SAN VALENTINO 2023. Almeno 20mila coppie (secondo Coldiretti Toscana e Terranostra) sceglieranno di trascorrere la festa in agriturismo
Dall’aperitivo degli innamorati alla cene a luma di candela davanti al camino nel segno della cucina tradizionale, delle grandi Dop e Igp e delle specialità contadine rivisitate con un tocco di modernità ed originalità: sono 20mila le coppie toscane che sceglieranno di trascorrere San Valentino in agriturismo che per il giorno degli innamorati proporranno menu ed atmosfere a tema per un tête-à-tête indimenticabile. Un trend in linea rispetto ai tempi migliori pre-Covid che premia l’accoglienza rurale diventata sempre di più punto di riferimento per la ristorazione tipica regionale. A dirlo sono Coldiretti Toscana e Terranostra Toscana, l’associazione di riferimento degli agriturismi regionale. “Gli agriturismi sono gli ambasciatori della cucina tradizionale e delle produzioni locali. – spiega Luca Serafini, Presidente Terranostra Coldiretti Toscana – Le strutture che propongono la ristorazione tra i servizi connessi registrano in questo San Valentino numeri importanti molto simili a quelli del periodo pre-pandemico. Il valore aggiunto dei menu degli agriturismi è cucinare i prodotti coltivati in azienda, di origine regionale, recuperando spesso antiche ricette della tradizione campagnola in un contesto semplice, accogliente e rilassante ma sempre con un tocco di contemporaneità. San Valentino conferma – spiega ancora Serafini – che l’agriturismo è entrato definitivamente nel cuore e nelle abitudini dei cittadini grazie al notevole processo di qualificazione del settore che è oggi in grado di offrire servizi diversificati tra loro che attirano non solo gli amanti della buona cucina e della serenità ma anche escursionisti, nostalgici delle antiche tradizioni, naturalisti e sportivi”.
Sono 1.950 le strutture agrituristiche specializzate nella ristorazione tipica in Toscana secondo l’Istat che possono contare su un patrimonio e su ingredienti che non ha eguali nel mondo con 58 produzioni a denominazioni (52 DOP e 6 IGP) e soprattutto 463 specialità agroalimentari tradizionali ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni che hanno un profondo legame con i territori, con i piccoli borghi e la storia contadina. L’ospitalità rurale ha avuto un ruolo decisivo nella ripartenza dopo la pandemia che aveva fatto segnare un crollo del 43% spingendo nel 2022 le presenze in collina e montagna (+50,9%) ed in montagna (+23,3%) secondo l’analisi del Centro Studi Turistici di Firenze.
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