“Dopo Salò – La scomparsa delle lucciole”, in prima nazionale a Lastra a Signa da martedì 7 novembre. E venerdì 10 va in scena “Bartali: prima tappa”

Dal terrorismo al consumismo, dall’eskimo all’avvento di Berlusconi. Da martedì 7 a lunedì 13 novembre 2017 (escluso venerdì 10, sempre alle 21, solo domenica alle ore 17) al Teatro delle Arti di Lastra a Signa (Firenze) va in scena in prima nazionale “La scomparsa delle lucciole”, ultimo episodio della trilogia “Dopo Salò” ideata dal regista Gianfranco Pedullà con Compagnia teatro popolare d’arte e Compagnia Simona Bucci: una biografia poetica dell’Italia dedicata a Pier Paolo Pasolini, dalla caduta del fascismo alla fine del Novecento.

Il titolo prende spunto proprio dal noto intervento di Pasolini sulla scomparsa delle lucciole nel quale il poeta segnalava la fine di un mondo, un cambiamento epocale avvenuto nella Italia del dopo boom economico. Su questa metafora verranno attraversati scenicamente alcuni episodi salienti di due decenni così diversi tra loro, ma dei quali è figlia l’Italia di oggi.

Il primo atto è dedicato agli anni Settanta, il secondo agli anni Ottanta, per spingersi fino all’inizio degli anni Novanta. L’incipit ha un andamento epico-lirico: è fatto di immagini, memorie, canzoni, ed è centrato sulla figura di Pier Paolo Pasolini, un poeta che ha avuto il coraggio di denunciare le anomalie dell’Italia di quegli anni (stragi, corruzioni, tentativi fascisti di colpi di Stato) e che ha pagato con la vita la sua libertà di pensiero. Le parole, le analisi, le profezie di Pasolini si intrecciano con alcuni episodi degli anni di piombo, come la morte di Walter Alasia, l’esperienza violenta di Valerio Fioravanti, il difficile tentativo di dialogo fra i terroristi pentiti e i parenti delle vittime del terrorismo.La scomparsa delle lucciole 5 Marco Natalucci e Rosanna Gentili

Il secondo atto apre una pagina nuova nell’Italia. Dopo la sbornia ideologica l’ottica individuale si impone, si parla di un secondo boom economico, il consumismo ù domina le menti. L’atto ha un sapore inevitabilmente grottesco ed è ambientato in una scalcinata televisione di provincia che pare sia stata ispiratrice dei futuri investimenti di Berlusconi nel campo delle televisioni private. Davanti alle telecamere ora va l’Italiano medio, che si mette a nudo senza alcun pudore. Un’era preconizzata da Pasolini.

Scritto e diretto da Gianfranco Pedullà in collaborazione con Manuela Critelli, “La scomparsa delle lucciole” vede protagonisti Marco Natalucci e Rosanna Gentili, insieme a Gianfranco Quero, Roberto Caccavo, Gaia Nanni, Gianna Deidda, Matteo Zoppi, Fausto Berti, Eleonora Venturi, Isabella Giustina.

“La scomparsa delle lucciole” inaugura la stagione 2017/2018 del Teatro delle Arti organizzata con Comune di Lastra a Signa e Compagnia Simona Bucci, con il sostegno di Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Regione Toscana, Città Metropolitana di Firenze, Coop Unicoop Firenze.

Prevendite online www.boxol.it e nei punti vendita del circuito Boxoffice (www.boxofficetoscana.it/punti-vendita – tel. 055.210804). Prevendite biglietteria teatro: martedì 10-13, mercoledì e venerdì 17-20.

Presso la biglietteria del Teatro delle Arti sono disponibili inoltre diverse formule di abbonamento, da 50 a 140 euro, con sconti per over 65, under 26, soci Coop, soci BCC, soci Biblioteca Comunale e Amici del Museo Caruso.

Aperitivo teatrale
Tutte le sere dalle ore 20 buffet + drink a 6 euro (si consiglia la prenotazione, tel. 055 8720058 – 331 9002510)

Venerdì 10 novembre 2017 ore 21 – BARTALI: PRIMA TAPPA (posto unico 10 euro)bartali
Gino Bartali è stato nominato “Giusto tra le Nazioni” per la sua opera di aiuto strettamente connessa all’attività della Delasem (delegazione per l’assistenza degli emigranti) una rete che attraverso l’operato clandestino di volontari, religiosi, partigiani, civili, ha dato aiuto ad ebrei italiani in uno dei momenti più difficili per l’umanità. Da un’idea di Paola Bigatto e Lisa Capaccioli, che cura anche la regia, “Bartali: prima tappa” porta in scena Francesco Dendi con un monologo che vuole, attraverso la figura di uno dei ciclisti italiani più significativi del nostro secolo, approfondire tematiche storiche connesse agli anni dell’occupazione nazista e alle relative conseguenze che ha portato.