada, educare, orientare, pilotare, manovrare.
Moda, dal latino modus: modo, foggia. Stile, look, tendenza, voga.
Un titolo perfetto per il nuovo allestimento della Galleria del Costume inaugurato il 16 luglio 2018 a Palazzo Pitti. Il tema infatti accosta pitture e sculture provenienti dalla collezione della Galleria di Arte Moderna con abiti e accessori; ma stavolta non si tratta solo di alta moda, di pezzi unici, bensì, prevalentemente, del più agile pret-à-porter.
Curato da Caterina Chiarelli e Simonella Condemi in continuità con l’allestimento precedente (Tracce, inaugurato nel dicembre del 2017), questo è il secondo capitolo di questa nuova serie di allestimenti-mostra, che si esprime lungo il percorso delle sale in tono più pacato rispetto alla prima versione, ma caratterizzato da una lettura fluida e lineare.

L’ABITO BIANCO DI CAPUCCI. Soltanto la prima sala mantiene i colori di natura e fiori della precedente selezione, così come in questo spazio e nelle due sale antistanti l’ingresso rimangono i dipinti alle pareti. Tracce, perché tali sono quelle lasciate da tele e sculture moderne in questo discorso dedicato alla moda, in un rincorrersi di accostamenti, alcuni immediatamente comprensibili per la loro naturale prossimità, e altri contrastanti, quasi di rottura. Alcuni sono semplicemente evocativi, altri alimentano suggestioni reciproche. Fra le tante meraviglie, più o meno effimere, raccolte in questo nuovo allestimento, spicca, nella sala 2, il sontuoso abito bianco dal tono madreperlaceo che Capucci realizzò, nell’86, come costume della Vestale per la “Norma” di Bellini, che pare reinterpretare in chiave del tutto originale una sorta di nascita di Venere fra la schiuma delle onde del mare. Alla parete, in un raffinatissimo dialogo tra bianchi, i candidi personaggi che stazionano in Eterno Idioma dipinto, nel 1899, da Giulio Bargellini.

L’ELEGANZA DELLA VELOCITÀ. Ma i richiami, moda e arte, non finiscono qui: all’interno di Tracce si è creata una sezione dedicata alla passione per il viaggio, e al galateo della moda legato ai mezzi di trasporto, che ha linee-guida proprie da non dimenticare anche negli altri momenti. Il gusto e lo stile non vanno trascurati nemmeno in nome della praticità e dell’utilità, e l’eleganza deve guidarci anche nei momenti dell’avventura e degli spostamenti: diventa allora chiaro il significato del titolo, in relazione alla mostra The Elegance of Speed, attualmente in corso fino al 16 settembre nell’Andito degli Angiolini a Palazzo Pitti, che presenta cimeli e fotografie di auto d’epoca e di gare automobilistiche dal 1934 al 1965, dall’Archivio Foto Locchi.

DEDICATA AL VIAGGIO. La sezione di Tracce 2018 dedicata al viaggio presenta abiti e accessori tratti dalle collezioni del Museo della Moda e del Costume, adatti ad essere indossati o riposti in valigia durante la trasferta, ma non necessariamente nati appositamente per questo. Si tratta di cappelli, foulards, occhiali, guanti, oppure oggetti più singolari, come un contenitore per grucce pieghevoli, o un astuccio porta ombrello. Vi troviamo soprattutto borse e valigie, di ogni foggia e per ogni scopo, spaziando dal beauty case al porta biancheria di James Collard Vickery, alla valigia dei primi anni del ‘900 con ancora le etichette che ricordano un soggiorno al prestigioso hotel Regina Palace di Stresa e la romantica crociera sul Nilo. Una teca propone anche una piccola collezione di giocattoli d’epoca ispirati al viaggio, con auto, pullman, autisti e viaggiatori.

“Madam! … Why sit on your hands?” (in inglese starebbe per “Signora, perché se ne sta con le mani in mano?”) è scritto sul coperchio di un cofanetto. La frase in questo caso assume un significato ironico, ovvero “perché si vergogna di far vedere le mani?”, dato che il piccolo contenitore raccoglie tutto il necessaire in formato ridotto per una perfetta manicure indispensabile anche durante un viaggio, qualsiasi tipo di viaggio.

CAMICETTA E GONNA A PALLONCINO DI PUCCI. Gli abiti sono fondamentalmente capi comodi, tailleur o giubbotti, ma anche capaci di evocare situazioni particolari come il completo di Emilio Pucci, camicetta e gonna a palloncino, che fa pensare alle corse in smaglianti automobili scoperte, con il foulard svolazzante al collo come nei film di Hollywood degli anni Cinquanta.

“Non si poteva trovare un momento più adatto per aprire questa mostra – afferma il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt – il tema del viaggio, dell’avventura, dello spostamento, nella nostra cultura è infatti legato all’estate e alle vacanze. Ma anche a tutta una serie di iniziative che in questi mesi si svolgono a pochi metri dalla Galleria del Costume: la mostra The Elegance of Speed nell’Andito degli Angiolini, con le immagini dell’Archivio Foto Locchi che evidenziano anche il gusto per l’abbigliamento sportivo legato alle automobili, e il connubio tra moda e motori, e la mostra Il cavallo nel tempo alla Limonaia del Giardino di Boboli, dove si esalta il cavallo nell’antichità, anche come mezzo di trasporto”.

IL SALUTO DEL SINDACO NARDELLA. Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, impossibilitato per impegni istituzionali ad essere presente a Palazzo Pitti per l’apertura del nuovo allestimento, ha inviato un saluto:
“… avrei assai gradito essere con voi per l’inaugurazione di ‘Tracce’, il nuovo allestimento della Galleria della moda e del costume a Palazzo Pitti. Qui, nella Sala Bianca, è nata la grande moda italiana. Fu grazie a Giovan Battista Giorgini, imprenditore, uomo colto e di stile, grazie alla sua lungimiranza e intelligenza, che Firenze divenne negli anni Cinquanta del secolo scorso la prima capitale della moda italiana: fu lui, infatti, a organizzare la sfilata che nel 1951 portò le più grandi maison proprio qui, in uno dei cuori della città e dell’arte italiana e non solo, la prestigiosa Sala Bianca di Palazzo Pitti. Oggi il senso di quella visione viene ritrovato e la Sala Bianca è se possibile ancora più bella e ricca di significato. Per questo non mi stanco di ringraziare il direttore Schmidt per la sua incessante e infaticabile opera di valorizzazione di Palazzo Pitti e degli Uffizi”.