“Tango del calcio di rigore”: Neri Marcorè in scena (il 4 febbraio) al Teatro Solvay di Rosignano. Alle Scuderie Granducali di Seravezza appuntamento (il 6) con Arianna Scommegna e “La Molli”

ROSIGNANO SOLVAY / VA IN SCENA NERI MARCORÈ

Proseguono gli appuntamenti con la stagione 2019-2020 del Teatro Solvay, promossa dal Comune di Rosignano Marittimo in collaborazione con Fondazione Toscana Spettacolo Onlus. Martedì 4 febbraio 2020 Neri Marcorè andrà in scena con “TANGO DEL CALCIO DI RIGORE” (sopra il titolo, ph. G. Ferrando), una produzione del Teatro Nazionale di Genova che parla di calcio e potere e ruota intorno ai campionati del mondo del ’78 in Argentina, sfruttati per far avere più consenso alla dittatura di Videla. 

tango del calcio di rigore

È il 25 giugno 1978. All’Estadio Monumental di Buenos Aires si gioca Argentina-Olanda, finale dei Mondiali di calcio. Il clima è surriscaldato perché la nazionale Argentina deve vincere a tutti i costi. Seduto in tribuna d’onore c’è il generale Jorge Videla, al potere dalla notte del golpe del 24 marzo 1976. Accanto a lui, discosto dalle telecamere, c’è Licio Gelli, il Venerabile della loggia massonica P2, suo amico personale. La partita finisce 3 a 1 per i padroni di casa. Si conclude così, con una festa di cieca rimozione, la più vasta e costosa operazione di propaganda politica per mezzo dello sport dopo le Olimpiadi tedesche del ’36. Almeno per una sera dai cieli dell’Argentina cadranno solo coriandoli e festoni, e non corpi di donne e uomini invisi al regime, lanciati dai portelloni degli aerei verso le acque dell’Oceano. Dal giorno dopo, però, i “voli della morte” riprenderanno puntuali e le Madri di Plaza de Mayo ricominceranno a chiedere giustizia. 

Durante i campionati del ’78 in Argentina succede di tutto: morte, tortura, desaparecidos, doping, paura e corruzione. Ma è anche il momento di maggior popolarità e consenso della dittatura Videla. A dimostrare come spesso lo sport è usato dal potere come subdola forma di occultamento della realtà o raffinato strumento di oppressione. 

A quarant’anni di distanza da quei giorni terribili, un bambino di allora, oggi adulto, cerca di ricostruire il suo passato di spettatore appassionato di calcio alla luce della propria esperienza, recuperando storie a cavallo tra mito, realismo magico e tragica realtà storica, vicende di personaggi imprevedibili e tanti altri racconti di calcio e di vita.

  • I biglietti sono acquistabili anche il giorno stesso dello spettacolo presso la biglietteria del Teatro Solvay, dalle ore 18: primi posti €15,00 (ridotto €13,00); secondi posti €12,00 (ridotti €10,00); oppure attraverso il circuito Ticketone con aggiunta della commissione.

Per ulteriori informazioni sulla stagione teatrale è possibile rivolgersi all’Ufficio Cultura del Comune di Rosignano Marittimo, telefonando allo 0586 724287 / 724530, all’Associazione Armunia tel. 0586 754202 / 759021 oppure alla Fondazione Toscana Spettacolo onlus, tel. 055

SERAVEZZA / ALLE SCUDERIE GRANDUCALI C’È ARIANNA SCOMMEGNA

Ancora suggestioni letterarie al teatro delle Scuderie Granducali di Seravezza dove giovedì 6 febbraio 020 (ore 21:15) va in scena “La Molli”, riscrittura di Arianna Scommegna e Gabriele Vacis del celebre monologo di Molly Bloom che chiude l’Ulisse di James Joyce. Il sottotitolo dello spettacolo – “divertimento alle spalle di Joyce” – rivela il doppio registro del testo: frammenti di vita raccontati in modo ora scanzonato ora disperato, storie di carne e di sangue, vita che scorre come lacrime, che si strozza in un grido o si scioglie in una risata.

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Arianna Scommegna

Gli autori di “La Molli” prendono le mosse dal testo di Joyce cogliendone le suggestioni e continuando a dialogarvi per tutto lo spettacolo, calando il personaggio in una quotidianità dalle sonorità milanesi e traslando il testo in una trama di riferimenti culturali, storie e canzoni, che hanno il sapore del nostro tempo. Arianna Scommegna – bravissima – è sola sul palcoscenico, seduta al centro della scena. Il suo è un monologo intenso, irrefrenabile, senza punteggiatura, senza fiato. Lo stesso fiume di parole del flusso di coscienza del personaggio di Joyce, che riempie una notte insonne di pensieri e bugie, mentre aspetta il ritorno a casa del marito, Leopold, come la Molli aspetta Poldi. L’attrice, in bilico tra il romanzo e la vita, ripercorre la propria esistenza di poco amore, infinite attese, occasioni mancate, dal primo bacio a un rosario di amanti da sgranare per mettere a tacere il vuoto, dal dolore di un figlio perduto fino a un finale “sì” pronunciato comunque in favore della vita, dell’amore, da una donna mai piegata alla rassegnazione. Le note dolenti si stemperano sempre nell’ironia e in una levità che tutto salva.

  • I biglietti dello spettacolo sono in prevendita fino a giovedì mattina alla segreteria della Fondazione Terre Medicee (telefono 0584 756046, ore 9-13) o su www.vivaticket.it. Giovedì sera, se ancora disponibili, si potranno acquistare direttamente al botteghino del teatro a partire dalle ore 20:30.