“Che razza di jazz”, presentazione del libro di Stefano Zenni nel programma Unesco organizzato a Livorno

“Esiste una “musica nera”? E quale sarebbe la sua differenza rispetto a quella “bianca”? Sappiamo riconoscere un cantante africano americano al solo ascolto? Siamo abituati a pensare che la musica possa avere un carattere razziale, etnico o un “colore”, e se vediamo un musicista nero immaginiamo che sappia swingare con più naturalezza di un bianco, o che intonerà le blue notes con sottigliezze inaccessibili a un europeo.” Una riflessione che è il filo conduttore di un libro che parla di jazz ma che affronta anche la questione del rapporto tra razzismo e musica: “Che razza di musica. Jazz, blues, soul e le trappole del colore” (Edizioni Edt), scritto dal musicologo Stefano Zenni.  Il libro e i 100 anni dal primo disco jazz saranno al centro, domenica 23 aprile 2017 (Giornata Mondiale Unesco del Libro e del Diritto di Autore) di due appuntamenti della sesta edizione dell’Unesco Jazz Day Livorno, aprile 2017, manifestazione che ha il patrocinio ufficiale di Unesco Italia, e la collaborazione del Comune di Livorno e del Club Unesco Livorno.

Alle ore 16.30 da Sketch, via Cambini, 3 – Livorno
presentazione del libro di  Stefano Zenni
CHE RAZZA DI MUSICA
Jazz, blues, soul e le trappole del colore
EDIZIONI EDT
con la presenza dell’autore e di Andrea Pellegrini, piano

L’iniziativa è in collaborazione con la Libreria e Edizioni Erasmo. Nel libro l’autore esplora i diversi modi in cui i concetti di “bianco” e “nero” hanno plasmato la nostra concezione della musica statunitense, soprattutto il jazz, il blues e il soul. I significati stessi di “bianco” e “nero” come categorie pseudo-razziali sono fluide, instabili, mutevoli nel tempo. Ad esempio gli immigrati italiani o ebrei erano considerati non del tutto “bianchi”, e hanno adottato strategie musicali di dialogo con le musiche afroamericane o di assimilazione nel melting pot statunitense. Facendo ricorso alle più recenti acquisizioni della genetica e della storia culturale, Stefano Zenni porta alla luce le tante trappole del concetto di “identità” e conduce una critica profonda e documentata al cosiddetto “essenzialismo” Jazz – la diffusa teoria neoconservatrice americana che ritiene il Jazz una musica radicalmente “nera” – in favore di una nuova concezione di continuità tra le culture.
Stefano Zenni è musicologo di fama internazionale. Presidente della Società Italiana di Musicologia Afroamericana (SIdMA), insegna Storia del Jazz e della musica afroamericana nei Conservatori di Bologna, Firenze, Pescara, e Analisi presso Siena Jazz. È direttore artistico del Torino Jazz Festival. Ha scritto: “Herbie Hancock. Jazz, Buddha e funky a 88 tasti”; “Louis Amstrong”; “Charles Mingus. Genio e sregolatezza”; “I segreti del Jazz. Una guida all’ascolto”; “Storia del Jazz. Una prospettiva globale”. È presente ogni anno alle iniziative livornesi in occasione dell’UNESCO Jazz Day.
Andrea Pellegrini – musicista già al fianco di Paolo Fresu (Cd “Things Left Behind” di
Claudio Riggio, Symphonia Bluesmiles), Paul Mc Candless (Duo, Progetto Sinfonico, Cd “Middle Earth”, Cd “West Coast” con Marco Cattani e West Coast Quintet), Bruno Tommaso (duo in “In A Simmenthal Mood”, Cd “Original Sountrack for Charles & Mary”, ecc.) e molti altri.  Noto docente attivo in campo internazionale in vari settori musicali, è autore di composizioni note nel Jazz internazionale; commentatore e autore anche in campo editoriale avendo pubblicato oltre 100 fra recensioni, articoli e interviste e due libri per le Edizioni Erasmo. Insegna al JazzLab della Villa del Presidente in collaborazione con Banda Città di Livorno e Museo di Storia Naturale ed è docente nei corsi superiori e nei corsi pre accademici dell’Istituto Mascagni di Livorno.

Alle ore 21 Al Circolo La Deriva – Scali delle Cantine, 3 – Livorno
a cura di Noveottavi  spettacolo di musica e teatro
“CHE RAZZA DI JAZZ”
con l’attore Edoardo Colombi Brivio e Marco Susini, pianoforte, Fabio Di Tanno, basso, Filippo Todaro, batteria
Cena a tema – Info: 3286884091
Ingresso riservato ai soci MSP. Tessera: € 3

“Che razza di jazz”
 non è un semplice concerto, ma uno spettacolo musicale contaminato dal teatro nel quale verranno raccontati i primi cento anni di vita di questo rivoluzionario genere musicale. Lo spettacolo sarà condotto dall’attore Edoardo Colombi Brivio che sarà accompagnato musicalmente dal trio Jazz composto da Marco Susini al pianoforte, Fabio Di Tanno al basso e Filippo Todaro alla batteria.
Colombi Brivio è livornese e calca le scene del teatro toscano e non solo, dopo essersi specializzato nella recitazione drammatica. Ha avuto modo di sperimentarsi anche nella recitazione cinematografica e nella regia.
 La band Susini, Di Tanno, Todaro, è attiva dal 2014 ed è caratterizzata dalla cura dell’aspetto melodico, dell’improvvisazione e della continua ricerca dell’interplay, vantano collaborazioni con Nico Di Battista e Alessio Menconi. L’ingresso sarà gratuito e riservato ai soci MSP, la tessera associativa può essere effettuata all’ingresso del locale durante lo spettacolo.
Noveottavi agency in collaborazione con il comitato Unesco jazz day di Livorno è organizzatrice anche dell’esposizione “Visioni Labroniche” visitabile fino al 30 aprile al foyer del Teatro Goldoni di Livorno.