The Sustainable Style: Pitti Immagine Uomo lancia un progetto speciale (dal 16 luglio) per una moda responsabile e sostenibile. Tredici designer più la guest star Y / Project

Pitti Immagine Uomo presenta The Sustainable Style, uno dei più interessanti progetti speciali che andranno a comporre The Billboard, il palinsesto di eventi e contenuti editoriali all’interno della piattaforma digitale Pitti Connect.  (Sopra il titolo: immagine da una passata edizione di Pitti Uomo).

The Sustainable Style verrà lanciato il 16 luglio 2020, in contemporanea con la release del nuovo sito Pitti Immagine e con il debutto di Pitti Connect, la nuova piattaforma che ospiterà la versione virtuale dei saloni estivi.

A partire da questa data e fino al 9 ottobre 2020, i visitatori potranno accedere a uno speciale showcase attraverso il quale conoscere il lavoro di tredici designer + uno special guest, tutti accomunati dall’aver intrapreso un proprio percorso verso una moda responsabile e sostenibile. 

The Sustainable Style vuole infatti documentare un processo in atto, un movimento ben definito e determinato a promuovere un cambiamento nel mondo della moda, ma vuole anche enfatizzare la necessità di unire i principi dell’ecosostenibilità, dell’etica produttiva e dell’impegno sociale a quelli – imprescindibili per chi si esprime attraverso la moda – della cura estetica e dello stile. 

Per testimoniare le potenzialità – anche in termini di business – di questo connubio, la vetrina di The Sustainable Style punterà i riflettori su quattordici nomi di assoluto rilievo, selezionati worldwide da Giorgia Cantarini, fashion journalist e indipendent scouter.

Con The Sustainable Style si inaugura la collaborazione triennale di Pitti Immagine con UniCredit, concentrata sui temi della sostenibilità e dell’innovazione, con una particolare attenzione alle politiche di sostegno dell’internazionalizzazione delle aziende italiane.

«Arrivano da Argentina, Francia, Ungheria, Italia, Corea del Sud, Ucraina, Regno Unito e Tailandia. Sono diversi nelle loro scelte estetiche, ma uniti da un impegno comune» racconta la curatrice Giorgia Cantarini. «Ognuno di questi brand fonda il proprio lavoro su principi concreti che vanno dalla selezione dei materiali alla tipologia di processi produttivi, dalla cura dei luoghi di lavoro alle scelte distributive, fino ad arrivare a integrare il design a scelte responsabili. Siamo davanti a una selezione di designer con una chiara visione in mente, e al tempo stesso con capacità creative eccezionali, che meritano una risonanza internazionale. La moda responsabile è il futuro: questo è solo l’inizio di un percorso, essere sostenibili al 100% è quasi impossibile, ma da qualche parte bisogna pur iniziare». 

Ecco i brand protagonisti di The Sustainable Style:

FLAVIA LA ROCCA, KSENIA SCHNAIDER, KIDS OF BROKEN FUTURE, MYAR, NANUSHKA, NOUS ETUDIONS, PHILIP HUANG, PHIPPS, RAEBURN, UNIFORME, VIRÒN, VITELLI e YOUNGNSANG.

Y / PROJECT special guest

Oltre ai tredici designer, The Sustainable Style ospiterà anche uno special guest: Y / PROJECT. Dopo essere stato ospite speciale nell’edizione di gennaio 2019 di Pitti Uomo, il brand francese presenterà “Evergreen”, la nuova linea sostenibile al 100% per la quale il designer Glenn Martens ha appena vinto l’ANDAM Family Fund Award, uno dei riconoscimenti più importanti per designer emergenti.

A settembre, il Premio REDA x Sustainable Style

Partner di The Sustainable Style sarà REDA, storica azienda leader nella produzione di tessuti in lana, da sempre attenta alla sostenibilità. REDA selezionerà, tra i brand partecipanti, un marchio a cui verrà data l’opportunità di collaborare alla creazione di una speciale mini-capsule per REWOOLUTION, il primo marchio di abbigliamento sportivo certificato B-Corp dell’azienda. Il vincitore del Premio REDA x Sustainable Style sarà annunciato a settembre. REDA commercializzerà un look uomo e uno donna, interpretando e usando i tessuti Reda Active con la nuova label: “Designer X Rewoolution”. L’azienda si occuperà dell’intero processo produttivo, della presenza online su rewoolution.it e del posizionamento all’interno della sua rete di vendita.

Dopo il lancio ufficiale del 16 luglio, il calendario di The Sustainable Style si arricchirà di un programma di eventi online, video-approfondimenti e talk. 

L’attività dei designer, il lavoro in atelier e il loro modo di intendere la moda del futuro saranno raccontati anche in una serie di video interviste condotte da Giorgia Cantarini, mini film che documentano la loro vita come designer e individui diretti dal regista Conor Gorman, che saranno pubblicati online sul sito pittimmagine.com e sui canali social di Pitti durante la fase di lancio del progetto. Tra i contenuti speciali in programmazione anche: il disruptive video di Viròn, in cui il designer ha scelto di non svelare la sua identità, e il film “Finding Oasis” prodotto dal brand Philip Huang, nel quale vediamo gli artigiani di Sakon Nakhon, nella provincia thailandese nord-orientale di Isan, al lavoro con le tinture naturali realizzate a mano, un bellissimo docu-film realizzato in collaborazione con Sayombhu Mukdeeprom, direttore della fotografia del film “Call me by your name” di Luca Guadagnino.

Il supporto di Global Fashion Agenda

The Sustainable Style avrà il supporto di Global Fashion Agenda (GFA), l’organizzazione che lavora per mobilitare e guidare l’industria della moda verso azioni, ormai indispensabili, di responsabilizzazione sociale e ambientale. GFA condivide e sostiene la mission di The Sustainable Style: fare della sostenibilità una priorità del fashion system, facendo leva sulla creatività e sulla capacità innovativa dei designer, e al tempo stesso promuovere il cambiamento e la presa di consapevolezza anche attraverso panel e talk online, che riuniscono i professionisti della moda e il vasto pubblico di Pitti.

Inoltre, anche il Consolato Generale Britannico ed il Department for International Trade hanno dato il proprio sostegno all’iniziativa dei webinar di Sustainable Style, per sottolineare il forte impegno del governo britannico sul tema della “Clean Growth” ed in particolare della moda sostenibile, settore strategico in vista della conferenza sul clima COP26 organizzata in partnership con l’Italia nel 2021.

Ecco i profili dei designer e dei brand che partecipano a THE SUSTAINABLE STYLE:

Flavia La Rocca

Modularità, sostenibilità e pratiche etiche sono i pilastri della filosofia di questo brand. Gli abiti di Flavia La Rocca sono composti da moduli intercambiabili, che si trasformano, si smontano e si rimontano attraverso cerniere nascoste per assumere aspetti sempre diversi, per un guardaroba minimale e in chiave antispreco, un “guardaroba senza fine”. La produzione è interamente Made in Italy e i capi sono interamente realizzati con materiali certificati, riciclati, naturali, con un processo trasparente e tracciabile Grazie al suo impegno rivolto a un minore consumo di acqua e di energia, la designer ha vinto l’edizione 2019 dei Green Carpet Awards, e a marzo 2020 è stata la prima stilista a finire sulla copertina dedicata all’eco-design del National Geographic con un abito in fibra riciclata prodotta dai rifiuti tessili.

Kids of Broken Future

Fondato dalla coppia Marta Sanchez – Elbio Bonsaglio, il brand nasce da una riflessione sul futuro e si fonda su una presa di coscienza che può essere sintetizzata in questa frase: “Siamo tutti contaminati. I bambini vogliono differenziarsi dalle masse indifferenti”. L’estetica parte da una visione artistica delle subculture street presenti alla fine del XX secolo. I valori dell’eticità sono portati avanti attraverso la scelta di tessuti sostenibili e attività di “giving back” a favore dell’organizzazione Street Child che supporta l’educazione dei bimbi di strada in Nigeria. 

Ksenia Schnaider

Marchio fondato nel 2011 dai designer Ksenia e Anton Schnaider. Coppia nella vita e partner nel lavoro, i due creano abiti in simbiosi totale, combinando upcycling, materiali rielaborati, tagli impeccabili, citazioni culturali dell’Europa orientale arricchite con alcuni concetti digitali innovativi. Il focus sulla sostenibilità è affidato alla rielaborazione del denim e all’acquisto di tessuti di seconda mano nei mercati di Kiev.

Myar

Nasce nel 2015 dalla mente visionaria del fondatore e direttore creativo Andrea Rosso. il nome del brand è ottenuto dall’anagramma di ARMY, e le sue collezioni sono composte da capi di abbigliamento militare vintage a cui è stata restituita nuova vita. Piccoli interventi sartoriali, ricami e lavorazioni con moderne tecnologie per adattarli alla nostra contemporaneità: una visione moderna del passato, per un brand la cui mission di sostenibilità è fulcro dell’operato dell’azienda. Impegnata nella scelta di coloranti naturali e tinture a freddo, nel recupero di tessuti e accessori dead-stock, nell’utilizzo di sacchetti realizzati in fibra vegetale e completamente biodegradabili, si affida alla meastranza di piccoli laboratori sartoriali sparsi nel territorio veneto: ogni passaggio è tracciato e curato attentamente, così da ridurre al minimo gli impatti ambientali.

Nanushka

Sandra Sandor, che da piccola veniva chiamata Nanushka, fonda il brand nel 2005, con sede a Budapest, sua città natale. Dalla convinzione che, se un capo è progettato per funzionare bene, sarà per definizione anche bello, Sandra crea un guardaroba minimal chic per lui e per lei, impegnandosi in pratiche sostenibili e nell’uso di materiali etici, come la vegan leather. Le iniziative sostenibili del brand includono il lavoro con le donne nel piccolo villaggio ungherese di Terény, dove la disoccupazione nella comunità femminile è elevata e la produzione manuale di perle e bottoni fatta con materiali organici. Per la sua Pre-Fall 2020, a oggi la collezione più responsabile realizzata da Nanushka, i materiali distintivi dell’etichetta vengono decostruiti e ridefiniti, dando vita a una serie di patchwork di look vegani in pelle realizzati interamente in tessuto deadstock.

Nous Etudions

La designer Romina Cardillo, semifinalista dell’LVMH Prize 2020, lavora con un mix di texture differenti, ispirate alla geografia dell’Argentina, suo paese natale. Capi over dal taglio pulito e geometrico realizzati in neoprene lucido, tartan stropicciato e pelle vegana si armonizzano fra loro in una serie di outfit sartoriali genderless fatti a mano con pratiche sostenibili e cruelty-free, che al contempo esplorano nuovi modi di rivisitare i capi classici. Nel suo curriculum anche una co-lab con Nike.

Philip Huang

Fondato da Philip Huang e Chomwan Weeraworawit nel 2016, questo brand mescola l’antica conoscenza trasmessa da generazioni di artigiani del nord-est della Tailandia con un design contemporaneo. Dalla sapienza indigena nascono le tecniche per realizzare coloranti naturali a base vegetale, fibre organiche, tessuti e accessori fatti a mano. Ne scaturiscono abiti moderni e versatili, con un tocco artigianale, tradizionali e insieme contemporanei. 

Phipps

Natura e stile si uniscono in Phipps. Dopo essersi fatto le ossa da Dries van Noten e Marc Jacobs, il designer americano Spencer Phipps, finalista del Premio LVMH nel 2019, grande appassionato di arrampicata e di attività outdoor, si è trasferito a Parigi per iniziare il suo marchio eponimo: PHIPPS. Il rapporto uomo-natura è non a caso il punto di partenza delle sue collezioni. L’attenzione a sostenibilità e responsabilità ambientale si rivela non solo in termini di scelte produttive, ma anche nello stile che prevede ibridazioni formal e sport, modellate su tessuti certificati GOTS (Global Organic Textile Standard). Dal nylon riciclato all’energia alternativa, ogni parte del processo di produzione di PHIPPS ha in mente la madre natura.

Raeburn

Il lavoro pionieristico di Christopher Raeburn ha portato il cosiddetto design responsabile all’attenzione di un pubblico più vasto di quello degli addetti ai lavori. I suoi capi iconici, creati con paracaduti dismessi e con tessuti militari rielaborati, sono diventati molto popolari. Un prodotto RÆBURN è definito da un’estetica distintiva, dettagli meticolosi, meditata funzionalità e intelligenza responsabile. Il designer ha appena vinto il titolo di “Brand of the Year” ai Drapers Sustainable Awards 2020 e ha recentemente lanciato RÆFOUND, una gamma in evoluzione di oggetti militari originali, mai indossati, acquistati personalmente da Christopher.

Uniforme

Brand francese nato nel 2016 da Hugues Fauchard e Rémi Bats. Dopo aver lavorato negli uffici stile di moda presso luxury maison come Hermés e Balenciaga, il duo ha deciso di creare un marchio che mescoli abbigliamento da lavoro con una sartoria “poetica”. La produzione avviene in Francia e in Italia, selezionando fibre naturali e rinnovabili di altissima qualità, con upcycling di capi vintage, in particolare uniformi da lavoro. L’uso della plastica è strettamente limitato.

Virón

Approccio slow fashion fondato sulla circolarità e una filosofia profondamente radicata nella gioventù e nella controcultura contemporanee. Questi i presupposti grazie ai quali è nato Virón, brand che firma calzature a base vegetale, Con sede a Parigi, Virón è progettato per essere una piattaforma democratica in cui nuove idee e pratiche sostenibili crescono e si sviluppano insieme.

Vitelli

Fondato nel 2016 da Mauro Simionato e Giulia Bortoli, Vitelli si è proposto fin da subito di rappresentare la cultura giovanile italiana attraverso il design contemporaneo della maglieria. La realizzazione dei capi è fortemente focalizzata sulla collaborazione con laboratori locali indipendenti e su processi di produzione sostenibili. Vitelli è rinomata per una tecnica di upcycling innovativa, costituita da un ibrido tra tessuto e maglia, 100% sostenibile: i capi “Doomboh” sono ottenuti attraverso un particolare processo di agugliatura di filati di recupero, raccolti localmente dai rifiuti tessili di maglieria nel distretto di Vicenza.

Youngnsang

Dalla Corea arriva un brand di upcycling “domestico”, che trasforma materiali tessili tradizionali in nuove divise urbane, curate e chic. Fondato nel 2018 da un duo di giovani designer, Youngshin e Sanglim, Youngnsang ha già sfilato alla London Fashion Week, invitato da Fashion Scout, attirando l’interesse dei critici internazionali. Nel 2015, i due stilisti sono stati selezionati come vincitori per due concorsi indetti dal Council of Fashion Designer of America (CFDA).

Y / PROJECT

Y / PROJECT ha vinto il premio ANDAM family fund nell’edizione di luglio 2020. La label di abbigliamento maschile e femminile con sede a Parigi, guidata dal direttore creativo Glenn Martens, ha già vinto il Gran Premio ANDAM nel 2017. Alla luce dell’attuale situazione globale, l’edizione di quest’anno è stata riproposta con il programma di mentoring finanziario e professionale per aiutare ex vincitori e finalisti a superare questi tempi difficili. Y / PROJECT riceverà supporto e competenze globali dai tutor ANDAM in diversi settori, con particolare attenzione alla sostenibilità. Glenn Martens coglierà l’occasione per sviluppare ulteriormente la sua nuova linea Evergreen certificata sostenibile e una nuova piattaforma di e-commerce, entrambe annunciate nel luglio 2020.

Note sul curatore: GIORGIA CANTARINI

Giornalista di moda indipendente e curatrice. Ha iniziato a lavorare nel settore della moda in giovane età, accumulando molteplici esperienze e competenze. Scrittrice e stylist di magazine cartacei e digital del calibro di Rolling Stone, Grazia, Glamour, Esquire, VOGUE ITALIA, i-d, La Repubblica, Hunger, Hypebae e L’Officiel, è da sempre anche un’appassionata scouter di designer emergenti, personaggi interessanti, nuovi costumi. Tra i mentori con i quali ha lavorato, Holly Brubach (New York Times Magazine), Sara Maino (Vogue Italia), Terry Jones (i-d), Rankin (Hunger), Federico Marchetti (Yoox/Netaporter) e Giampietro Baudo (L’Officiel Italia). Ha completato un Master in Moda e Sostenibilità presso il London College of Fashion.