Si è spenta una stella: Lindsay Kemp è morto a Livorno, aveva 80 anni. Lunedì 27 agosto la camera ardente al Teatro Goldoni. Un grande mimo, danzatore, coreografo, attore e regista, dal rock alla lirica

Si è spenta una stella in una notte di fine agosto. Lindsay Kemp, 80 anni, attore, coreografo, danzatore, mimo e regista, è morto nellasua casa nel cuore di Livorno, la città dove lui, inglese, aveva deciso di vivere da molti anni. L’arte di Lindsay Kemp (nato il 3 maggio 1938) ha avuto una grandissima influenza sul teatro, sulla danza e sulla musica, e ha avuto un grande ruolo nella storia del rock, grazie alle collaborazione con i più famosi interpreti, a partire da David Bowie (per il tour mondiale di Ziggy Stardust dei primi anni Settanta) per arrivare a Mick Jagger, Peter Gabriel e Kate Bush.

Il primo spettacolo di Kemp arrivò dopo alcuni anni di accademia militare e poi al Bradford College e – come raccontato dallo stesso artista – fu realizzato grazie alla piccola eredità arrivata da una zia. Diventato rapidamente famoso a livello internazionale, lascia la memoria di spettacoli indimenticabili come – fra i tanti – Nijinsky e Onnagata. In Italia ha ricevuto anche il diploma honoris causa dall’Accademia di Belle arti di Brera. Proprio un anno fa, nel mese di settembre, Firenze gli dedicò dieci giorni densi di eventi, fra cui una mostra di suo disegni e di bozzetti di costumi di scena e lo spettacolo “Kemp dances” con la Lindsay Kemp Company.

Nel pomeriggio di sabato 25 agosto, il Teatro Goldoni di Livorno ha reso noto che lunedì 27 agosto dalle ore 11, nel foyer del teatro stesso, sarà allestita la camera ardente per il saluto al grande Maestro Lindsay Kemp da parte della città di Livorno.

IL RICORDO DI ALBERTO PALOSCIA, DIRETTORE ARTISTICO DELLA STAGIONE LIRICA DEL TEATRO GOLDONI DI LIVORNO

“Un altro Grande del teatro internazionale se n’è andato, cittadino del mondo ma ormai radicato da circa un decennio nella città di Livorno: Lindsay Kemp. E ci ha lasciati da grande teatrante e da grande didatta: il malore che l’ha colpito qualche ora prima che si spegnesse nella sua abitazione nella città labronica, a pochissimi passi dal Mercato coperto e da Piazza Cavour, è stato infatti di poco successivo ad un laboratorio di danza che l’infaticabile Lindsay aveva tenuto nel pomeriggio in una scuola di danza. Kemp è stato un eccellente mimo, danzatore, regista, pittore, scenografo: forse il più grande artista ‘totale’ della sua generazione; credeva moltissimo nel rapporto con i giovani e nell’ultimo decennio, soprattutto nella fase ‘livornese’ della sua lunga carriera, teneva regolarmente stages, corsi e laboratori di teatro danza, masterclasses per attori, danzatori e artisti lirici. Un docente entusiasta ed infaticabile, oltre che creatore di spettacoli e, soprattutto, di sogni.

Il regista Lindsay Kemp (foto uff nov. 2016)
Lindsay Kemp (foto ufficiale, novembre 2016)

Il suo rapporto con la città di Livorno e con il suo Teatro di tradizione era iniziato giusto venti anni fa, con la storica edizione del centenario di Iris di Mascagni al Teatro La Gran Guardia, nel 1998; il suo primo trionfo nella regia lirica, dopo un Barbiere di Siviglia rossiniano debuttato un po’ ‘in sordina’ pochi anni prima allo Sferisterio di Macerata, nonché il primo approccio profondo con una città dove era stato più volte acclamato negli anni ’70 ed ’80 con i suoi spettacoli storici, ma dove si ambientò benissimo, scegliendola una decennio dopo come sua città di residenza e lasciando senza rimpianti la pur bellissima Todi dove si era trasferito da molti anni, dopo lo scioglimento della storica Lindsay Kemp Dance Company. A Iris sono seguite altre importanti collaborazioni con il Teatro di Livorno: Il flauto magico di Mozart coprodotto con la Spagna nel 1999, un’altra celebrazione mascagnana, quella del centenario delle Maschere nel 2001 e La traviata nel 2003. Nel 2004 un altro spettacolo indimenticabile, una delle produzioni legate alla riapertura del Teatro Goldoni e al Progetto formativo di LTL Opera Studio: Sogno di una notte di mezza estate di Britten da Shakespeare, altro titolo particolarmente congeniale alla vena visionaria, onirica e fiabesca dell’artista britannico.

Negli anni successivi si rafforzò la sua presenza all’interno dei laboratori della Bottega d’Arte del Teatro Goldoni, da cui scaturirono due suggestive creazioni, Cenerentola e Sospiri di balera. Poi qualche anno di assenza, interrotto dall’ultima sua presenza come regista lirico a Livorno e in Italia: il nuovo fascinoso Flauto magico coprodotto nel novembre del 2016 dal Goldoni con i teatri di Pisa e Lucca. In quell’occasione Kemp collaborò strettamente con la direzione del Goldoni e con lo staff tecnico del Teatro, partecipando a tutte le audizioni mirate alla formazione del cast vocale: Lindsay aveva un amore particolare per il capolavoro mozartiano, lo definiva “la mia opera preferita, fin dall’ infanzia” e pareva quasi presentire che con quello spettacolo avrebbe lasciato il suo testamento artistico. Nella preparazione e nella realizzazione di Flauto ritrovammo il Kemp degli anni migliori, tutto freschezza, vivacità intellettuale e ironia, senza mai smentire, nel mettere in scena un’opera che adorava, quell’ingenua fantasia da eterno bambino che lo aveva sempre caratterizzato”. (Alberto Paloscia, 25 agosto 2018)

FIRENZE E LO SPETTACOLO “KEMP DANCES”

Ecco un breve estratto dalla scheda del Teatro Puccini di Firenze (pubblicata sul sito www.toscanaeventinews.it) che un anno fa ha ospitato lo spettacolo:

“Negli anni ’70 e ’80, Lindsay Kemp e la Lindsay Kemp Company hanno suscitato meraviglia e scandalo in ogni parte del mondo, con un incrocio straordinariamente eterodosso di stili, mescolando teatro, mimo e danza, tradizione e sperimento, sottile ironia e sensazioni potenti. Allora (come oggi) la magia degli spettacoli di Kemp ruotava soprattutto intorno al suo personalissimo carisma come interprete… e non importava se in ruoli di donna, uomo, elfo, marionetta o altro. In scena trascendeva sempre ogni genere e ogni categoria, come oggi – superati abbondantemente i settanta anni – continua a fare. Continua spontaneamente a fare il raccontastorie attraverso la sua danza senza tempo e senza età… e può farlo, perché le uniche regole che deve per forza seguire sono le sue, e l’unica tecnica che deve mantenere intatta è la trasmissione di emozione (…)”.

“Kemp Dances” sono “Invenzioni e Reincarnazioni”, ovvero nuove creazioni che si mescolano a pezzi classici ricreati per la contemporaneità odierna. “Un mosaico spettacolare ed emozionante di personaggi e racconti fantastici” con quattro collaboratori in scena e lo storico collaboratore David Haughton, sostenuti da un mix eclettico di musiche e da illuminazioni per disegnare visioni e sogni.

“IL FLAUTO MAGICO” E LA PRESENTAZIONE AL TEATRO GOLDONI

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Lindsay Kemp (secondo da sinistra) durante la presentazione della stagione lirica 2016/2017 del Teatro Goldoni di Livorno. Il secondo da destra è Marco Leone, direttore generale del teatro

A seguire l’estratto di un intervento di Elisabetta Arrighi pubblicato su www.toscanaeventinews.it e relativo alla presentazione della stagione lirica 2016/2017 del Teatro Goldoni di Livorno. L’opera “Il Flauto Magico”, in coproduzione, è stata rappresentata nella stessa stagione anche al Verdi di Pisa e al Giglio di Lucca, accompagnata dalla mostra di quindici grandi foto dedicate a Kemp dalla fotografa livornese Giovanna Talà (scomparsa qualche tempo fa), autrice anche di un volume:

“La grazia di Lindsay Kemp è innata: parla a bassa voce, è piacevole da ascoltare e le sue parole sono piccole emozioni sparse nel foyer del glorioso teatro Goldoni di Livorno. Un grande artista, che ha casa nella città dei Quattro Mori, e che firma l’allestimento – regia, scenografia e costumi – dell’opera lirica che apre la stagione 2016/2017. Eccolo “Il Flauto Magico” di Kemp, un’opera che lui “vede con gli occhi di quando era bambino”. Chiudi gli occhi – dice – “e arrivano le visioni”. Un progetto, il suo, proiettato nella fiaba, nel futuro e nell’ottimismo. Così venerdì 11 novembre 2016 (con replica domenica 13 novembre: la prima data alle 20.30, la seconda alle 16.30) il sipario del Goldoni si alzerà su questo piccolo grande capolavoro di Wolfgang Amadeus Mozart. Si tratta di una nuova produzione del Teatro di Tradizione livornese, che ne cura l’allestimento come capofila del titolo unico 2016 per la Toscana realizzato insieme ai teatri di Pisa (Verdi) e Lucca (Giglio)…”